Lancio del telefono cellulare, i migliori in Toscana

In Toscana il via della gara nazionale. Il record italiano è di 71 metri

Antonio
Antonio Lenoci
15 maggio 2014 17:06
Lancio del telefono cellulare, i migliori in Toscana

  Tappa domenica prossima a Castiglion Fiorentino (Arezzo). Questa particolare competizione ha come prova il lancio di un telefonino o smarth phone alla distanza massima, su prati, terra, sabbia, asfalto, cemento o su qualsiasi superficie solida sia all’aperto sia al chiuso. L'iscrizione al gioco avviene nei centri di telefonia specializzati in cui i rivenditori registrano i partecipanti.

L'idea quasi rivoluzionaria, nel campo degli sport è di un giovane imprenditore comasco, Massimo Galeazzi. Le prime 50 migliori performance di ogni regione, accedono alle fasi successive nazionali e internazionali, sino alla proclamazione del miglior “lanciatore di telefonino” in Europa.

Dalla disciplina all'abuso del cellulare. Un recente studio dimostrerebbe il nesso tra uso del telefonino ed i tumori. "I ricercatori dell'unità di epidemiologia dell'Università di Bordeaux hanno spiegato che mezz'ora al giorno di telefonate al cellulare aumenta il rischio di tumore al cervello. I risultati della ricerca sono stati pubblicati dalla rivista Occupational and environmental medicine. Bastano 15 ore al mese per aumentare i rischi anche del doppio" commenta la notizia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti.

"Un'esposizione ripetuta a onde elettromagnetiche - prosegue - utilizzate dai telefoni cellulari può portare a problemi di salute significativi. A tal proposito, ricordiamo tutti la storia italiana di un dirigente d'azienda divenuto invalido per colpa del telefonino, riconosciuto tale da un giudice. È stata la prima sentenza di un tribunale del lavoro che ha riconosciuto la malattia professionale ad un dirigente di un’azienda bresciana che, per dieci anni, ha lavorato utilizzando per ore e ore il cellullare e il cordless.

L’uomo è stato colpito da un tumore benigno al nervo trigemino. L’intervento chirurgico lo ha salvato ma le conseguenze sulla qualità della vita sono terribili. In parte ricompensato da questa sentenza di vittoria contro l’Inail che gli riconosce nella misura dell’80% la malattia professionale. Si è trattato del primo giudice dunque che riconosce il nesso causale e il conseguente accertamento di invalidità da esposizione professionale".

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