Incendi: situazione critica in Toscana

Il sindaco Borchi:"Importante eliminare sfalci e residui vegetali, creando una striscia parafuoco"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 luglio 2022 23:50
Incendi: situazione critica in Toscana

Sono già 243 gli incendi in Italia dall’inizio del 2022. Negli ultimi 15 anni la media è stata di 263 per l’intera stagione delle fiamme. Ad oggi sono bruciati 27.704 ettari, contro una media storica doppia pari a quasi 54000 ettari. E il 2021? Una vera e propria annata record, con 150 mila ettari bruciati da 659 incendi. I dati arrivano in tempo reale e in modalità open access dal portale dell’European Forest Fire Information System della Commissione Europea, fruibile da qualunque cittadino interessato a conoscere la situazione nel nostro continente attraverso le “firenews” e i vari report annuali.

Le informazioni - spiega il Prof. Gherardo Chirici, Direttore del Laboratorio di Geomatica Forestale del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Firenze - vengono da un sistema di monitoraggio satellitare creato nell’ambito del programma Europeo di osservazione della terra COPERNICUS. Basta solo un po’ di pratica per prenderci la mano”.

La stagione degli incendi, dunque, non è ancora al suo culmine, e il 2022 si prospetta ancora una volta come un’annata particolarmente difficile. “Il quadro emerso - prosegue Chirici - ci dice che si tratta di molti incendi, ma di piccola estensione, e questo credo si debba alla preparazione ancora più meticolosa da parte degli addetti antincendio, pronti a fronteggiare la fortissima siccità in arrivo. Gli incendi vengono contrastati fin dai primissimi istanti e quindi non hanno il tempo di espandersi”.

Approfondimenti

Osservando le mappe, gli incendi attivi più preoccupanti in questo momento risultano essere quelli in Friuli Venezia Giulia, al confine con la Slovenia, a sud di Gorizia. “In effetti si tratta di varie aree, l’incendio è partito il 19 luglio. Si superano complessivamente i 3200 ettari percorsi”. Altro fronte monitorato dal Laboratorio di Geomatica, è quello a nord ovest di Lucca, iniziato anch’esso il 19 luglio e che ha percorso fino ad oggi quasi 1000 ettari.

Qualcosa è possibile fare per abbassare le probabilità che le fiamme divampino in un momento in cui le condizioni climatiche sono tali che qualsiasi disattenzione nella gestione del verde può trasformarsi in materiale d’innesco per roghi disastrosi.

Il servizio di Protezione civile dell’Unione dell'Empolese - Valdelsa ha predisposto un'ordinanza che nei prossimi giorni sarà approvata da tutti i comuni dell’area e che è finalizzata a limitare il propagarsi delle fiamme e i conseguenti ingenti danni al patrimonio forestale, al paesaggio, alla fauna e all'assetto idrogeologico del territorio comunale, oltre naturalmente ad essere un grave pericolo per l'incolumità dei cittadini.

Alcuni limiti sono già introdotti dal Regolamento forestale della Toscana che nel periodo estivo già vieta: l'accensione di fuochi e di carbonaie; l'uso di strumenti o attrezzature a fiamma libera o che possano produrre scintille o faville; l'accumulo o lo stoccaggio all'aperto di fieno, di paglia o di altri materiali facilmente infiammabili; l’abbandono, anche da automezzi in transito, di oggetti o materiali di qualunque tipo che possano dare innesco al fuoco o favorirne la propagazione. L’ordinanza che in corso di approvazione negli 11 comuni dell’area introduce ulteriori elementi di tutela e obblighi che devono essere assolti dai privati.

Come spiega Paolo Masetti, sindaco di Montelupo e delegato per l'Unione dei Comuni alla protezione civile: "La situazione che il nostro paese sta vivendo in queste settimane è veramente grave, la siccità comporta rischi importanti e l'insorgenza di una delle emergenze più complesse da governare e gestire, come ci dimostra in modo eclatante il caso di Massarosa.Per questo a livello di Unione, partendo da una bozza predisposta da ANCI Toscana, abbiamo redatto l’ordinanza che disciplina i comportamenti dei proprietari dei terreni siano essi campi coltivati, aree rurali o boschi e che possa contribuire a prevenire incendi che abbiamo visto accadere un po’ ovunque nel nostro territorio, al fine di limitare il più possibile i casi che favoriscono l'innesco dell'incendio e per impedire la possibilità che le fiamme si propaghino con facilità.

Come sempre le ordinanze sono importanti, ma conta certamente di più il corretto comportamento dei cittadini che invito alla massima attenzione, per rispetto delle nostre comunità e dell’ambiente oltre che per i volontari e i Vigili del Fuoco che quotidianamente si impegnano anche a rischio della propria vita”.

In questi giorni c’è massima allerta nelle strutture di Protezione Civile e nel volontariato, pronte ad entrare in servizio in caso di emergenza. Nel momento in cui viene segnalato un incendio la Regione (SOUP Sala Operativa regionale) attiva direttamente l'associazione di volontariato del territorio. L'unione dei Comuni, per conto del Comune attiva eventuale vettovagliamento (cibo e acqua) di supporto agli operatori e qualunque altra assistenza alla popolazione se necessaria.

L’ordinanza emessa dal sindaco di Vaglia Leonardo Borchi giovedì 21 luglio, riassume e ricorda ai cittadini i passi da compiere per contenere il più possibile il rischio incendi.

“L’aspetto più importante fra i comportamenti che devono tenere i cittadini in questa particolare condizione climatica – spiega il sindaco – è l’obbligo di sfalcio di erba e stoppie per almeno 10 metri perimetrali rispetto alla proprietà, oltre a quello valido anche per giardini privati, di tagliare e rimuovere erba e arbusti”.

La logica è molto chiara: tenere libera una fascia di almeno 10 metri di terreno dai confini perimetrali, e gestire correttamente il verde di giardini privati con la pulizia e lo smaltimento, concorre da un lato a privare le fiamme del loro alimento naturale, ovvero fronde, stoppie, erba ecc, dall’altro ad impedire la continuità dell’incendio creando zone “sterili”, dove le fiamme non possano espandersi. Tant’è vero che l’obbligo della “striscia parafuoco” pesa anche su proprietari di aree boscate e rurali che confinino con strutture residenziali, turistiche e produttive, oltre che con le strade. Analogo obbligo è previsto per i titolari di attività turistiche e ricettive, che devono assicurare la discontinuità del combustibile vegetale. Stessa ratio anche per l’obbligo proprio ai giardini privati, che devono tenere sgombera la propria area dal materiale vegetale prodotto da sfalci, tagli, ecc.

Nell’ordinanza si ricorda anche che, a norma dell’art. 66 del Regolamento Forestale della Toscana, non solo nel periodo a rischio incendi è vietata l’accensione di fuochi di qualsiasi tipo se non per cottura dei cibi, solo in abitazioni e pertinenze o in aree attrezzate rispettando in ogni caso il Regolamento forestale, ma è vietato anche costituire accumuli o stoccaggi all’aperto di fieno, paglia o altri materiali facilmente infiammabili.

Arriva il decalogo salva boschi di fronte al moltiplicarsi degli incendi favoriti dal mix esplosivo di caldo e siccità al quale si somma spesso l’azione doloso dell’uomo o l’incuria. Lo ha elaborato Coldiretti Toscana in riferimento al divampare degli incendi in tutta la regione dove nel solo mese di giugno i roghi sono stati 279 con un incremento rispetto allo stesso periodo di un anno fa del 136%.

Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature e siccità, a preoccupare – sottolinea Coldiretti Toscana – è la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Le alte temperature e l'assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni favorendo l'innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati a causa della chiusura delle aziende agricole che non possono più svolgere una funzione di controllo e monitoraggio per intervenire tempestivamente.

E’ dunque importante l’azione di prevenzione poiché nelle aree bruciate dagli incendi – continua Coldiretti Toscana – saranno impedite tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di appassionati ma viene anche a mancare un importante polmone verde. Ogni rogo – stima Coldiretti Toscana – costa ai cittadini oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco – precisa Coldiretti Toscana - ci vorranno infatti fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

La prima regola per non causare l’insorgenza di un incendio nel bosco è quella – afferma Coldiretti Toscana – di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle loro vicinanze, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano completamente fredde. Soprattutto nelle campagne – precisa Coldiretti Toscana – non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi.

Inoltre – continua principale organizzazione degli agricoltori – non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio – consiglia Coldiretti Toscana – non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che – conclude Coldiretti Toscana – un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono dei boschi nazionali.

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