"Il Monte dei Paschi di Siena? Rovinato dal Pd"

Stella e Mallegni (FI): "Quando la politica è intervenuta sulla banca, ha fatto disastri. Occorre tutelare posti di lavoro e mantenere in Toscana la direzione generale. Serve una politica industriale che mantenga i nostri asset, o diventeremo una colonia delle multinazionali". Stamani l'intervento di Giani in Consiglio regionale. Il dibattito in aula

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 marzo 2021 15:22

Firenze, 3 marzo 2021 - "Quando la politica è intervenuta su Mps, ha fatto disastri. Avete un gran coraggio, amici del Pd, a intervenire sul Monte dei Paschi di Siena. Se c'è una responsabilità negli oltre 30 miliardi di euro dei cittadini italiani serviti a risanare Mps, questa è di chi quella vicenda l'ha governata, di chi ha messo alla guida di Mps un uomo che ha portato al disastro la banca, che ha depauperato un patrimonio incredibile, facendo fallire imprese e famiglie. Avreste dovuto venire qui e chiedere scusa. Quando la politica ha voluto individuare un percorso, come con l'acquisizione di Antonveneta e Banca 121, ha portato al disastro e al fallimento del Monte dei Paschi". Lo affermano il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, e il commissario di Forza Italia Toscana, sen. Massimo Mallegni.

"Ma prima ancora di parlare di fusioni o acquisizioni - premettono Stella e Mallegni - occorre guardare al Sistema Paese, che è sotto attacco, e da tempo. Questo è un Paese senza politica industriale, e mi auguro che il nuovo Governo metta al centro la politica industriale dell'Italia, quali asset strategici tutelare. Se Mps finisce in mani straniere, anche aziende e asset italiani finiranno in mani straniere. Quando si parla di fusioni o ricapitalizzazioni, bisogna tenere conto di tutto questo. Paesi e aziende straniere pensano di venire in Italia a fare quello che vogliono. Questo non è sovranismo, è buonsenso: significa la tutela e la difesa delle nostre aziende e delle nostre famiglie".

"Nello specifico - hanno argomentato gli esponenti di Forza Italia - crediamo che su tre punti occorra essere chiari: il mantenimento della presenza pubblica, la tutela dei posti di lavoro, e il mantenimento in Toscana della Direzione Generale della Banca. Mps non può essere banca del territorio da sola. Oggi una banca deve stare sul mercato ed essere competitiva. Crediamo che sia fondamentale una politica industriale che mantenga i nostri asset, altrimenti diventeremo una colonia delle multinazionali estere". In aula Stella ha votato a favore della risoluzione bipartisan, "per senso di responsabilità, nonostante alcuni punti del documento ci trovino contrari", ha specificato.

 “Il Monte dei Paschi costituisce uno degli aspetti su cui mi sono maggiormente impegnato nei primi mesi di questa legislatura perché ritengo vitale per l'identità toscana la salvaguardia del profilo di identità giuridica, di marchio, di know-how dei dipendenti e dei dirigenti di una banca che opera in toscana dal 1472”, aveva detto stamani il presidente della Regione, Eugenio Giani, in esordio della comunicazione con cui si è aperto il dibattito in aula sulla vicenda Mps, rispetto alla quale si è detto “molto perplesso”. Un’azione che non ha potuto essere costante, nelle ultime settimane, perché la transizione di Governo “ha determinato che ancora non abbiamo un interlocutore e una presa di posizione da parte dell’esecutivo guidato da Draghi”.

A chiedere che nell’Assemblea toscana si affrontasse una discussione riguardo al futuro della banca senese erano stati il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, e il vicepresidente Stefano Scaramelli. Il problema centrale resta quello del futuro assetto azionario, visto che lo Stato intende cedere le sue quote sul mercato, operazione che lascia intendere che Mps possa andare alla fusione per incorporazione con un altro istituto bancario.

“La mia azione – ha proseguito Giani - è stata e sarà sempre tesa alla tutela del Monte dei Paschi, anche perché in una regione ove la finanza e la banca hanno avuto un ruolo di riferimento in tutto il mondo, la banca senese rappresenta l'ultima espressione di banca autorevole sul piano internazionale che ha sede, direzione e radicamento territoriale nella nostra regione”.

Il presidente della Giunta ha voluto ricordare che, “con oltre 500 anni di storia il Monte dei Paschi è la più antica banca italiana” e che nel 1472 fu istituito “come Monte Pio, per dare aiuto alle classi più disagiate della popolazione”. E nel corso della sua storia, evolvendosi fino a diventare una banca vera e propria, “Mps ha sviluppato autorevolezza ed è stata un riferimento per secoli in Italia e in Europa”.

Giani ha rammentato anche vicende bancarie che, nel corso degli ultimi decenni, hanno impoverito il sistema creditizio toscano. “Abbiamo visto come in passato si sono interrotte esperienze storiche che offrivano valore aggiunto di professionalità quali, ad esempio, la Banca toscana – ha spiegato, - incorporata e poi annullata nello stesso Mps. In realtà sarebbe stato meglio mantenerla con la propria identità”, perché questo sarebbe stato utile all'attività quotidiana, “mantenendo l'attrattiva di un brand apprezzato dalla clientela, a mantenere alto il morale dei dipendenti di Banca Toscana e, infine, a consentire a Mps, in momenti di difficoltà, di valorizzare Banca Toscana sul mercato”.

Importante anche il richiamo alle vicende che nel tempo hanno interessato il sistema delle Casse di Risparmio e delle Popolari, vicende che hanno prodotto la segmentazione e “il loro passaggio di proprietà e il corrispondente annullamento di identità in filiere bancarie che oggi corrispondono a centri di potere diversi e diffusi”.

“Sono consapevole – ha aggiunto - di come le ben note vicende che hanno portato alla crisi della banca senese abbiano generato sofferenza e squilibrio nei conti economici del Monte, ma oggi il 64% delle azioni della banca sono possedute dallo Stato e se lo Stato vuole ed opera come in tante altre occasioni può ricapitalizzare, insieme a partner privati, una realtà bancaria il cui conto finanziario approvato in consiglio di amministrazione soltanto poche settimane fa prevede di poter riportare il bilancio in pareggio nell'esercizio 2022, con prospettive di un futuro per la banca in grado di garantire occupazione e sviluppo”.

Avviandosi a concludere il suo intervento, Giani ha voluto ringraziare i sindacati, il Consiglio di amministrazione di Mps, il sindaco di Siena e il presidente della Provincia di Siena per tutte le azioni che anno messo in campo in difesa della banca. Un grazie particolare ha espresso alle maestranze di Mps “per la capacità di lettura e di interpretazione del territorio che hanno saputo dare e per la prospettiva di futuro per la Toscana che immaginano”. Infine, ha ringraziato il presidente del Consiglio regionale, Mazzeo per aver sostenuto la necessità di convocare una seduta dell’Assemblea toscana dedicata alla vicenda di Mps.

Concludendo la sua comunicazione all’aula, Giani ha ribadito di essere “estremamente perplesso circa l'operazione che può portare alla fusione per incorporazione” perché “abbiamo visto come soci privati vivrebbero alla stregua di un boccone amaro, e quindi con estrema riottosità, l'integrazione del Monte dei Paschi in un colosso bancario oggi orientato da una maggioranza di soci diffusi”. E ha aggiunto: “Mps è la nostra storia, il nostro presente e il nostro futuro, anche per uscire dall’emergenza economica in cui ci troviamo a causa della crisi prodotta dalla pandemia. Vogliamo la Toscana con il suo Monte dei Paschi”.

IL DIBATTITO IN AULA. “Dai cigni neri che hanno messo in crisi più volte la ripresa del Mps fino ad arrivare ai giorni nostri”. Ha usato questa digressione Anna Paris (Pd), per tracciare il senso del suo intervento, con cui si è aperto il dibattito in Aula. Un intervento iniziato con l’immagine di una banca vista come “preda circondata da avvoltoi”, con lo Stato in oggettiva difficoltà per il periodo della pandemia.

La consigliera ne ha quindi ripercorso le tappe. partendo dall’acquisto di Antonveneta, la crisi del 2011, le nuove regole di Basilea 3, la direttiva del 2016 sulla risoluzione delle crisi bancarie, fino ad arrivare al dicembre 2016, quando JP Morgan e Mediobanca si ritirano da Mps, che rimane sola. Da qui la richiesta di tempo per andare sul mercato e il rifiuto opposto dalla Bce. Paris ha ricordato che Mps oggi è una banca che risponde per il 68 per cento alle Pmi, che è al servizio di un territorio capace di attrarre investimenti, spaziando dall’agricoltura green alle nuove tecnologie, dalla logistica alla meccanica.

“Io chiedo di superare gli impegni temporali con l’Europa – ha concluso Paris – per poter attuare un percorso di risanamento della banca, che necessita di capitale dallo Stato, per salvaguardarne l’integrità, il marchio, e il valore che Mps ha per Siena e per la Toscana tutta”.

Dal grazieper la discussionein Aulasulla “prima azienda” della nostra regione ha preso le mosse l’intervento di Stefano Scaramelli (Iv), che ha parlato del compito della politica: “Spetta a noi accompagnare i processi futuri, presentare ipotesi e idee, chiedendo al Governo di non abbandonare il dossier Mps, una banca che per Siena e la Toscana è storia, cultura, identità, passato, lavoro, futuro, relazione straordinaria con il territorio”. Ed esprimendo fiducia nel presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi sul fatto che potrà rinegoziare con l’Europa norme concepite prima della pandemia, il consigliere si è concentrato sulla finalità, sull’ambizione cui tendere: “Dobbiamo far imanere Mps soggetto economico forte, coprotagonista di un processo di consolidamento e di crescita”.

“Alla politica spetta il compito di definire questo obiettivo strategico e di accompagnare il Governo nel processo”, ha continuato Scaramelli, guardando a due aspetti principali: il ruolo delle Fondazioni bancarie e i livelli occupazionali, da difendere e far crescere in futuro. “A lei, presidente Giani, spetta l’impegno di presentare una Toscana ambiziosa, che intende mantenere testa e cuore di Mps a Siena, quale elemento unico e di forza, non solo a livello regionale ma anche nazionale”, ha concluso.

Per Marco Landi (Lega) “la politica deve dimostrare un cambio di marcia”, per dare una spinta e una visione strategica a Mps, senza disconoscere il territorio di riferimento, andando oltre le debolezze e le appartenenze politiche. “La politica – ha detto - è necessaria per difendere il futuro di Siena e dei suoi cittadini, il futuro della Toscana e dei suoi cittadini”. Da qui la sottolineatura circa la necessità di una azione politica responsabile, che non può permettersi di sbagliare, e che abbia come primo obiettivo la difesa di una banca regionale, che tutela le risorse del territorio e salvaguarda i livelli occupazionali. “A lei presidente Giani il compito di intraprendere questo percorso – ha concluso Landi. – Noi saremo al suo fianco: Siena e la Toscana non possono più essere ingannati”.

Francesco Torselli (FdI), partendo da Mps come “banca non normale”, dal punto di vista storico e di diffusione capillare sul territorio, nonché per il legame a doppio filo con una parte politica in Toscana, si è concentrato in particolare sulle azioni del Governo e sulla salvaguardia dell’istituto di credito. Questi i punti principali affrontati: il rinvio di almeno due anni del tempo necessario alla riprivatizzazione di Mps; la salvaguardia degli sportelli sul territorio; il mantenimento del brand e della direzione generale a Siena. E ha invitato ad alzare il tiro sulla sfida: “Mps non è un caso unico, siamo chiamati ad aspettare il prossimo”. Quindi ha accennato alla competenza di Draghi nel rivedere la normativa sulle banche cooperative e popolari, invitando la Regione a ripensare al ruolo di Fidi, “non certo marginale per l’asset strategico in Toscana”.

Elisa Tozzi (Lega), dopo aver dichiarato di aver apprezzato gli interventi dei colleghi Paris e Scaramelli, ha ricordato che la Banca ha già presentato un piano strategico con un Mps che prevede utile dal 2023, invitando a focalizzare l’attenzione sul management. “Accanto alla determinante funzione del Tesoro sulla ricapitalizzazione – ha spiegato - auspichiamo che Mps mantenga un ruolo centrale. E Occorre anche imporre un management all’altezza; la sfida può essere vinta solo con le professionalità adeguate”. A tal proposito la consigliera ha ricordato che Mps aveva una sua banca verde, che è stata fusa, mossa che oggi non sarebbe stata compresa. “Le scelte strategiche e le persone giuste sono fondamentali – ha concluso – per un Mps all’altezza del futuro e dell’ambizione della Toscana”.

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