Ieri la Camusso alle cave di Carrara

Gozzani "Redistribuire di più la ricchezza del marmo". Un progetto finanziato dalla Commissione europea sperimenta modelli d'intervento nelle Province di Prato, Livorno e Massa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 settembre 2014 08:36
Ieri la Camusso alle cave di Carrara

Ieri mattina Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha visitato le cave di Carrara: prima quelle in Galleria, al chiuso, poi quelle a cielo aperto dove lavorano le cooperative Lorano, Canal Grande e Gioia. Camusso, accompagnata da Dalida Angelini (segreteria di Cgil Toscana), Paolo Gozzani (segretario della Cgil di Massa Carrara), Nicola Del Vecchio (segreteria della Cgil di Massa Carrara) e Roberto Venturini (segretario della Fillea Cgil di Massa Carrara), ha incontrato gli imprenditori del settore e ha parlato con i lavoratori.

Questi ultimi hanno avuto la possibilità di raccontarle le loro esperienze di lavoro duro e faticoso: il freddo, l'umido, la necessità di avere i riflessi sempre pronti per prevenire infortuni. Per questo hanno chiesto al segretario generale nazionale un impegno per essere ammessi nella categoria dei lavori usuranti, e Camusso ha risposto spiegando che questa è ritenuta un priorità, al pari della battaglia per conquistare una riforma delle pensioni che sostituisca quella targata Fornero, considerata ingiusta anche perché allontana l'età pensionabile.“Il marmo è un bene comune, ha un enorme valore per il nostro territorio e per la Cgil di questa ricchezza deve esserci una redistribuzione più significativa.

Lotteremo per creare una filiera verso una produzione che rimanga in loco, a discapito della speculazione. Siamo a fianco della Regione per creare le condizioni che vadano nella direzione dello sviluppo, ambientalmente sostenibile, e dei ritorni per il territorio”, ha detto Gozzani.Camusso è stata anche accompagnata a visitare la “Bottega di Adò”, a Colonnata, laboratorio che produce salumi e il lardo che viene lavorato nelle conche di marmo proveniente da quelle montagne.

L'obiettivo è sperimentare un modello d’intervento per migliorare le opportunità di accesso al mercato del lavoro o per riavviare percorsi formativi o educativi, i destinatari sono i cosiddetti NEET (Not in education, employment or training), giovani di età compresa tra i 18 ed i 25 anni che non sono occupati, non studiano né stanno facendo formazione in ambito extra-scolastico o universitario. Il progetto, che si chiama “Establishing a partnership to set up a Youth Guarantee scheme in Tuscany”, approvato nel 2013 e finanziato con 205 mila euro complessivi dalla Commissione Europea, è attivo a Prato, Livorno (con particolare attenzione al territorio di Piombino) e Massa e Carrara, tre Province toscane caratterizzate da una situazione di “crisi industriale complessa” e da un’elevata incidenza della disoccupazione giovanile.

Si tratta in soldoni di un partenariato, con il coinvolgimento dei centri per l'impiego, per predisporre uno schema di garanzia per i giovani in Toscana, di cui la Regione Toscana, che ha già al suo attivo gli interventi per l’occupazione di Giovanisì, è capofila. Presentato ufficialmente nel luglio scorso a Firenze, a Palazzo Strozzi Sacrati, il progetto di sperimentazione si concentra sui territori toscani che registrano un tasso di disoccupazione giovanile al di sopra della medie Ue (22,7%).

Livorno infatti si attesta sul 34%, Massa sul 26% e Prato arriva al 32%.

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