I Trionfi dello Scheggia: i dipinti del mistero

In un video pubblicato sul canale YouTube dei Musei del Bargello, Daniele Rapino, responsabile di Palazzo Davanzati, rac

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2021 14:01

Firenze, 2 aprile 2021 – Quattro dipinti su tavola ricurva, realizzati intorno alla metà del Quattrocento da Giovanni di Ser Giovanni, detto Lo Scheggia, fratello minore del più celebre Masaccio e conservati all’interno del Museo di Palazzo Davanzati. Sono i Trionfi dello Scheggia i protagonisti del primo di una serie di video-approfondimenti dal titolo “La scelta del curatore”, che verranno pubblicati da qui ai prossimi mesi (online a partire da oggi, 2 aprile) sul canale YouTube e sui social dei Musei (@bargellomuseums).

La genesi dei Trionfi, di cui non si conosce né la committenza né gli ambienti a cui erano destinati, è avvolta nel mistero. Ispirate ai temi trattati nel poemetto omonimo di Francesco Petrarca, sulle quattro tavole sono rappresentati i soggetti allegorici del Trionfo dell’amore, del Trionfo della morte, del Trionfo della fama e del Trionfo dell’eternità. Ma non è il soggetto quello che rende queste opere d’arte – di rara bellezza – così enigmatiche e uniche al mondo.

Ciò che le rende speciali è, infatti, oltre alla pregevole fattura, la forma ricurva che vede da tempo gli studiosi interrogarsi sulla ipotetica collocazione e sul perché di questa scelta inusuale.La storia dei Trionfi dello Scheggia, conservati a Palazzo Davanzati, è raccontata per l’occasione da Daniele Rapino, responsabile del Museo, che ne illustra caratteristiche e curiosità.“Il mistero che ruota intorno a queste opere – spiega Rapino nel video – è legato soprattutto al loro formato: un formato anomalo, semiellittico, non concluso, che non ci fa comprendere esattamente quale fosse il loro utilizzo.

Molto probabilmente, anzi quasi certamente dovevano fare parte dell’apparato decorativo di un ambiente, probabilmente uno studiolo, anche in ragione del significato colto delle immagini che sono rappresentate”. “Il poemetto del Petrarca a cui si ispirano – continua lo storico dell’arte - è un poemetto moraleggiante che cerca di coniugare il mito classico con il cristianesimo, di dare un percorso salvifico all’uomo per raggiungere la purezza dell’anima. E questo percorso il Petrarca, e di conseguenza lo Scheggia, lo individua in più passaggi, in più Trionfi.

Si inizia dal Trionfo dell’Amore per concludersi con il Trionfo dell’eternità”.

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