Giorno della Memoria: l'intervento scomodo di Gad Lerner

Il giornalista ha messo in imbarazzo il presidente della Regione, Eugenio Giani e il rettore dell’Università Zucchi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 Gennaio 2025 22:04
Giorno della memoria 2025, Gad Lerner

Firenze – Il Polo della Memoria di San Rossore 1938, dell’Università di Pisa, ha ospitato questa mattina la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana in occasione del Giorno della Memoria. Una giornata intensa, iniziata con le celebrazioni organizzate dal Comune di Pisa, durante le quali è stata inaugurata la stele commemorativa dell'artista Andrea D'Aurizio, con esecuzione di brani musicali da parte del coro dell’Istituto Comprensivo di Pisa ‘Leonardo Fibonacci’ a cui ha partecipato il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo.

Poco dopo, si è tenuta la seduta solenne del Consiglio regionale, che si è aperta con i saluti del Rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, ai quali sono seguiti gli interventi del presidente Antonio Mazzeo, del giornalista Gad Lerner, che ha paragonato il sionismo quale versione ebrea del fascismo e del nazismo.

Da “battitore libero”, come si è definito, ha offerto la sua riflessione sulla Giornata della Memoria 2025, definendola un “momento molto tormentato”: basti pensare che il Capo del Governo di Israele non parteciperà alla Cerimonia che si tiene ad Auschwitz, in quanto inseguito da un mandato di cattura internazionale. Ed ecco allora, che in termini brutali, magari in un bar qualcuno può domandarsi “nonostante tutto quello che agli ebrei hanno fatto, se Hitler avesse ragione?”. “La sensazione è pesante, come se gli ebrei avessero esaurito il credito concesso a suo tempo come popolo vittima della Shoah”, quel “popolo eletto”, come lo definisce la Bibbia. Perché essere popolo eletto significa ritrovare sé stessi abbandonando la propria terra, e benedicendo tutte le genti nel cammino, ha spiegato il giornalista.

Ecco allora che alla base di tutto deve esserci l’universalismo, e quindi “il nostro ricordare non è solo l’omaggio alle milioni di vittime delle camere a gas e dei forni crematori di Auschwitz (ebrei, rom, sinti, caminanti, omosessuali, disabili, dissidenti per prigionieri politici), ma deve guardare ai carnefici, per chiedersi come abbiano avuto consenso o magari indifferenza verso comportamenti di violenza inaudita”. “E’ questa la domanda scomoda che lo stesso Primo Levi si è posto nella sua vita e che chiede a noi di fare altrettanto: il problema della replicabilità, vedere come certi meccanismi di crudeltà di massa possano accadere di nuovo”.

Da qui l’ammonimento di Levi verso i guardiani, che non erano “aguzzini” e, citando testualmente: “non erano mostri, erano fatti della nostra stessa stoffa, ma educati male”. E se può accadere di nuovo e dappertutto, pur non essendo facile scandagliare questo “abisso di malvagità che potrà coinvolgere noi stessi o i nostri figli, oggi dobbiamo esercitare un ruolo di sollecitazione critica nei confronti delle nuove fiammate di ostilità”. “Allora la maggior parte non sapeva perché non voleva sapere, voleva non sapere – ha sottolineato il relatore – mi chiedo quanti italiani intendano non sapere!”.

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Continuando il proprio intervento, dopo aver rivolto un saluto al Presidente emerito della Comunità ebraica di Pisa, Guido Cava, non presente alla cerimonia per motivi anagrafici, ha ricordato la testimonianza di un'altra pisana, Liana Millul, che riuscì a salvarsi perché in più occasioni il caso decise per lei, ma “quando nel 1945 tornò in Italia capì che nessuno credeva a quello che aveva vissuto”. “Non era colpa loro, erano stati educati male – ha concluso – anche noi dobbiamo chiederci come siamo stati educati, giornate come queste devono aiutarci a porci domande scomode”.

“È un peccato che la seduta solenne del Consiglio Regionale toscano sul Giorno della Memoria sia stata segnata dalla prolusione di Gad Lerner che non ha perso l’occasione per attaccare, anche in un tale contesto, il governo Meloni. La Giornata della Memoria deve essere anche un momento di unità e condivisione che permetta ai nostri giovani di conoscere il dramma di 80 anni fa.

Paragonare l’Olocausto, che è la vicenda più orribile della storia dell’umanità, all’attività del Governo Italiano, riferendosi al centro per i migranti in Albania, oltre ad essere la solita evidente propaganda della sinistra militante è pericoloso, a maggior ragione se fatto dentro una università e di fronte agli studenti delle scuole superiori.

Mi auguro che il Consiglio Regionale voglia prendere le distanze. La giornata della Memoria è anche un momento di consapevolezza e condivisione e Gad Lerner non ha invece perso l’abitudine di fare il fomentatore” dicono il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e vice coordinatore regionale FdI Diego Petrucci e il capogruppo FdI in Consiglio regionale Vittorio Fantozzi.

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