Fusioni: oggi e domani alle urne 50 mila persone in 10 comuni

Appello del Sindaco di Volterra e fondatore del movimento Orgoglio Comune Marco Buselli. Il SI della Cisl di Firenze Prato. Il sindaco di Rapolano Terme Emiliano Spanu ribadisce il suo No alla fusione. A Pontassieve e Rignano sull’Arno i Sindaci Marini e Lorenzini soddisfatti della Polizia Municipale associata

Nicola
Nicola Novelli
11 novembre 2018 10:00
Fusioni: oggi e domani alle urne 50 mila persone in 10 comuni

FIRENZE - Sono oltre 50 mila, per la precisione 51.343, gli elettori chiamati fra oggi domenica e domani, lunedì 12 novembre, alle urne per i cinque referendum consultivi che coinvolgono i dieci comuni toscani che hanno optato per la fusione. Si tratta dei Comuni di Asciano e Rapolano in provincia di Siena, Ortignano Raggiolo e Bibbiena nell'aretino, Montepulciano e Torrita di Siena ancora nel senese, Dicomano e San Godenzo nel Mugello e, ancora in provincia di Firenze, Barberino Elsa e Tavarnelle Valdipesa.

"Un’operazione politica che non tiene conto, in alcun modo, del bene e del futuro della nostra comunità e del nostro territorio, al contrario di quanto si voglia far intendere ai cittadini nascondendosi dietro bugie e false informazioni -è intervenuto Emiliano Spanu, il Sindaco di Rapolano Terme- A confermare tutto questo sono state, nei giorni scorsi, le parole della consigliera del Movimento 5 Stelle Simona Vecchi, già pronta ad autocandidarsi per guidare il Comune che potrebbe nascere dopo il referendum, ma anche la vigliaccheria dei tre consiglieri del Pd che hanno promosso questa iniziativa per poi scomparire da quasi tutte le iniziative pubbliche organizzate per informare i cittadini.

Hanno gettato il sasso e poi ritirato la mano, alimentando, senza metterci la faccia, falsità, notizie fuorvianti sulle ricadute del referendum a livello locale e sull’arrivo facile e scontato di risorse e benefici. Questo non è assolutamente vero. Tengo, infatti, a ribadire il fatto che la fusione porterebbe tutti i servizi ad Asciano, dichiarato in maniera unilaterale come capoluogo dell’eventuale nuovo Comune delle Crete Senesi, e che i finanziamenti stanziati da Governo e Regione Toscana hanno bisogno, ogni anno, di nuove leggi per poter essere assegnate.

La certezza assoluta, quindi, non c’è mai e questo deve essere ben chiaro ai cittadini. Il mio ruolo istituzionale ha l’onere, e l’onore, di fare il bene dei miei cittadini e del mio territorio e questo mi spinge a dire No, in maniera convinta e decisa, alla fusione con Asciano e a un futuro dove manca un progetto serio di crescita e di sviluppo delle nostre eccellenze e delle nostre potenzialità. La parola adesso passa ai cittadini, chiamati alle urne domenica e lunedì. Ne rispetterò la decisione come sindaco di Rapolano Terme, con l’auspicio, però, che i giochi della politica vengano sconfitti dall’interesse collettivo e dall’attenzione per il nostro territorio e il suo futuro".

I Comuni più popolosi sono quelli di Montepulciano e Torrita, dove fra oggi e domani andranno alle urne 17.080 cittadini, (11.230 di Montepulciano e 5.850 a Torrita). Seguono, per ordine di popolosità, Bibbiena (9.271 elettori) che, con il piccolo comune di Ortignano Raggiolo (751 elettori) raggiunge quota 10.022.

La Cisl invita a votare a favore dei processi di fusione dei comuni interessati: "I processi di fusione fra piccoli comuni sono per la Cisl di Firenze Prato una opportunità per dare risposte migliori alla domanda di servizi dei cittadini, perché possono portare ad una razionalizzazione delle risorse umane ed economiche in modo dar far fronte in maniera più efficace alle giuste richieste della popolazione.In particolare ci aspettiamo miglioramenti nel lotta alla povertà e all’aiuto alle famiglie, così come una risposta più efficace all’emergenza abitativa e alle condizioni di disagio di anziani e disabili.Un aspetto che dovrà essere seguito con attenzione e migliorato è quello della mobilità all’interno dei comuni e verso Firenze.Inoltre gli incentivi economici previsti dalla Regione Toscana (per cinque anni) e dallo Stato (per dieci anni) possono permettere di fare investimenti in scuole, sport, cultura, verde pubblico altrimenti difficili da effettuare.Razionalizzazione delle risorse e incentivi devono anche portare, ed è questa una richiesta che facciamo alle amministrazioni future, ad un abbassamento delle tasse/tariffe locali".

A Barberino Elsa e Tavarnelle Valdipesa vanno alle urne 9.528 elettori: 3457 a Barberino e 6.068 a Tavarnelle; pochi di meno gli elettori a Rapolano (4.035) e Asciano (5.423): insieme sono in tutto 9458. San Godenzo e Dicomano, insieme, contano 5258 elettori (975 a San Godenzo e 4283 a Dicomano).

"Dopo una lunga cavalcata durata quasi 12 mesi, cioè da quando il Comitato Difendi San Godenzo fu creato nel dicembre 2017, siamo arrivati al dunque -interviene Cristian Petronici portavoce Difendi San Godenzo- E’ stato un anno duro ma bello, intenso ed emozionante, perché in un territorio impervio e considerato in un declino inarrestabile un gruppo di ragazzi ha riscoperto l’amore per il proprio territorio e il legame con il suolo patrio impegnandosi in prima persona nella vita pubblica del nostre paese.

Ci siamo schierati da subito per il NO, perché eravamo convinti che una fusione tra due soggetti, così diversi in tutto e per tutto, avrebbe portato nell’immediato solo qualche effimero beneficio ma alla lunga molti danni e un’accelerazione della decadenza di San Godenzo. Abbiamo sempre tentato di apportare idee concrete al dibattito e di proporre critiche costruttive, ci siamo confrontati quotidianamente con i nostri concittadini, abbiamo cercato di comprendere le ragioni di quelli a favore della fusione e abbiamo ascoltato quelli contrari.

E siamo arrivati al giorno fatidico ancor più convinti delle ragioni del NO. Ciò non significa, assolutamente, che si siano create fratture insanabili con i favorevoli alla fusione. Siamo tutti sangodenzini e voteremo tutti con la certezza nel cuore di fare la scelta migliore per il nostro territorio. L’importante è che si voti: il referendum è il massimo strumento di democrazia diretta a nostra disposizione ed è giusto che decidano i residenti. Quello che è certo è che il nostro Comitato sarà pronto a collaborare e a confrontarsi con il comune unico se la fusione dovesse passare ma, soprattutto, è pronto ad assumersi le proprie responsabilità nel caso in cui San Godenzo restasse comune autonomo, come noi auspichiamo.

Grazie a tutti coloro che ci daranno fiducia, a coloro che ci hanno ascoltato e a coloro che hanno dialogato con noi. Questo è il modo giusto per far crescere San Godenzo e il suo territorio".

Le fusioni tra Comuni sono, nella grande maggioranza dei casi, delle soluzioni sbagliate e anacronistiche a un problema che potrebbe essere risolto con rimedi istituzionali meno drastici e più rispettosi del legame tra popolazioni e territorio. Ecco per quale motivo CasaPound invita in entrambi i casi a votare NO”. Inizia così una nota del Coordinamento Provinciale di CasaPound Firenze sui referendum che nel prossimo fine settimana vedranno i cittadini di 4 comuni della provincia fiorentina andare alle urne per decidere su due progetti di fusione, quello di Dicomano con San Godenzo e quello di Barberino Val d’Elsa con Tavarnelle Val di Pesa. “Per anni”, prosegue la nota, “ci è stato detto che ‘piccolo è bello’, perché le piccole e medie realtà comunali avrebbero permesso un legame più stretto tra cittadinanza e territorio, e quindi maggiore rappresentatività, poi però, solo per mere e squallide questioni di bilancio, viene dato il contrordine correggendo il precedente slogan in “grande è meglio”.

Paradigmatico, in tal senso, è stato il comportamento della sinistra toscana che da delocalizzatrice convinta è passata, in un attimo, ad essere accanita sostenitrice delle fusioni. Eppure esiste un’ottima soluzione istituzionale associativa intermedia che è l’Unione dei Comuni, che consentirebbe da un lato di condividere parte dei servizi e quindi ridurre i costi e dall’altro lato permetterebbe la maggior valorizzazione delle specificità territoriali, mantenendo enti territoriali più piccoli e quindi più attenti alle esigenze dei residenti”. “Si prenda il caso di Dicomano e San Godenzo”, conclude CasaPound, “una fusione tra due comuni completamente diversi per territorio, problematiche, popolazione e tessuto socio-economico.

Una fusione che viene giustificata solo con il miraggio di maggiori soldi da Roma ma che andrà a creare più problemi di quanti ne vuole risolvere, soprattutto per San Godenzo. A nostro avviso i sangodenzini che votassero Si lo farebbero contro il proprio interesse. Peraltro anche Firenze, in qualità di capoluogo di provincia, ha le sue belle responsabilità in tutta questa situazione, perché il capoluogo di provincia e di regione dovrebbe svolgere un ruolo propulsivo e di sostegno per i comuni più piccoli come San Godenzo, incentivando il turismo dei fiorentini verso la propria montagna e valorizzando i borghi del territorio pieni di storia, tradizioni e cultura.

La sopravvivenza e la crescita dei piccoli comuni passa anche, e soprattutto, dalla solidarietà tra enti istituzionali e non dalla loro cancellazione per incorporazione nei comuni più grandi”.

Le urne chiuderanno lunedì 12 novembre alle 12. Intorno alle 15 i dati definitivi sulle affluenze.

Dal 2012 i referendum consultivi sulle fusioni di Comuni toscani sono stati 26: l'ultimo nel maggio 2018 a Villa Collemandina e Castiglione di Garfagnana, con un risultato divergente nei due territori.

Sei anni fa la Toscana contava 287 Comuni, che già in proporzione erano assai di meno che in altre regioni, effetto anche delle riforme settecentesche del granduca Pietro Leopoldo. All'inizio di quest'anno se ne contavano 274, tredici in meno. I "sì" fino al 2017 hanno prevalso in tredici referendum su venticinque.

«In una fase storica come quella che stiamo vivendo caratterizzata dal progressivo allontanamento dei cittadini dai luoghi decisionali, dall'irruzione dei poteri economico-finanziari nei processi di governo, dal diffondersi di sentimenti diffusi di antipolitica che alimentano i populismi, è necessario un rafforzamento del ruolo dei Comuni, cioè l'esatto contrario del loro smantellamento». A sottolinearlo, in vista dei referendum delle fusioni del prossimo 11 e 12 novembre in Toscana, Marco Buselli, Sindaco di Volterra e tra i fondatori di Orgoglio Comune il movimento che dal 2016 ha interessato 5700 primi cittadini italiani sensibilizzandoli sul tema delle fusioni. «Da Volterra – prosegue Buselli – è nato un movimento che è oggettivamente di popolo e chiede dignità e rispetto per una terra, l'Italia, che è fatta essenzialmente di popolo e di Comuni.

Il mio appello, in vista del voto in dieci Comuni toscani è che i cittadini votino convinti per il no alle richieste di fusioni imposte dall’alto, riaffermando così la centralità dell’istituzione comunale quale luogo identitario di una comunità. Purtroppo il modo in cui oggi molta parte della classe politica italiana affronta il tema delle fusioni dei Comuni, proponendone in alcuni casi l'obbligatorietà per legge, in altri promuovendo processi che ne sanciscono l'obbligatorietà di fatto, segna un insostenibile attacco alle autonomie locali e all'esistenza stessa dei piccoli Comuni.

Le politiche di valorizzazione e coordinamento di territori e Comunità devono essere perseguite con convinzione e determinazione, attraverso l'uso delle funzioni associate, da esercitare attraverso le Unioni e Convenzioni. Queste ultime, Unioni e Convenzioni, vanno considerate un modello istituzionale stabile - non qualcosa di propedeutico alla fusione - in grado di assicurare servizi efficienti con minori costi».

Ci sono Comuni che sono passati da gestioni associate di servizi e unioni, altri si sono fusi senza tappe intermedie. La Regione ogni volta ha incentivato la scelta con 500 mila euro l'anno (per cinque anni) di contributi straordinari, 250 mila euro per ogni vecchio comune. A queste risorse utili per dare fiato a progetti rimasti troppo a lungo nel cassetto o per tamponare tagli sui trasferimenti statali, si sono sommate deroghe sulla spesa in bilancio e contributi statali straordinari, per dieci anni, pari al 50 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l'anno 2010, fino ad un massimo di 2 milioni per ciascun beneficiario.

Tempo di bilanci per la gestione associata della Polizia Municipale Arno-Sieve dei Comuni di Pontassieve e Rignano sull’Arno. Si è svolto a Rignano sull’Arno lunedì mattina l’incontro tra i Sindaci Monica Marini e Daniele Lorenzini, insieme ai responsabili del Corpo di Polizia municipale, per tracciare un bilancio della attività svolte e per programmare il futuro rinnovo della convenzione che lega le due municipalità. Il Corpo oggi formato da 23 agenti ed ufficiali di polizia locale e da 3 assistenti amministrativi, svolge le proprie funzioni all’interno dei due comuni associati in un territorio complessivo di 168,65 kmq ed a servizio di una popolazione residente di quasi 30.000 persone. Rilevante l’attività di controllo intensificata a scopo preventivo.

Sono stati 178 i posti di controlli a cui si aggiungono 68 giornate di servizio notturno per un totale di 696 ore di servizio, oltre 50 in più rispetto a quelle svolte nel 2013, primo anno di attività congiunta. Sul fronte della sicurezza urbana la centrale Operativa unica, che gestisce centralino, centrale radio, pronto intervento e sistema di videosorveglianza si è rilevata uno strumento importante a supporto non solo delle attività della Pulizia Municipale, ma anche per le altre Forze di Polizia.

Prevenzione ed educazione stradale ed alla legalità sono state anche al centro dei progetti che hanno visto coinvolte le scuole del territorio con coinvolti 778 studenti. All’interno dei dati si ricordano altri numeri collegati alle attività di controllo. Tra questi si registrano le 110 sanzioni per scarichi o conferimenti illeciti di rifiuti, 263 per mancata copertura assicurativa di veicoli, 235 per circolazione con veicoli sottoposti a fermo o sequestro, e 961 per circolazione con veicoli sprovvisti di revisione periodica. Nelle azioni di controllo sulle strade si registrano i ritiri di 19 patenti di guida e di 4 carte di circolazione.

In totale sono stati decurtati 3.236 punti patente. Infine va ricordato l’intervento diretto della polizia Municipale su 130 incidenti rispetto ai 140 in totale che si sono registrati. I Sindaci hanno condiviso un giudizio nettamente positivo sul lavoro svolto e sui risultati raggiunti e durante l’incontro hanno ribadito la volontà di proseguire verso il rinnovo della convenzione, con la volontà di migliorare ulteriormente i servizi e la sicurezza per le due comunità.

Video gallery
In evidenza