Il De re uxoria di Francesco Barbaro

La ripubblicazione del volume, a cura di Claudio Griggio e Chiara Kravina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 novembre 2021 10:01
Il De re uxoria di Francesco Barbaro

Si annuncia la ripubblicazione del volume di Francesco Barbaro "De re uxoria", a cura di Claudio Griggio e Chiara Kravina, per Olschki Editore, nella collana Studi e testi dell'Istituto nazionale di studi sul Rinascimento.

Composto a Venezia e donato per le nozze fiorentine di Lorenzo de’ Medici il Vecchio con Ginevra Cavalcanti (1416), il De re uxoria di Francesco Barbaro è il primo trattato rinascimentale incentrato sulle qualità della donna e sui compiti di gestione della famiglia. Divenne ben presto una sorta di best seller, affiancandosi, tradotto e diffuso in tutta Europa, alle opere affini dello pseudo-Plutarco e di Pier Paolo Vergerio in quella che Eugenio Garin definì una ‘trilogia pedagogica’ di età umanistica.

Il trattato, che congiunge idealmente l’élite culturale e politica di Venezia e Firenze, ha avuto un’enorme influenza come interpretazione del modello familiare dell’aristocrazia veneziana in cui la tradizione e gli usi locali sono aggiornati e nobilitati grazie al confronto con i modelli classici proposti dalla nuova cultura umanistica, di cui Barbaro e il suo maestro Guarino Veronese furono a Venezia i principali promotori. Alla fortuna d ell’opera contribuirono l’eleganza dello stile e quel gusto per la concretezza che sa servirsi anche dell’aneddotica antica e contemporanea per creare sapide descrizioni: qualità che ancora oggi rendono gradevole la lettura di un testo importante per la storia del costume e della cultura occidentale.

Francesco Barbaro (1390-1454) fu tra i maggiori esponenti della civiltà letteraria veneziana e anche europea. A un’intensa attività diplomatica al servizio della Serenissima seppe sapientemente affiancare l’impegno letterario. Oltre al De re uxoria, a sua firma restano una traduzione latina delle Vitae plutarchee di Aristide e di Catone il Vecchio, nonché un ricco Epistolario che è testimonianza dei legami di amicizia e di collaborazione intellettuale coltivati con i protagonisti delle sedi in cui ricoprì importanti incarichi politici e con i rappresentanti della nuova res publica litteraria, tra i quali Guarino Veronese, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini e Ambrogio Traversari. Svolse un ruolo centrale nel ritorno della lingua e letteratura greca in Italia.

Claudio Griggio è stato docente di Letteratura Italiana all’Università degli Studi di Udine, dopo aver insegnato Letteratura del Rinascimento all’Università degli Studi di Trieste e Filologia umanistica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La sua attività scientifica si è rivolta prevalentemente al Trecento (Dante, Petrarca e Boccaccio) e all’Umanesimo (oltre al Barbaro, Guarino, Bruni, Traversari, Poliziano e Navagero), con qualche incursione anche nel Settecento, veneto e veneziano, e nel Novecento (Zanzotto).

Ha fatto parte della direzione del Dizionario biografico dei Friulani. Nuovo Liruti; codirige "Archivum mentis" e la "Rivista di letteratura religiosa italiana"; è membro della Redazione di "Lettere Italiane" ed è Socio dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e dell’Accademia di Udine. Opera tuttora come consulente scientifico della Schola Humanistica di Padova.

Chiara Kravina ha conseguito il Dottorato in Discipline filologiche e linguistiche moderne presso la Scuola Normale Superiore con una tesi sul De re uxoria, indagandone la fortuna e la tradizione manoscritta e a stampa. Oltre a dedicarsi al censimento dell’Epistolario della letterata friulana Caterina Percoto, nel corso delle sue ricerche si è occupata prevalentemente di letteratura dell’età umanistico-rinascimentale. È autrice di numerosi contributi relativi al Barbaro e all’Umanesimo veneziano, alla tradizione manoscritta della Commedia, all’Epistolario di Guarino Veronese, alla ricezione dell’Ariosto tra Cinque e Seicento, nonché a carteggi otto-novecenteschi su Dante e Petrarca. Attualmente sta lavorando al Catalogo dei manoscritti del De re uxoria.

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