Firenze, il Battistero ed i 270 mila Euro dei fiorentini

Sarebbe stato aperto un fascicolo in merito all'interrogazione del consigliere comunale Tommaso Grassi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2016 19:01
Firenze, il Battistero ed i 270 mila Euro dei fiorentini

L'appello lanciato dai banchi del Consiglio comunale, riguardo una generosa buonuscita assegnata ad un ex dipendente dell'Opera del Duomo, sarebbe stato raccolto dalla Procura di Firenze. Tra le dichiarazioni del consigliere Tommaso Grassi spuntano anche i 270 mila Euro destinati al restauro di alcune opere appartenenti al Battistero fiorentino. L'Opera di Santa Maria del Fiore, appresa la notizia del possibile procedimento in corso, precisa: "i 270 mila euro di cui parla il Consigliere non sono stati dati all’Opera di Santa Maria del Fiore ma all’Opificio delle Pietre Dure".

"L'Opera del Duomo concede una buonuscita da 330 mila euro ad un ex dipendente. E' vergognoso. Il sindaco intervenga e chieda indietro il contributo dato dal Comune, ben 275mila euro, derivanti dagli incassi dei musei. E offende tutti i fiorentini che hanno contribuito con 170mila euro di crowdfunding al restauro del Battistero” questo ha denunciato Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra. “L'Opera è retta da un Consiglio d'amministrazione, se accetta di concedere buonuscite da nababbi - accusa Grassi - deve anche essere ben conscia che non può, nel momento della necessità, di restaurare il proprio patrimonio monumentale e storico piangere miseria. Troppo facile chiedere l'aiuto alla cittadinanza e alle istituzioni

"Stiamo parlando di un organizzazione non a fini di lucro – continua Grassi – con il fine della tutela, della promozione e valorizzazione, nelle funzioni religiosa, civile, culturale e storica, della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, nonché di tutti gli altri suoi monumenti e fabbricati. Quindi chiediamo al Comune, che se non verrà revocata la buonuscita, sia chiesta la restituzione del contributo di 275 mila euro. Il consigliere comunale conclude con un appello: "Viviano, l'ex dipendente e beneficiario, faccia un gesto di grande misericordia. Proprio nell'anno del Giubileo. Destini i fondi della propria buonuscita per i più bisognosi. Migranti e i profughi, alle tante famiglie, anche fiorentine, che hanno difficoltà economiche".

L'Opera di Santa Maria del Fiore interviene con una nota ufficiale: "In relazione alla notizia diffusa dall’ANSA che informa di una apertura di fascicolo, senza ipotesi di reato e senza indagati, sulle vicende di questi giorni l’Opera di Santa Maria precisa che, trattandosi di rapporto di lavoro privato, non possono sussistere ipotesi di reato. Se l’indagine è legata all’interrogazione del Consigliere Comunale Grassi, anche il Comune di Firenze potrà confermare che i 270 mila euro di cui parla il Consigliere non sono stati dati all’Opera di Santa Maria del Fiore ma all’Opificio delle Pietre Dure perché realizzi le copie delle statue che debbano essere ricollocate sopra le Porte nord e sud del Battistero e come tali resteranno di proprietà dello Stato. L’Opera di Santa Maria del Fiore ribadisce di non avere ricevuto alcuna somma di denaro né dallo Stato né da Enti pubblici. Tutti i bilanci sono depositati in Prefettura, quelli degli ultimi anni sono certificati e l’Opera di Santa Maria del Fiore auspica che la stessa Prefettura effettui analisi approfondite per confermare la trasparente ed oculata gestione".Davanti alla precisazione il consigliere Tommaso Grassi, progetto alla mano, ribatte: "La proprietà del Battistero è riconosciuta all'Opera del Duomo, il fatto che i soldi siano finiti all'Opificio delle Pietre Dure è effetto dell'incarico del restauro, ma se non fossero arrivati i soldi, l'Opera, e solo l'Opera, avrebbe dovuto provvedere in altro modo al pagamento dei lavori".

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