Firenze e Pistoia unite da nuovi itinerari culturali

Biglietti cumulativi e ingressi gratuiti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 settembre 2023 14:24
Firenze e Pistoia unite da nuovi itinerari culturali

Firenze e Pistoia sempre più vicine grazie ai nuovi itinerari turistico-culturali promossi dal Comune di Pistoia e dalla Cattedrale di San Zeno insieme, rispettivamente, all’Opera di Santa Maria del Fiore e all’Istituto degli Innocenti. Percorsi che uniscono le due città toscane, vicine per posizione geografica, storia, cultura e dei quali possono beneficiare i visitatori di alcuni istituti museali attraverso la predisposizione di gratuità e biglietti congiunti.

Gli antichi legami si rinnovano, dunque, con gli accordi siglati tra l’Opera di Santa Maria del Fiore e la Chiesa Cattedrale di San Zeno e poi tra il Museo dello Spedale del Ceppo, facente parte della rete dei Musei Civici del Comune di Pistoia, e il Museo degli Innocenti, che mettono in connessione il patrimonio culturale custodito nei due capoluoghi. L’obiettivo, oltre a incrementare il flusso di visitatori nei luoghi dell’arte con richiami tematici, è anche quello di invitare i turisti a muoversi tra Firenze e Pistoia per avere un panorama più ampio e completo della storia (anche della sanità), dell’architettura, della tradizione pittorica e scultorea, degli artisti che nei secoli hanno reso grande la Toscana, che oggi ospita capolavori unici al mondo.

Nel dettaglio, la collaborazione tra l’Opera di Santa Maria del Fiore e la Chiesa Cattedrale di San Zeno ha dato vita al percorso di visita “I due tesori” che, dal primo agosto al 31 dicembre 2023, permette ai visitatori, grazie a un biglietto congiunto, di vedere a Firenze il Museo dell’Opera del Duomo, il Battistero la Cripta di Santa Reparata nella Cattedrale. A Pistoia, la Cattedrale di San Zeno con il percorso di visita denominato “Il tesoro di San Jacopo” che comprende la visita audioguidata delle principali opere d’arte e dell’Altare d’argento di San Jacopo oltre al Battistero di San Giovanni in Corte e la Torre campanaria.

L’accordo tra il Comune di Pistoia, con il Museo dello Spedale del Ceppo, e il Museo degli Innocenti di Firenze prevede, invece, per tutto il 2023 la consegna ai visitatori del museo fiorentino di un coupon, valido per l’ingresso gratuito al Museo dello Spedale del Ceppo di Pistoia. Il museo fiorentino, che testimonia una storia di accoglienza e aiuto all’infanzia e alle famiglie, mostra, infatti, molti punti di collegamento il museo che si trova nell’ex complesso ospedaliero pistoiese, di cui illustra le vicende storiche, architettoniche e artistiche, dedicando un’ampia sezione alla storia della sanità.

Il percorso Museo degli Innocenti - Museo dello Spedale del Ceppo nasce da una affinità tematica tra le due sedi. Il Museo degli Innocenti di Firenze, che racconta la storia secolare dell’Istituto degli Innocenti la cui costruzione è iniziata nel 1419 su progettato di Filippo Brunelleschi, permette infatti di scoprire un patrimonio culturale legato all’attività svolta in favore dei bambini che non potevano essere cresciuti dalle famiglie d’origine, testimoniando così una storia di accoglienza e aiuto all’infanzia e alle famiglie. Il Museo dello Spedale del Ceppo di Pistoia, che ha sede in alcuni ambienti monumentali dell'ex complesso ospedaliero pistoiese, illustra invece le vicende storiche, architettoniche e artistiche della città, dedicando anche un’ampia sezione alla storia della sanità e dell’assistenza.

Facendo leva su questa connessione, l’Amministrazione comunale pistoiese ha avviato, per tutto il 2023, una collaborazione con un museo tradizionalmente ricco di visitatori come quello fiorentino, così da incrementare le visite turistiche a Pistoia e sostenere l’immagine di Pistoia come meta di un vero e proprio ‘turismo dell’esperienza culturale’.

Il percorso “I due tesori” nato dalla collaborazione tra l’Opera di Santa Maria del Fiore e la Chiesa Cattedrale di San Zeno, dal primo agosto al 31 dicembre 2023 permette ai visitatori di vedere i due complessi monumentali di Firenze e Pistoia grazie a un biglietto congiunto.

Simbolo di questa affinità e fulcro del progetto sono due opere capitali dell’oreficeria sacra medievale: l’Altare d’argento di San Giovanni nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze e l’Altare d’argento di San Jacopo nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia. A questi si aggiungono le opere dei grandi artisti e architetti che operano nelle due città, dal Medioevo al pieno Rinascimento, tra cui Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti, Giorgio Vasari, il Verrocchio, i Della Robbia e i Buglioni, Michelozzo, Coppo di Marcovaldo e altri ancora.

Nella sala del “tesoro” del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze è conservato uno dei capolavori dell’oreficeria toscana a cavallo tra Tre e Quattrocento l’Altare d’argento di San Giovanni, commissionato dall’Arte di Calimala come dossale per l’altare maggiore del Battistero di Firenze: occorreranno oltre cento anni di lavoro, 200 chili d’argento e 1050 placchette smaltate per portarlo a termine. Il suo archetipo si trova nell’imponente e raffinato Altare d’argento di San Jacopo nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia, realizzato in onore del Santo Patrono della città per contenere una sua preziosa reliquia.

Due capolavori dell’arte sacra medievale: quello di San Jacopo, più antico, sarà “d’ispirazione” al suo successore fiorentino. I due altari i si somigliano per materia e tecnica (argento sbalzato con dorature, parti a tutto tondo e smalti), per invenzione (storie in bassorilievo entro riquadri che si dispongono intorno a nicchie con le figure a tutto tondo dei santi “titolari”) e per esser il risultato entrambi di un lavoro plurisecolare (1287-1456 gli estremi dell’altare di Pistoia; 1366-1483 di quello fiorentino), svolto dalle mani dei maggiori orafi e artisti toscani del tempo.

Ed è sempre l’Altare d’argento di San Jacopo a collegare le due cattedrali nel nome di Filippo Brunelleschi. Agli inizi del 1400, Brunelleschi, che inizia la sua carriera come orafo e scultore, partecipa al concorso per la realizzazione della Porta Nord del Battistero di Firenze e nello stesso periodo realizza per l’Altare d’argento di Pistoia la formella con i profeti Isaia e Geremia sul lato sinistro del dossale: figure che, pur nelle dimensioni ridotte, per la libertà plastica e la verità naturale e psicologica e per l’intensità spirituale dei gesti e delle espressioni, costituiscono uno delle più preziose testimonianze dell’inizio del Rinascimento.

Ritroviamo Brunelleschi a Firenze alle prese con una delle imprese più importanti di tutti i tempi, la costruzione della Cupola della Cattedrale di Firenze, che realizzerà a partire dal 1420. Evidente il rapporto tra la Cupola del Brunelleschi e quella della Basilica dell’Umiltà a Pistoia - iniziata da Giuliano da Sangallo, proseguita da Ventura Vitoni e terminata da Giorgio Vasari - in un percorso che abbraccia dal 1420 al 1568 il lavoro dei più eccellenti architetti del tempo. Ma ai due altari d’argento hanno in comune un altro artista: Leonardo di Ser Giovanni che nel 1361-1364 opera a sul lato sinistro dell'altare jacopeo alle storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, e successivamente, fino al 1371, sul lato opposto a quelle della vita di San Jacopo e poi, nel 1366, sarà incaricato insieme a Betto di Geri di eseguire alcune scene della vita del Battista sul lato frontale dell'Altare d’argento del Battistero fiorentino.

“Un progetto che va nella direzione giusta - ha detto la vicesindaca e assessora alla Cultura e al turismo Alessia Bettini - perché si sposa perfettamente con la nostra visione di turismo sostenibile incentrato su progetti di qualità e delocalizzazione dei flussi. Come amministrazione, siamo impegnati a promuovere un’idea di turismo in grado da un lato di alleggerire la pressione sui 5 km quadrati del nostro centro storico, dall’altro di valorizzare la bellezza e la ricchezza culturale di tutta l’area fiorentina e non solo, andando ad abbracciare come in questo caso anche un ambito più ampio ma accomunato da un legame culturale forte, spesso poco conosciuto”.

«Questa collaborazione con Firenze, che permette di riprendere un dialogo mai interrotto tra l’arte e la storia delle nostre città, è fonte di grande soddisfazione – ha detto Alessandro Sabella, assessore al turismo del Comune di Pistoia –. Per lo sviluppo di sinergie come questa, un ruolo fondamentale è giocato dalle Amministrazioni comunali che possono fare da collante fra settore pubblico e privato, in vista del raggiungimento di obiettivi comuni, che possano favorire la crescita dei flussi turistici e invitare a conoscere meglio la nostra regione nelle sue tante sfaccettature».

«L’Istituto degli Innocenti è un esempio di eccellenza che varca i confini nazionali sia in termini di accoglienza dell’infanzia abbandonata e di promozione dei diritti delle nuove generazioni sia dal punto di vista architettonico e culturale - ha detto Maria Grazia Giuffrida, Presidente dell’Istituto degli Innocenti -. Primo esempio rinascimentale racconta l’evoluzione sociale della città di Firenze. L’Istituto degli Innocenti negli ultimi anni si è aperto ancora di più alla città con la convinzione che lo scambio di cultura e di saperi sia fondamentale per una società giusta e civile, abbiamo quindi accolto con favore la collaborazione con la Città di Pistoia».

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