Firenze dichiara Guerra ai Minimarket e cambia le regole

Dario Nardella gioca il Jolly anti-ricorso: "Siamo un bene dell'Umanità"

Antonio
Antonio Lenoci
16 ottobre 2015 14:29
Firenze dichiara Guerra ai Minimarket e cambia le regole

I minimarket, un problema mai risolto da Firenze. Il sindaco è emotivamente carico e trascina l'assessore Giovanni Bettarini all'interno di una rivoluzione forse già pensata ai tempi in cui l'ex deputato deteneva la stessa delega al fianco di Matteo Renzi. La colpa del fenomeno che vede 260 negozi di bevande alcoliche sul territorio fiorentino? Principalmente della deregulation voluta dal Governo Monti, questa la premessa del sindaco."Volete scrivere guerra? Scrivete "Guerra ai Minimarket".." esclama Nardella mentre sfoglia il testo che verrà sottoposto al Consiglio comunale dopo l'adozione in Giunta.Un progetto che mira a colpire anche il cambio di destinazione "Imporremo il mantenimento della "funzione" affinché nei locali occupati da un artigiano del ferro resti la stessa lavorazione e non si possa aprire ad esempio una gelateria".Un provvedimento che non colpisce solo i commercianti, visto che non tutti sono proprietari del locale, ma anche i proprietari degli spazi commerciali che avranno l'onere di affittare o vendere solo a chi avrà intenzione di continuare la funzione del precedente affittuario.Il proliferare dei Minimarket è leggibile anche come l'opportunità di mettere a reddito il locale su un tessuto commerciale che non offre alternative; chi apre un Minimarket non "occupa" un locale in uso, ma ne affitta o acquista uno vuoto, magari da tempo.Un impianto anti-ricorso.

"Abbiamo atteso i pareri di diversi soggetti coinvolti da Quadrifoglio alla Municipale oltre ai nostri legali. Si tratta di un programma che ha richiesto mesi di lavoro, ma possiamo dirci soddisfatti perché saremo i primi in Italia a mettere dei paletti concreti al proliferare di un commercio che contribuisce al degrado della città. Scusate se siamo Firenze! L'Unesco mi ha richiamato formalmente nei giorni scorsi per la mancata attuazione nella gestione di un piano di decoro e il rischio in questi casi è perdere il titolo nell'albo del patrimonio".Prima novità: la metratura del locale.

"Non è possibile aprire in 10 metri quadrati presentando una semplice SCIA. Il locale dovrà essere di almeno 40 metri ed avere i servizi igienici a disposizione della clientela. Somministri bevande al pubblico, sei obbligato a compensare con un bagno pubblico".Altri requisiti che dovranno essere dichiarati nella SCIA dell'attività destinata alla somministrazione di cibi e bevande sono: misure contro il rischio di assembramento (servizio d'ordine), assenza di attività ludiche quali slot machine, assenza di phone center, money transfer o attività di cambio ed internet point.Queste misure dovranno essere attuate entro 3 anni dall'entrata in vigore del nuovo regolamento, sono fatte salve le attività tradizionali o storiche.Quello che deve cambiare entro 3 mesi sono invece gli aspetti riferiti al decoro: divieto di esporre e pubblicizzare in vetrina bevande alcoliche, divieto di stoccaggio dei prodotti in vetrina, divieto di utilizzare pannelli luminosi, obbligo di vendere almeno 5 tipologie di prodotti freschi quali prodotti da forno, carne, pesce, frutta, verdura, latte e derivati.Sanzioni? "Da 500 a 5000 Euro stando alle trasgressioni dettate dalla normativa nazionale, da 25 a 500 Euro le sanzioni amministrative.

Sospensione dell'attività per 5 giorni in caso di reiterazione ed ulteriore sospensione di 5 giorni fino a 4 volte per un massimo di 20 giorni".Oltre a questo permane il divieto di vendita a partire dalle ore 21, un provvedimento impugnato perché opera indiscriminata del sindaco attraverso una ordinanza quando invece sarebbe dovuta essere convalidata dall'Assemblea comunale, l'inserimento nel regolamento sottoposto al voto del Consiglio ne scongiura l'annullamento."Vogliamo dare un segnale importante che deve servire a risvegliare il senso civico..

perché senza il senso civico possiamo cambiare ben poco" ha concluso Nardella.

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