Firenze capitale del Mediterraneo: Santa Croce tra identità e storia

Il Centro di spiritualità francescana è un luogo speciale del dialogo per la celebrazione del 27 febbraio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2022 19:23
Firenze capitale del Mediterraneo: Santa Croce tra identità e storia

La basilica di Santa Croce, scelta per la celebrazione di Papa Francesco che - alla presenza del presidente Sergio Mattarella - concluderà l’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, è luogo di speciale vocazione al dialogo, dove si intrecciano ideali religiosi e laici, memoria e contemporaneità.

Santa Croce è un unicum dove trovano sintesi valori spirituali e valori civili. È il suo ruolo di Pantheon degli Italiani, vero centro della memoria condivisa del Paese, a completarne l’identità, con le tombe e i monumenti funebri di grandi personaggi come Machiavelli, Michelangelo, Dante, Galileo e Foscolo.

Tutto comincia dalla fraternità e dalla forza del messaggio di pace francescano. Immagine simbolica e di eccezionale valenza storica e spirituale quella dell’incontro tra Francesco e il Sultano. Un racconto straordinario narrato nella Pala Bardi da Coppo di Marcovaldo e dall’innovativa genialità di Giotto.

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È sicuramente pensando a questa vocazione alla fratellanza che Giorgio La Pira scelse di portare anche in Santa Croce i sindaci delle capitali del mondo e i protagonisti dei colloqui del Mediterraneo. Immagine di potenza profetica - quella di Francesco e il Sultano - che porta ai giorni nostri e all’incontro dei sindaci e dei vescovi, ma anche al Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune di Abu Dhabi, che ha ispirato le Giornate della Fraternità promosse in anni recenti dall’Opera di Santa Croce e dalla Comunità dei Frati Minori Conventuali.

Le vicende di Santa Croce, nel corso dei secoli, si intrecciano con il francescanesimo e la storia di pace che ha attraversato Firenze. Nel 1211 è lo stesso Francesco d’Assisi che giunge in città: fuori dalle mura gli sarebbe stata donata una cappella dedicata alla Santa Croce, il primo nucleo della chiesa e del convento. Una bolla del 1228 rivela che papa Gregorio IX prende sotto la sua protezione la chiesa fiorentina di Santa Croce che venne più volte ingrandita nel tempo.

La chiesa attuale viene realizzata, a partire dal 1294, da Arnolfo di Cambio e diventa uno scrigno formidabile e ineguagliabile di arte religiosa. È Giotto, protagonista della rivoluzione pittorica del Medioevo, che si occupa della narrazione della vita di San Francesco, nella cappella commissionata dai Bardi, influente famiglia di banchieri.

La consacrazione a basilica avviene il 7 gennaio 1443, alla presenza del papa Eugenio IV, nella fase conclusiva del Concilio di Firenze. Giorgio La Pira considerava quel Concilio, grande incontro storico tra Oriente e Occidente, la manifestazione della “vocazione mediatrice di Firenze”.

Sono centinaia gli artisti che lavorano in Santa Croce dal Duecento al Novecento. Tra loro ci sono Cimabue, Donatello, Taddeo Gaddi, Giovanni Da Milano, Giorgio Vasari, Antonio Canova. Filippo Brunelleschi progetta la Cappella Pazzi. Tutti insieme contribuiscono a definire la particolarità di uno dei complessi monumentali più suggestivi del mondo.

L’Opera di Santa Croce ha una storia secolare e un ruolo contemporaneo: istituita nel XIV secolo dalla Repubblica fiorentina, si occupa della tutela e della valorizzazione del complesso monumentale, in accordo con gli enti proprietari che sono il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno e il Comune di Firenze.

L’Opera, fabbriceria tra le più antiche in Italia e oggi organizzazione laica senza scopo di lucro, è presieduta dalla storica dell’arte Cristina Acidini. Del suo consiglio, che agisce a titolo gratuito ed è stato nominato dal ministro dell’Interno, fanno parte Aureliano Benedetti (vicepresidente), Andrea Bucelli, Giulio Conticelli, Maria Di Benedetto, Paolo Ermini e Giancarlo Lo Schiavo. Il segretario generale è Stefano Filipponi.

L’immenso patrimonio artistico e il valore civile dei monumenti e memoriali custoditi in Santa Croce richiedono un’importante attività di conservazione che l’Opera compie senza contributi pubblici, grazie ai fondi raccolti con le visite e le donazioni private. L’attività di conservazione, per cui sono richieste ingenti risorse, viene attuata attraverso delicati interventi di restauro, innumerevoli operazioni di recupero architettonico e artistico, nonché di ordinaria e straordinaria manutenzione con adeguamenti impiantistici e dei sistemi di sicurezza. Tutte le iniziative vengono condotte con la supervisione delle Soprintendenze competenti, seguendo una regolare pianificazione.

Alla conservazione si accompagna la promozione della conoscenza dello straordinario patrimonio architettonico e artistico del complesso monumentale. In linea con la propria missione, l’Opera affianca agli interventi conservativi anche numerose iniziative di valorizzazione volte a diffondere a un pubblico sempre più ampio la conoscenza del complesso monumentale e della sua articolata identità dove si intrecciano aspetti religiosi, storici, artistici e civili.Tutte le iniziative dell’Opera si coniugano al pieno rispetto della sacralità del luogo e si svolgono in accordo con la Comunità dei Frati Minori Conventuali, che anima la vita spirituale di Santa Croce fin dalla fondazione della basilica.

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