Fabio Mariani al Macro di Roma

Prosegue ‘Macro Asilo’, il progetto sperimentale di museo ospitale, inaugurato il 30 settembre scorso nello spazio di via Nizza con una grande festa

Elena
Elena Novelli
11 novembre 2018 21:13
Fabio Mariani al Macro di Roma

In calendario per tutto l’autunno, al museo di arte moderna di Roma Macro, oltre 40 lectio magistralis, autoritratti e incontri, 20 performance, video proiezioni, laboratori e concerti ad ingresso libero.

Il 18 novembre l’architetto spagnolo Juan José Lahuerta, a capo delle collezioni del Museo Nazionale d'Arte della Catalogna presenterà “Il museo vuoto”. Seguiranno, tra le altre personalità, le lectio di Giacomo Marramao (23 novembre), Pier Luigi Sacco (25 novembre), Adonay Bermúdez (27 novembre) e Michele Dantini (30 novembre).

In Auditorium le Macro Letture, tra cui il premio Campiello Rosella Postorino con “Le assaggiatrici”, e il premio Strega Helena Janeczek con “La ragazza con la Leica”.

Tra le performance segnaliamo quella di Uemon Ikeda e Janet Park, che il 16 novembre presentano nel Foyer “Il sogno della farfalla nella ragnatela”: l’infanzia, il sogno, antiche storie orientali si intrecciano nella ragnatela di lana e seta che l’artista giapponese tesse mentre la danzatrice americana si fa farfalla, e i visitatori potranno interagire con l’installazione. Dal 9 al 19 novembre invece, Gonzalo Borondo realizzerà l’imponente installazione “Non plus ultra”: nel cortile del museo l’artista darà forma ad un lavoro di stampa serigrafica su cinquantadue lastre di vetro, che verranno poi ospitate negli spazi dell’Ex Dogana.

Oltre al video del giorno, in calendario ci sono anche film e proiezioni: dal 22 al 25 novembre, la rassegna “Wolf Vostell and Contemporary friends” Video Art Meeting.

Per gli addicted del fitness poi, tutti i giorni alle 10, gli “Esercizi del mattino” con yoga, tai chi, danza contact, mentre la sera continuano gli eventi live nel foyer.

Al piano superiore quattro atelier ospitano quattro pittori, che trasferiscono gli studi lì per una settimana, e possono essere così osservati da vicino nel loro processo creativo. Uno di questi è Fabio Mariani, apprezzato artista romano, che ha concluso ieri la sua ‘exhibition’.

Tra le molte opere nella capitale, suo è il murales simbolo del Maam, realizzato nel 2014. Le mostre a lui dedicate hanno girato l’Italia, tra le altre nel 2012 una collettiva a Palazzo Uzielli, nel Museo Leonardesco di Vinci, e sempre nel 2012 alla Casa di Dante a Firenze.

Nel 2011 è andato in Cina Seguendo il cammino di Marco Polo: artisti italiani dipingono Hangzhou. Ha esposto a Londra, a Parigi e a Madrid. Al momento sue opere si trovano a Bruxelles.

La mia è una pittura materica, stratificata - ci rivela - lavoro su legno, pietra, carta, metalli”. “Utilizzo l’alfabeto della natura - spiega - e i colori acidi rispecchiano il malessere della città”. “Sono partito dal bosco - racconta - per la precisione dall’Appenino toscano, dove mi trovavo per una mostra: lì ho iniziato ad estrarre il tannino dai castagni, poi è arrivato l’inchiostro ferrogallico”. “Ma quello che si usava fino all’800?” Chiediamo. “Sì, mi interessa l’aspetto temporale - suggerisce - riportare in vita qualcosa che non esiste più”. Lo faceva Hebborn, la cui morte in una notte di pioggia di qualche anno fa a Trastevere resta un mistero. “Sì, ma lui lo utilizzava appunto per dare una patina di autenticità alle sue copie - chiarisce - mentre io estraggo dalle radici degli alberi ciò che il cielo, in forma di acqua piovana, manda sulla terra”.

Ma le sue riflessioni non hanno bisogno di parole: hanno una forma e un colore, sono suggestioni che vivono nelle sue opere. Forse è arrivato il momento di dedicargli una personale a Firenze...restiamo in attesa.

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