Firenze, 12 ago.– “In Toscana si andrà alle urne il 12 e 13 ottobre, come avevamo detto da mesi”. Il presidente Eugenio Giani ha firmato il decreto con cui fissa la data delle elezioni regionali in Toscana.
“La nostra sarà la regione che vota nel mezzo, quando avranno già votato Val d’Aosta e Marche, che vanno alle urne il 28 e 29 settembre, e la Calabria, il 5 e 6 ottobre; altre 3 regioni voteranno a novembre inoltrato”, continua Giani. “La nostra data forse è la più equilibrata: coincide con il momento del rientro a scuola e si evitano periodi in cui il rischio di allerte per il maltempo è più alto, come sappiamo che accade in Toscana a fine ottobre e inizio novembre. Inoltre è una data che consente l’approvazione del bilancio entro il entro 31 dicembre, oltre il quale si va in esercizio provvisorio, che è una condizione molto grave per quel che riguarda la capacità di spesa e il funzionamento della Regione”.
"Siamo al centro dell'attenzione perché siamo la novità – insieme e grazie a Tomasi – di queste elezioni regionali, il cui esito è tutt'altro che scontato, nonostante i tentativi antidemocratici da parte del potere di spostare a piacimento la data del voto o di vivacchiare con alchimie di palazzo. Questa volta c'è la volontà di vincere e, grazie ad Alessandro Tomasi e al contributo di civici come noi, c'è lo spazio politico per vincere e, soprattutto, governare con una classe dirigente che ha dimostrato competenza e radicamento nei vari territori toscani, che hanno bisogno di una rappresentanza diversa e maggiore nel centro decisionale di Firenze.
Proprio per questo, stiamo lavorando per allargare a chi non vota più e ai delusi, tanti, da una politica che non fa, non decide, che tiene tutto fermo, mentre la Toscana va indietro. Il nostro progetto civico è fatto da cittadini al servizio del cambiamento, non da uomini soli al comando; rifiutiamo di collocarci nelle sigle della politica tradizionale e nei suoi steccati, sosteniamo Tomasi perché è il cambiamento e ha dimostrato di saper cambiare il suo territorio. Noi vogliamo una Toscana del fare, una Toscana che decide di sviluppare tutti i suoi aeroporti in accordo con i territori e in modo coordinato, una Toscana che non si concentra solo sulla tramvia a Firenze ma fa evolvere le tratte ferroviarie della Regione, spesso profondamente arretrare, una Toscana che fa sviluppare i porti e gli interporti così da spostare merci e tornare a essere, come siamo stati in passato, la porta d'accesso del mar Tirreno alla Penisola e così all'Europa, siamo per una Toscana che smette di ipotecare il futuro, creando debito e buchi, per il facile consenso immediato, ricostruendo una sanità toscana pienamente pubblica, per tutti" fa sapere, in una nota, il Comitato promotore della Lista civica Tomasi presidente.
Approfondimenti
La direzione del Partito democratico della Toscana giovedì scorso ha proposto la ricandidatura di Eugenio Giani alla presidenza della Regione Toscana.
Jacopo Mazzantini, segretario del Pd Empolese Valdelsa ha dichiarato: «Soddisfazione per la ricandidatura del Presidente Eugenio Giani. La sua figura, riconosciuta ed apprezzata in tutta la Toscana per l’impegno nel valorizzarla tutta, è certamente la migliore per guidare l’ampia coalizione che, con grande cura e determinazione, il segretario regionale Emiliano Fossi, di concerto con la Segretaria nazionale Elly Schlein, sono riusciti a comporre, anche grazie alla disponibilità di tutte le forze del centrosinistra, che hanno colto in questo passaggio un’occasione preziosa per costruire un primo passo verso una proposta alternativa al Governo Meloni».
"Costretto com'è dall'emorragia di voti, dall'insofferenza di interi territori verso una Regione che non ascolta e non decide e dai disastri del sistema di potere PD, come a Prato, a reclutare tutto e il contrario di tutto – da Italia Viva che vorrebbe lo sviluppo al M5S che ci vorrebbe tutti poveri -, Giani parla come fosse un neofita della politica e, soprattutto, come se fosse un amministratore di successo, uno che ha fatto. Peccato che sia al potere da 30 anni e non abbia concretizzato alcunché per i cittadini toscani.
Parla di acqua pubblica, di ciclo dei rifiuti, di lotta all'inquinamento. Con quale faccia tosta! Le infrastrutture idriche sono vecchie e, nonostante le bollette più alte d'Italia siano proprio in Toscana, non vengono fatti interventi strutturali, né nuovi depuratori né impianti; non ci sono impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti e, più volte, sono emersi scandali sul ciclo illegale dei rifiuti in Toscana. Andiamo oltre la demagogia e diciamo la verità: il bene acqua in Italia è pubblico, si paga la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture per portarla agli immobili ed è molto difficile che possa tornare in mano ai singoli Comuni" afferma, in una nota, l'On.
Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di FI.
"Semmai, va rafforzato il partenariato pubblico-privato – riflette -, facendo sì che il servizio sia migliore e soprattutto non ci sia spreco di acqua e che venga riciclata al massimo per il riuso, come si faceva con il Gida – la vera Prato è sempre all'avanguardia -, la cui proprietà è al 99% della Multiutility e l'1% è degli industriali, i quali meno di un mese fa gli hanno bocciato il bilancio. Per questo – aggiunge Mazzetti, che in questi giorni sta studiando il dossier Gida – portiamo i fanghi fuori a smaltire, producendo un costo esoso, perdita di profitto in loco e danno ambientale".
"Giani, che non aveva convinto nemmeno il suo partito, ed è costretto a mettere insieme tutto e il contrario di tutto promette ciò che non ha fatto e non ha mantenuto in 5 anni da presidente, dopo decenni da amministratore nel sistema PD". "Tuttavia, la Toscana – incalza Mazzetti – non può permettersi di restare arretrata per altri 5 anni. I Toscani, dopo questa marchetta agli estremisti, dovranno in caso di vittoria concedere l'assessorato all'ambiente a coloro che predicano la decrescita infelice".
"L'alternativa – conclude – è il Centrodestra, che governa insieme a livello nazionale, in molte regioni del Nord e del Sud che guardano avanti e non stanno inchiodate al passato come la Toscana del sistema PD, in moltissimi comuni toscani che non ne possono più di un potere fossilizzato sulle poltrone che ci tiene volutamente indietro per preservare posti e rendite e ci fa perdere il treno dello sviluppo".