Che la partita fosse segnata lo si è capito già dopo 38 minuti, quando con la Roma già in vantaggio – e sugli errori ci torno dopo – la bordata di Kean si è stampata sul palo nella più bella azione della Fiorentina dall’inizio della stagione ufficiale. E la conferma all’82’, una palla d’oro giusto sul mancino in genere educatissimo di Robin Gosens a un passo dalla porta, Franchi pronto all’urlo liberatorio ma la ciabattata finisce in curva.
E così si consuma un’altra sconfitta, ancora in casa: bruciante perché presa contro Gasperini, contro una Roma poco più che piccina che ha il solo pregio di credere obbedire combattere, lavorare palloni senza ricami ma con rapidità di giro e di tiro. Bruciante perché la Fiorentina ha messo in vetrina qualche sprazzo in più di gioco, o meglio di voglia, qualche buona partenza con protagonista sempre Jacopo Fazzini, perché il buon Gudmundsson ne ha padellata un’altra, e di brutto, tolto per l’appunto il tocco di prima per Fazzini che ha mandato Kean sul palo.
Bruciante perché Kean si è sbloccato, ha lottato da par suo, magari pecca un tantino di egoismo e qualche palla potrebbe anche passarla a chi è messo meglio ma glielo perdoni, e Piccoli – che a inizio ripresa ha rimpiazzato il talento islandese sempre più nascosto – si è mosso discretamente, ha colpito di controbalzo una gran traversa, ha sfiorato di testa un velenosissimo crossone di Nicolussi Caviglia, un altro che boh, qualche palla buona, sì, ma il più delle volte invece di impostare si gira indietro a ricominciare il solito lentissimo ti-ti-tic di passaggini comfort zone nel raggio massimo di metri cinque.
Bruciante perché la Fiorentina ha avuto a disposizione 68 minuti recuperi compresi per raddrizzare la partita ma non l’ha saputo fare. Tre a tre il conto finale dei tiri nello specchio, e grazie Dobvyk che si è mangiato anche lui un gol fatto davanti a un De Gea incredibilmente fermo su un pallone che gli è passato davanti a un metro e mezzo; ma sul portierone c’è qualche dubbio anche per come ha preso il secondo gol, sul palo vcino, con Cristante che stacca visibilissimo di testa (su un corner forse inventato dalla coppia arbitrale Colombo-Perrotti, autori di numerosi altri disastri, falli invertiti, cartellini mal gestiti, fiscalismi contro lassismi tutti inspiegabili e anche altro), mentre sul pareggio di Soulé è Ranieri – complici un po’ tutti i colleghi di reparto – a lasciargli troppo spazio e troppo tempo per battere a rete.
Parliamoci chiaro. Se il campionato finisse stasera, la Viola si salverebbe solo per migliore differenza reti sul Verona. Un diciassettesimo posto che sa d’allarme, in vista poi del trittico di fuoco che attende Pioli & C. dopo la sosta azzurra con tre giocatori – Kean, Nicolussi, Piccoli – nella scuderia di Gattuso, e menomale che c’è la sosta perché sono usciti acciaccati Fazzini e Dodo, c’è solo da sperare che quindici giorni siano sufficienti per ritrovarli in campo, e speriamo che ai nazionali non succeda nulla.
Più Fazzini, di gran lunga il migliore, il più vivace, il più propositivo e sveglio e anche meno impreciso dei viola sempre alle prese con i soliti problemi & difetti. Errori individuali, dice ma oggi c’era vento, sì, c’era anche per i romanisti che però hanno sbagliato meno, la classifica li premia decisamente oltre i meriti, del resto nel calcio conta anche il culo, no? Comunque sia, pensiamo alla Viola e appunto a quel trittico: Milan e Inter fuori con in mezzo al Franchi il Bologna che na ha appioppate quattro a quel Pisa capace di fermare la Fiorentina (d’accordo, a casa sua, d’accordo) sulle reti bianche con tanto di recriminazioni abbondanti, quindi se tanto mi dà tanto…
Menomale che c’è la sosta. Perché ad avvelenare l’ambiente – ulteriormente? – ecco prima della gara di oggi un lungo comunicato della Fiesole. Lungo e amaro, anche un pochino retorico, ma con una conclusione che no lascia spazio a dubbi: invitiamo il presidente Commisso e la dirigenza a fare quello che sarebbe stato giusto fare ormai da tempo: cacciare Daniele Pradè per il bene della Fiorentina”. Con un post scriptum altrettanto eloquente: “Con la chiarezza che ci contraddistingue comunichiamo che questa sarà L’ULTIMA volta che la Curva Fiesole tratterà questo argomento n queste modalità. A buon intenditore poche parole!“. Che, tradotto, può voler dire tutto e il contrario di tutto, anche la ripresa delle mitiche corse in viale dei Mille, i meno giovani ricordano.
Ma che sia solo Pradè il male di questa Fiorentina? Certo, il tempo che passa mostra crepe nel mercato di questa estate. Serve davvero Edin Dzeko? I due playmaker, Fagioli e Nicolussi Caviglia, sono difettati o – benché per l’uno il ruolo sia male interpretato – avevano bisogno di ben altro accanto in mediana? Siamo sicuri che le “rinunce” siano state davvero quelle giuste? La difesa non aveva bisogno forse di maggiore qualità? La rosa, in definitiva, è davvero di qualità? Domande, da Bar Sport certo, ma che rimbalzano tra la gente viola, e probabilmente rimbombano anche nelle segrete stanze.
Perché poi c’è da chiedersi altro. Per esempio sull’atteggiamento dei giocatori in campo. Sì, oggi si è vista se non altro un po’ più voglia, fino al vantaggio romanista la Fiorentina era in campo. Ma dopo, salvo rari e a dire il vero anche buoni sprazzi, si è via via dispersa, sono solo episodi quelli su cui si recrimina, non frutto di costanza e continuità. C’è chi rema contro? C’è davvero accordo tra la squadra e Pioli? Lui in sala stampa dice “abbiamo fatto la partita con grande generosità e con la giusta qualità e compattezza, i dettagli però han fatto la differenza”, e vede solo la necessità di “sistemare alcuni piccoli dettagli”.
Mah: dagli spalti, altro che dettagli.
FIORENTINA (3-4-2-1): De Gea; Pongracic, Pablo Marì (75' Comuzzo), Ranieri; Dodò (80' Fortini), Mandragora (75' Dzeko), Nicolussi Caviglia, Gosens; Gudmundsson (46' Piccoli), Fazzini (66' Ndour); Kean. All. Pioli
ROMA (3-4-2-1): Svilar; Celik (80' Ziolkowski), Mancini, Ndicka; Wesley, Koné, Cristante, Tsimikas (66' Rensch); Soulé (80'El Aynaoui), Baldanzi (59' Pellegrini); Dovbyk (59' Dybala). All. Gasperini.
ARBITRO: Colombo di Como, assistenti Perrotti-Moro, quarto uff. Massimi, Var Chiffi-Gariglio
MARCATORI: 14' Kean (F), 22' Soulé (R), 30' Cristante (R)
NOTE: ammoniti: Cristante (R), Gudmundsson (F), Pioli (F), Tsimikas (R), Pablo Marì (F), Wesley (R), Pioli (F); espulso Ottaviani (F). Angoli 4-3 Roma. Spettatori 20.548