Elba Book Festival: il razzismo nei piccoli gesti quotidiani

Un ragazzo durante la serata ha domandato se una dittatura non fosse più capace di una democrazia a garantire i diritti del singolo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 luglio 2018 16:43
Elba Book Festival: il razzismo nei piccoli gesti quotidiani

Analisi di Giovanni Baldini sui movimenti xenofobi in Europa, la ‘galassia nera' che si allarga sul continente. "Se la Toscana nel suo complesso tiene – sottolinea la vice presidente della Toscana, Monica Barni – la preoccupazione riguardo le nostre aree periferiche invece aumenta. Ed è un allarme serio che spaventa tutti coloro che lavorano sul tema della memoria: educazione, integrazione e cultura sono purtroppo sempre più sottovalutati".

Barni è intervenuta ieri sera all'Elba Book Festival di Rio, una piccola rassegna giunta alla quarta edizione e parte del più ampio progetto regionale "Leggere in Toscana". Partita martedì e con incontri che proseguiranno fino a venerdì 20 luglio, la rassegna quest'anno ha portato nell'isola ventinove case editrici indipendenti e sta crescendo anche il pubblico, un turismo responsabile e silenzioso.

Il razzismo, sottolinea l'assessore toscano nel corso della tavola rotonda ha preso le mosse dalla ricerca di Baldini, va combattuto sin dalle piccole sfumature quotidiane e non solo nei gesti eclatanti. "Ci sono forme di linguaggio subdole oramai sdoganate sul web e spacciate per urgenze sociali – dice Barni- . Non sono espressamente apologia di fascismo, ma è terribile la svalutazione dell'istruzione e della cultura che veicolano". E poi c'è l'importanza dell'integrazione, spesso sottovalutata.

Un ragazzo durante la serata ha domandato se una dittatura non fosse più capace di una democrazia a garantire i diritti del singolo. Ha risposto Takoua Ben Mohamed, nota illustratrice che nella striscia a fumetti "Sotto il velo" rappresenta con ironia la quotidianità di ragazza che ha liberamente scelto di indossare il velo in Italia. «Gli immigrati di seconda generazione crescono con i loro compagni italiani autoctoni, pur non potendo godere della cittadinanza – spiega -. E la consapevolezza di questa mancanza provoca una frana identitaria, una distanza dolorosa".

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