Heroes by Sukita, il fotografo di Bowie a Firenze

Intervista a Masayoshi Sukita presente a Palazzo Medici Riccardi per la mostra delle sue immagini del Duca Bianco

27 maggio 2019 15:44
Heroes by Sukita,  il fotografo di Bowie a Firenze
Fotogallery di Alessandro Rella - PhotoPress.it

Masayoshi Sukita, artista giapponese, autore delle foto esposte a Palazzo Medici Riccardi all’interno della mostra Heroes-Bowie by Sukita, è in visita a Firenze per giorni ricca di eventi. I #Sukitadays sono un’occasione speciale per conoscere ed ascoltare il grande maestro della fotografia che ha seguito Bowie per oltre quarant’anni, riportandone l’anima e l’essenza di uomo ed artista nelle 90 fotografie esposte in mostra. 

Quella tra il fotografo giapponese Masayoshi Sukita e il cantante David Bowie è la storia di un’amicizia, nata nel 1972, che ha attraversato quattro decenni, tra musica e fotografia . A partire dalla fine degli anni ’60, Sukita aveva iniziato a seguire la scena della musica alternativa e della controcultura, partecipando al festival di Woodstock per poi incontrare David Bowie a Londra e dare vita a un sodalizio che ha attraversato oltre quattro decenni, raccontando la storia di Bowie, con copertine leggendarie, come quella in bianco e nero di Heroes, del 1977.

L’esposizione Heroes- Bowie by Sukita rappresenta di fatto un viaggio nell’universo creativo dell’uomo delle stelle raccontato in 90 foto, che il fotografo giapponese ha visitato per la prima volta durante la tre giorni a lui dedicata, ricca di eventi, firmacopie e conferenze sulle foto che hanno immortalato il camaleontico artista che ha cantato un’epoca, plasmato sogni su altri pianeti e dato voce alle persone che non hanno voce, eroi anche solo per un giorno.

L’esposizione Heroes -Bowie by Sukita è visitabile fino al 28 giugno, a Palazzo Medici Riccardi, tutti i giorni tranne il mercoledì, dalle ore 9 alle 19.

Ho incontrato il Maestro Sukita dopo il firma copie del bellissimo catalogo della mostra; non parla inglese, e il nipote, che lo ha accompagnato in Italia, ha permesso lo svolgimento dell’intervista. Erano permesse tre domande ma Sukita, uomo molto gentile e riservato, ha dato risposte lunghissime; purtroppo il nipote è riuscito a tradurre in inglese solo quanto sotto riportato.

Quali macchine fotografiche ha usato per queste bellissime foto di Bowie, e aveva preferenza per qualche tipo di rullino? Sviluppava le foto da solo?

Sukita "Per le foto a Bowie ho usato soprattutto Hasselblad, rullini Kodak e Ektacrome. A volte sviluppavo da solo, a volte in laboratorio".

Il suo primo contatto con icone pop e rock è stato con Mark Bolan dei T.Rex, poi ha incontrato David Bowie. È stato fotograficamente attratto da altri musicisti?

Sukita "Ho incontrato Bowie molto presto, nel 1972, mentre lavoravo con T. Rex. Prima ero stato attratto soltanto dai Beatles. Ho visto posters di Bowie nelle strade di Londra, pubblicizzavano un concerto, ed è stata subito attrazione! Sono andato a vederlo dal vivo, e ho chiesto al suo management il permesso di conoscerlo, di fotografarlo. Ho lavorato anche con Iggy Pop, quando è venuto in Giappone nel 1977, insieme a Bowie che aveva appena prodotto il suo album".

Poi vi siete incontrati ancora in Giappone nel 1980, quando Bowie è venuto in vacanza nella città di Kyoto. È stato diverso fotografarlo come persona invece che come artista, come star?

Sukita "Era solo un uomo interessato nella cultura giapponese, e l’ho fotografato dunque come fosse un uomo qualunque. Ho fatto tantissime foto, in mostra ce n’è solo una selezione. Un episodio in particolare mostra uno spaccato della nostra frequentazione a Kyoto: Bowie noleggiò un auto, che guidava da solo, e mi portava in giro per la città, io sedevo nel sedile posteriore sia perché lui conosceva la città meglio di me, l’aveva già visitata altre volte, sia perché noi non parlavamo affatto, io non parlo una parola d’inglese! La nostra comunicazione e la nostra intesa erano tutta basata sulle fotografie".

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