Crisi del miele: produzione e previsioni 2020 per effetto dei cambiamenti climatici

L’allarme di Coldiretti Siena: “Con le alte temperature di questi giorni sopravvivono gli insetti alieni”. Gentili (Legambiente): “Ora avanti per la salvaguardia e tutela api e apicoltori, amici dell’ambiente e alleati dell’agroecologia”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2020 23:35
Crisi del miele: produzione e previsioni 2020 per effetto dei cambiamenti climatici

“Le produzioni negli ultimi anni sono state altalenanti per via degli eventi atmosferici imprevedibili. Se nel 2018, in provincia di Siena, ci sono stati buoni risultati, nel 2019 la produzione è stata scarsissima”. Così è intervenuto del responsabile del settore apicoltura Coldiretti Siena Hubert Ciacci in merito alla crisi che ha colpito lo stesso comparto nell’ultimo anno. Quest’anno in Toscana sono 6 mila gli apicoltori, 10 0mila gli alveari e la produzione è pari a 2,5 milioni di chili.

A Siena ci sono 80 apicoltori che producono hanno prodotto 3 mila chili di miele. Grazie ad un particolare microclima che si trova in Valdorcia e Valdichiana, dieci sono le varietà del nostro territorio: millefiori, girasole, edera, sulla, trifoglio , castagno, corbezzolo, acacia, melata, edera ed erica. Tutti i tipi di miele presentano qualità benefiche per la salute come quello d’acacia che è un antinfiammatorio per la gola ed un disintossicante per il fegato, il corbezzolo invece ha proprietà diuretiche e depurative.

I principali problemi del settore sono legati alla crisi ambientale che ha determinato perdite elevate, soprattutto per quanto riguarda i mieli primaverili la cui produzione è stata praticamente azzerata dalle rigide temperature di aprile e maggio, e che ha portato con se’ organismi come gli insetti alieni, veri e propri flagelli di questo settore. “Anche per il 2020 la “finta primavera” – sottolinea Coldiretti- ha ingannato le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’annunciato ritorno del freddo con danni incalcolabili per la produzione.

Le alte temperature stanno anche favorendo la sopravvivenza degli insetti alieni arrivati in Italia dall’estero proprio con il surriscaldamento del clima che stanno provocando una strage nei raccolti in Italia dove per la sola cimice asiatica nel 2019 si contano danni per 740 milioni e 48 mila aziende agricole”. Nonostante l’allarme che ha lanciato la Coldiretti nazionale, lo stesso Hubert Ciacci si è comunque detto fiducioso sul fatto che la produzione di miele nel 2020 possa essere migliore di quella dell’anno appena trascorso ma ha ricordato che, con i continui cambiamenti climatici, gli operatori del settore dell’apicoltura si battono ogni giorno per salvare la vita delle api.

“Questi animali sono gli unici che provvedono all’impollinazione dei fiori – continua Hubert Ciacci-. Senza il loro prezioso lavoro non avremmo molte varietà di frutta ed inoltre costituiscono un prezioso test per misurare l’inquinamento di determinati luoghi”.

All’indomani del congresso nazionale delle associazioni degli apicoltori, Angelo Gentili, responsabile nazionale di Legambiente agricoltura, ha fatto il punto della situazione in merito al settore ed ha tracciato le linee per il futuro nell’ottica della salvaguardia di api, apicoltori e Pianeta. “Il congresso nazionale delle associazioni degli apicoltori che si è svolto a Grosseto, presso l’hotel e centro congressi Fattoria La Principina - ha dichiarato Angelo Gentili -, è stato un appuntamento di grande rilievo sia per l’importanza dei temi trattati che per la significativa partecipazione di apicoltori che hanno raggiunto la Maremma da tutta la Penisola.

Il tema degli insetti impollinatori e delle api in particolare è prioritario e strategico per il futuro del comparto agricolo e più in generale del Pianeta e la grande attenzione ad esso rivolta rappresenta una tappa importante di un percorso che dovrà essere sempre più articolato e strutturato. Le api svolgono un ruolo fondamentale per la tutela della biodiversità e rappresentano un elemento cruciale nell’agroecologia. Com’è noto - ha continuato Gentili - sono però fortemente minacciate dai cambiamenti climatici, dall’innalzamento delle temperature, dai processi di inquinamento e dall’utilizzo dei pesticidi di sintesi, neonicotinoidi in particolare.

Basti pensare alla scarsa produzione di miele che è stata registrata proprio quest’anno a causa di una primavera più calda del solito e di temperature più basse della media nel mese di maggio che hanno influito notevolmente sulle fioriture. Tutto questo rischia di mettere in ginocchio l’intero settore e in questo scenario il ruolo degli apicoltori è preziosissimo. Proprio gli apicoltori infatti possono essere considerati di diritto pionieri della biodiversità e della tutela ambientale oltre che dell’agroecologia. Nel corso dell’assemblea - ha chiarito il responsabile agricoltura dell’associazione ambientalista - sono emersi diversi spunti di riflessione interessanti in riferimento all’importanza di diminuire con determinazione l’utilizzo di molecole pericolose di sintesi in agricoltura, a partire dai neonicotinoidi, che possono recare danni alle api, ma anche in merito al ruolo essenziale di biomonitoraggio delle sostanze inquinanti che le api possono svolgere. Aspetto da non trascurare riguarda il mantenimento nelle aree coltivate di fasce di essenze utili per le api e gli insetti pronubi responsabili dell’impollinazione e del conseguente mantenimento della biodiversità.

Altrettanto importante è difendere con forza il miele Italiano rispetto a sofisticazioni e concorrenza proveniente dall’esterno. Non solo: anche la nuova Pac - ha chiarito Gentili - dovrà prevedere misure specifiche dedicate a questo settore e soprattutto pianificare una serie di interventi in grado di favorire la diffusione delle api nelle aree agricole con dispositivi specifici capaci di generare un ambiente agricolo favorevole sia alle api che agli apicoltori, i più importanti alleati di un modello che deve puntare con decisione sull’agroecologia. Ascoltare le tante storie provenienti da tutta Italia e gli approfondimenti scientifici e culturali dedicati al mondo delle api e del miele ha rappresentato una ricchezza di incommensurabile valore anche per il nostro territorio.

È proprio per questo che come Legambiente invitiamo ad acquistare miele tracciabile e italiano: questa è l’azione più diretta ed esplicita a favore delle api che possono fare i consumatori per valorizzare un settore amico dell’ambiente. Invitiamo inoltre tutti a firmare la petizione Save bees and farmers che Legambiente con altre associazioni ambientaliste europee sostiene per aiutare le api sempre più in pericolo. Una cosa è certa: la Maremma - ha concluso Gentili - potrebbe divenire un modello in fatto di salvaguardia delle api attraverso la realizzazione di un distretto agro-forestale grazie al quale favorire e incentivare la loro presenza e quella degli apicoltori con una serie di misure come la presenza di piante specifiche, l’assenza di pesticidi pericolosi per i piccoli insetti pronubi, la presenza di aree verdi e fasce naturali non sfalciate che favoriscono l’alimentazione ed il rifugio degli insetti impollinatori e infine l’impiego delle api come bioindicatori dei processi di inquinamento.

Infine, è bene ricordare che per aiutare le api è necessario moltiplicare l’utilizzo del miele, quanto mai salutare, soprattutto tra i giovani e nelle scuole attraverso supporto specifico e fare in modo che la nostra Maremma diventi un vero e proprio paradiso per api e apicoltori.”

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