Coronavirus: cinque morti 831 nuovi casi

L’Asl controlla le misure anticontagio nelle scuole. Già verificate 83 aule in 16 scuole

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 dicembre 2021 19:54
Coronavirus: cinque morti 831 nuovi casi

Si registrano altri 831 casi di Covid-19 (quasi cento meno di ieri) in Toscana e il numero delle persone al momento positive si aggiorna, in crescita del 5 per cento, a 12.907. Aumentano i posti letto occupati negli ospedali – 342 in tutto, diciannove in più rispetto a ieri – ma diminuiscono le persone, tra i pazienti, che sono ricoverate in terapia intensiva (47, due in meno). Cinque sono i decessi che si aggiungono con il nuovo bollettino: quattro uomini e una donna, con un’età media di 73,6 anni.

I dati, accertati a mezzogiorno di oggi sulla base delle richieste della Protezione civile nazionale, sono quelli che quotidianamente misurano l’andamento dell’epidemia nella regione.

Salgono dunque a 309.842 i casi di positività al coronavirus complessivamente confermati in Toscana dall’avvio dell’emergenza sanitaria scoppiata a febbraio 2020, cresciuti dello 0,3 per cento rispetto al giorno precedente: le persone guarite nelle ultime ventiquattro ore, tutte guarigioni virale con tampone negativo, sono invece 210 e portano il totale a 289.481 (il 93,4 per cento di tutti i contagi accertati). Degli 831 nuovi casi segnalati oggi – 417 nell'Asl Centro, 272 nella Nord Ovest, 142 nella Sud est - 809 sono stati confermati con tampone molecolare e 22 con test rapido, su 8.677 persone complessivamente sottoposte ad esame.

Di queste il 9,6 per cento è risultato positivo. In tutto sono stati 31.401 i test effettuati, compresi quelli di controllo: 10.661 tamponi molecolari e 20.740 rapidi (positivi il 2,6 per cento). L'età media dei nuovi casi è di 40 anni circa: il 26 per cento ha meno di 20 anni, il 20 per cento tra 20 e 39, il 35 per cento tra 40 e 59, il 16 per cento tra 60 e 79 e il 3 per cento più di ottanta.

L’andamento per provincia

Con gli ultimi casi salgono a 85.276 i positivi dall’inizio dell’emergenza nei comuni della Città metropolitana di Firenze (295 in più rispetto a ieri), 27.827 in provincia di Prato (19 in più), 29.449 a Pistoia (96 in più), 16.349 a Massa Carrara (47 in più), 31.274 a Lucca (75 in più), 36.094 a Pisa (66 in più), 23.399 a Livorno (91 in più), 27.813 ad Arezzo (61 in più), 18.614 a Siena (30 in più), e 13.192 a Grosseto (51 in più). A questi vanno aggiunti 555 casi di positività notificati in Toscana ma che riguardano residenti in altre regioni.La Toscana si trova al dodicesimo posto in Italia come numerosità di casi complessivi dall’inizio della pandemia (tra residenti e non residenti), con circa 8.446 ogni 100 mila abitanti (la media italiana è 8.786, dato di ieri).

La provincia di notifica con il tasso più alto rimane Prato (con 10.868 casi ogni 100 mila abitanti), seguita da Pistoia (10.126) e Pisa (8.668). La più bassa concentrazione si conferma a Grosseto (con un tasso di 6.036).Sono 12.565 le persone in isolamento a casa, perché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi (597 in più rispetto a ieri, cresciute del 5 per cento). Sono 29.156 (cresciuti di 310 e dell’1,1 per cento rispetto al precedente rilevamento) quanti si trovano in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate (Asl Centro 10.903, Nord Ovest 12.459, Sud Est 5.884).

I decessi

Nel bollettino di oggi l’elenco dei decessi si aggiorna con cinque nuove morti: quattro uomini e una donna con un’età media di 73,6 anni. Erano residenti nella Città metropolitana fiorentina (1), in provincia di Prato (1), di Pistoia (2) e di Lucca (1).

Salgono pertanto a 7.454 i deceduti dall'inizio dell'epidemia: 2.398 nella Città metropolitana di Firenze, 656 in provincia di Prato, 694 a Pistoia, 547 a Massa Carrara, 709 a Lucca, 752 a Pisa, 431 a Livorno, 566 ad Arezzo, 374 a Siena e 230 a Grosseto. Vanno aggiunte 97 persone decedute sul suolo toscano ma residenti fuori regione.Il tasso grezzo di mortalità per Covid-19 (numero di deceduti su popolazione residente) è al momento 203,2 ogni 100 mila residenti, contro 227,4 della media italiana. La Toscana è undicesima tra le regioni. Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (288,1 ogni 100 mila abitanti), seguita da Prato (256,2) e Firenze (243,2) mentre il più basso è a Grosseto (105,2).

Il costante ricambio di aria è una delle migliori misure di prevenzione contro il Covid anche negli ambienti scolastici. E’ quanto è stato verificato dall’indagine degli ultimi mesi effettuata dai tecnici del Dipartimento di Prevenzione con l’Area Funzionale di Igiene Pubblica e Nutrizione, diretta dal dottor Giorgio Garofalo ed il Dipartimento dei Servizi Tecnico Sanitari dell’ASL Toscana Centro, diretta dal dottor Renzo Ricci, impegnati nell’attività di vigilanza dei protocolli anti contagio nelle scuole di ogni ordine grado e tipo, fornendo al contempo, il necessario supporto alle stesse istituzioni scolastiche.

In 84 aule controllate su 16 scuole analizzate, nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, è stata rilevata almeno 1 aula con valori superiori a 1000 ppm di Anidride Carbonica CO2, emessa con la respirazione da studenti e docenti presenti in aula. Lo studio ha riguardato un totale di 1519 alunni, 98 tra docenti e personale ATA, tutti coinvolti nelle fasi di misura e informazione sulle metodiche per realizzare una corretta ed efficace aerazione.

Il valore di 1000 ppm di CO2 rappresenta il livello, seppur indicativo, oltre il quale l’aria diventa viziata aumentando le concentrazioni di inquinanti e contaminati sia chimici che biologici come batteri o virus. Da qui la necessità di aerare i locali in modo programmato.

La riduzione del rischio di contaminazione e diffusione si basa proprio sull’attuazione integrata e organica di misure personali e collettive, che rimangono tuttora le più efficaci. Nessuna singola misura può ridurre da sola il rischio.

Nel dettaglio in 30 aule su 83 è stata rilevata una concentrazione di CO2 > 1000 ppm (36%). In 7 aule su 83 sono stati riscontrati valori superiori a 2000 ppm, il doppio del valore indicato come soglia di riferimento. Nelle 30 aule dove è stato riscontrato un valore maggiore di 1000 ppm è stato avviato un ricambio dell’aria realizzando la ventilazione con corrente d’aria, ripristinando valori inferiori a 1000 ppm, mediamente in meno di 5 minuti.

Rilevare la concentrazione di Anidride Carbonica CO2 emessa con la respirazione da studenti e docenti presenti in aula, rappresenta un buon parametro indicatore di qualità dell’aria e quindi della necessità di ricambiarla.

Dall’indagine effettuata dai Tecnici della Prevenzione sono scaturite alcune indicazioni per favorire un rapido ed efficace ricambio di aria in aula: in primo luogo è necessario aerare le aule prima dell’inizio delle lezioni al mattino e al pomeriggio, a metà dell’ora di lezione, al cambio insegnante e all’intervallo ricreativo.

Per realizzare la ventilazione con corrente d’aria è necessario tenere aperte leggermente e contemporaneamente una o più ante di alcune finestre delle aule (almeno due), la porta dell’aula e una o più ante delle finestre del corridoio, in modo intermittente o continuo, come misura finalizzata a mantenere un costante e continuo ingresso d’aria esterna di rinnovo. Nelle giornate con avverse condizioni meteorologiche e temperature rigide, in cui non è possibile tenere aperte alcune ante delle finestre resta fondamentale areare per almeno 5 minuti l’aula ogni 20-30 minuti al massimo, realizzando la ventilazione con corrente d’aria.

“ Considerata l’importanza dei risultati ottenuti, il Dipartimento delle Professioni Tecnico Sanitarie sta valutando, oltre a continuare con le verifiche di vigilanza, a fornire un supporto per la realizzazione di iniziative formative e informative rivolte a Dirigenti scolastici, docenti e personale ATA delle scuole, in materia di corretta aerazione dei locali per rendere l’aerazione delle scuole e degli ambienti indoor in generale, un’esigenza di salute, da programmare e verificare durante ed oltre il periodo pandemico- sottolinea il dottor Ricci.”

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