Controlli della Asl nei solarium

Tutti i pericoli delle radiazioni UV

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2014 23:45
Controlli della Asl nei solarium

Controlli della Asl nei centri estetici dove si utilizzano apparecchiature per l'abbronzatura artificiale con raggi ultravioletti, i cosiddetti solarium. In Italia sono circa 13.000 gli esercizi autorizzati che utilizzano queste apparecchiature; le associazioni di categoria stimano poi in qualche migliaio quelli non autorizzati.

I controlli della Asl, anche nel caso di riscontri di non conformità, non hanno finalità repressive, ma sono mirati a garantire alla popolazione l’utilizzo di apparecchi “sicuri” che rispettino i valori di emissione consentiti dalla legge. Sono inoltre volti a sensibilizzare gli operatori del settore in merito all’importanza della corretta gestione e manutenzione degli apparecchi per la prevenzione dei rischi sanitari a carico dei clienti e degli operatori stessi.Proprio l’operatore estetico, infatti, in base al livello di preparazione, può dare ai propri clienti una corretta informazione sugli effetti nocivi delle radiazioni UV e sulle eventuali condizioni di divieto d’uso, individuando tempi e dosi di esposizione più idonei per ciascuno, assicurando il controllo e la manutenzione periodica dell’apparecchio da parte di tecnici qualificati.

Il servizio di Igiene e sanità pubblica che opera nel Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria di Firenze si è dotato recentemente di un fotoradiometro, un apparecchio con cui è possibile effettuare la misura dei valori di irradianza dei solarium, e quindi verificare il rispetto del valore limite di emissione stabilito dalla legge. Tecnici e medici hanno seguito un apposito corso di formazione relativo agli aspetti sanitari correlati all’esposizione a radiazioni UV, alle caratteristiche tecnico-costruttive degli apparecchi solarium, alle modalità d’uso del fotoradiometro e valutazione dei risultati, alle misure di sicurezza che gli operatori devono adottare per l’effettuazione delle misurazioni, agli eventuali provvedimenti da prendere.

A breve inizieranno le verifiche sul campo in collaborazione con i colleghi della Asl che si occupano di verifica degli impianti e delle macchine.Le radiazioni UV, sia naturali che artificiali, a causa della loro alta energia e capacità di penetrazione cellulare, sono responsabili di effetti dannosi a carico della pelle e dell’occhio: dagli eritemi, ustioni, fotoinvecchiamento cutaneo, cherato-congiuntivite, cataratta, fino ai tumori quali il melanoma e il carcinoma, cutaneo ed oculare. In alcuni casi il danno si verifica a breve termine per esposizioni intense e saltuarie alle radiazioni UV, in altri a lungo termine per l’accumulo di radiazioni assorbite nel corso della vita.Nel 2009 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha incluso i dispositivi che emettono radiazioni UV nel gruppo 1 dei cancerogeni per l’uomo, quelli certi, ed ha pubblicato una ricerca da cui emerge che il rischio di contrarre il melanoma cutaneo è aumentato del 75% in chi utilizza il solarium prima dei 30 anni, e che vi sono consistenti evidenze di una correlazione con il melanoma oculare.

Da una recente ricerca condotta dalle Università di Cambridge e di San Francisco, emerge che l’esposizione alle radiazioni UV dei solarium sarebbe causa ogni anno di 10.000 casi di melanoma (di cui 3.400 in Europa) e di 450.000 tumori cutanei diversi dal melanoma. Particolarmente a rischio risultano coloro che si sottopongono all’abbronzatura artificiale in giovane età. Secondo l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno muoiono nel mondo circa 60.000 persone a causa della sovraesposizione ai raggi UV, di cui 48.000 per melanoma e 12.000 per carcinomi cutanei; inoltre circa il 90% dei melanomi ed altri tumori cutanei è attribuibile ai raggi UV.

Il melanoma è in progressivo aumento in tutto il mondo e, a partire dal 2004, la sua incidenza nella popolazione di razza bianca è aumentata del 3% ogni anno: si stima sia la quinta neoplasia più frequente nei maschi e la sesta nel sesso femminile. Il melanoma cutaneo ha un’incidenza annua in Italia di 14,3 casi per 100.000 uomini e 13,6 casi per 100.000 donne. In Toscana vengono diagnosticati 18 nuovi casi all’anno ogni 100.000 abitanti.L’OMS sconsiglia a chiunque l’uso di apparecchiature per l’abbronzatura artificiale, perché il rischio di sviluppare patologie derivante dall’esposizione a scopo estetico si somma a quello dell’esposizione naturale al sole.

La stessa abbronzatura, per quanto possa migliorare l’aspetto estetico, rappresenta un meccanismo di difesa della pelle dalle radiazioni UV, con produzione di melanina e ispessimento dello strato corneo, a protezione delle cellule più profonde. Gli individui di pelle molto chiara (fototipi I e II) non sono in grado di attivare questi meccanismi di difesa e risultano pertanto più suscettibili agli effetti dannosi degli UV.Il rischio legato all’utilizzo dei solarium dipende essenzialmente dal tipo di radiazione UV emessa (con prevalenza UVA o UVB), dalla sua intensità, dal tempo di esposizione, dal fototipo del soggetto, dalle caratteristiche tecniche e di manutenzione dell’apparecchiatura, dal livello di preparazione dell’estetista.

L'intensità della radiazione emessa dai solarium può essere da 5 a 10 volte superiore al valore massimo della radiazione UVA solare alle latitudini italiane. Per legge i solarium devono rispettare il valore limite di 0,3 W/m2 di “irradianza efficace eritemale” (l’intensità della radiazione UV), corrispondente a quella che si ha all’equatore alle ore 12. Ma tale limite, pur introdotto a tutela della salute, non rappresenta un valore soglia al di sotto del quale non è possibile avere effetti dannosi.

Anche per la dose di esposizione (intensità dell’irradiazione per durata dell’esposizione) non esiste un valore massimo di sicurezza; la norma tecnica raccomanda di non superare la dose annua di 25 kJ/m2, l’Oms, più cautelativamente, di non superare 30 sedute annuali e i 15 kJ/m2. L’utilizzo del solarium è proibito ai minori di 18 anni, alle donne in stato di gravidanza, ai soggetti che soffrono o hanno sofferto di neoplasie della cute o che hanno una familiarità per queste patologie, ai soggetti di fototipo I e II (che non si abbronzano o che si scottano facilmente all’esposizione al sole).

È sconsigliato a soggetti con un elevato numero di nei, a chi tende a produrre lentiggini, ai soggetti con una storia personale di frequenti ustioni solari in età infantile e nell'adolescenza, a chi assume farmaci fotosensibilizzanti, a soggetti con patologie dermatologiche che possono essere aggravate dall’esposizione ai raggi UV.Chi è determinato nel ricorrere all’abbronzatura artificiale deve adottare le seguenti precauzioni: non esporsi al sole per 48 ore dopo una seduta abbronzante, intervallare le sedute di almeno 24 ore l’una dall’altra, indossare gli occhiali protettivi forniti dall’estetista, non esporsi al solarium se si ha la pelle danneggiata dal sole, rimuovere ogni prodotto cosmetico e non applicare creme protettive o prodotti che accelerano l’abbronzatura.

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