Lavoro, Coldiretti: “Senza voucher si favorisce l’illegalità”

Incontri sul territorio per illustrare tutte le novità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 marzo 2017 20:25
Lavoro, Coldiretti: “Senza voucher si favorisce l’illegalità”

Molti imprenditori dei settori ristorazione e pubblici esercizi, esprimono preoccupazione per il vuoto normativo creatosi con l’abrogazione dei voucher e la mancanza di qualsiasi altro strumento per regolamentare i cosiddetti Mini-Job. Del totale dei voucher utilizzati in Toscana (nel 2016 sono stati 10.400.000), solo l’1,3% è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso. Siena in testa tra le province toscane dove sono stati venduti nel 2016 i 143.392 voucher destinati al settore, aree a forte vocazione vitivinicola ed olivicola: in testa Siena con 42.447 voucher, pari al 29%, seguita da Firenze con 30.089 voucher, pari al 20%, distaccata Arezzo con 18.555 voucher, che rappresentano il 12%.

Qui non si tratta di essere a favore o meno dei voucher, commenta Franco Brogi, neo-eletto Presidente Fiepet Confesercenti, “qui il tema è quello di mettere comunque in condizione le aziende del nostro settore, chiamate, il più delle volte a gestire picchi di lavoro a seconda della stagione e anche del giorno settimanale, di continuare ad esercitare la propria attività in questo periodo (speriamo breve e transitorio) che coincide con il passaggio tra vecchio e nuovo regime normativo.

Il problema non è il costo del lavoro, e neanche il complesso dei diritti del lavoratore; si tratta di un problema legato ai tempi della burocrazia che sono molto più lenti rispetto a quelli delle nostre attività”. “In altre parole”, continua Brogi, “come devo fare se, nel fine settimana o in concomitanza di alcuni eventi particolari (cerimonie, partite, festività, ecc) ho bisogno di ricorrere in modo flessibile all’uso di personale qualificato? “Ci si rende conto che già in un momento complicato per le imprese e il mondo del lavoro si pone un ulteriore freno a chi semplicemente vuole portare avanti la propria attività? , conclude Brogi.

"Si tolgono i voucher perché qualcuno ne abusa? Bene, allora con lo stesso criterio togliamo le pensioni di invalidità perché qualcuno ne fa abuso". È la provocazione di Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana. "Questa decisione scellerata del governo", prosegue lo sfogo amaro di Marinoni, "offre l'immagine di un'Italia che si piega al malaffare e, anziché combatterlo con i controlli ed il rigore, sceglie soluzioni demagogiche e populiste che non servono a nessuno, né ai lavoratori né alle imprese, che si vogliono condannare alla scelta del lavoro nero per gestire le situazioni di emergenza. Non possono, le imprese da sole, pagare le contraddizioni e la debolezza della politica".

"In un settore come il nostro, che vive di mille variabili last minute, i voucher rappresentano uno strumento semplice e veloce per risolvere in modo corretto e trasparente una eventuale e momentanea carenza di personale", sottolinea Aldo Cursano, presidente di Fipe-Confcommercio Toscana, l'associazione di categoria che rappresenta i pubblici esercizi, ovvero bar e ristoranti, "ci sono tante circostanze che si creano all'improvviso e sono difficili da prevedere, come la richiesta di un catering o l'aumento di clienti in qualche fine settimana particolare.

Troppo poco per pensare di ampliare l'organico in pianta stabile, ma abbastanza per chiamare qualche aiuto in più, di solito giovani studenti che vogliono guadagnare qualcosa nel tempo libero dagli studi oppure pensionati del settore, che in questo modo possono arrotondare dignitosamente la loro pensione. Nessuno di queste tipologie di lavoratori vorrebbe un contratto in pianta stabile e a noi imprenditori risolve una necessità contingente. Insomma, il voucher era una forma di collaborazione ideale per entrambi.

O il governo pensa adesso a qualcosa di ugualmente snello per regolare queste situazioni temporanee o saremo costretti a percorrere la strada dell'illegalità. Ma a chi giova mettere le imprese sotto scacco e renderle ricattabili? Non certo alla crescita economica del Paese". "Non mi sento più rappresentato da questa politica che ragiona con la pancia e da istituzioni che, anziché sostenere le nostre imprese in un momento difficile, le ostacolano con mille cavilli, salvo poi lamentarsi se qualche imprenditore va all'estero.

Io e i miei colleghi siamo davvero scoraggiati. Se la politica non è in grado di fare delle scelte, sarebbe bene che si tornasse al popolo con un referendum", prosegue Cursano.

"Il voucher era un investimento sulla legalità. Il suo uso, oltretutto, finora è stato marginale per le piccole imprese della ristorazione e ha garantito quel minimo di flessibilità che il mercato richiede invece sempre di più. Non solo: nel settore il turn over è tale che le aziende patiscono una certa fragilità. Che senso ha aumentarla ponendo altri paletti? Meglio sarebbe stato aumentare i controlli, isolare e punire coloro che i voucher li hanno utilizzati male. Ancora una volta si è scelta invece una strada semplicistica e demagogica", conclude il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.

“Si chiude nel peggiore dei modi il dibattito sui voucher, con la cancellazione perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito migliaia di giovani studenti, pensionati e cassa integrati, impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari. La cancellazione totale dei buoni lavoro, oltretutto, va a favorire il sommerso. E i recenti fatti di cronaca - proprio di ieri la maxi operazione anti capolarato nel Chianti senese - ci dicono quanto sia importante invece una lotta a viso aperto contro ogni forma di illegalità”. Così Simone Solfanelli, direttore Coldiretti Siena, interviene in merito alla cancellazione dei voucher. “Occorre quindi individuare immediatamente uno strumento ad hoc che sostituisca i voucher e che tenga conto delle specifiche caratteristiche di stagionalità dell’agricoltura come avviene in tutti Paesi dell’Unione Europea” commenta ancora.

Incontri sul territorio per illustrare le novità contenute nel nuovo contratto di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti che l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena ha sottoscritto lo scorso 3 marzo insieme alle organizzazioni sindacali e quelle contenute nel contratto collettivo nazionale dei quadri ed impiegati agricoli. Gli appuntamenti prenderanno il via martedì 21 marzo a Gaiole in Chianti nei locali della Misericordia di Gaiole (ore 10) e proseguiranno il 24 marzo a Siena ( ore 10 – Hotel San Marco), il 28 marzo a Montepulciano (ore 10,30 – Parrocchia Sant’Agnese), il 29 marzo a Montalcino (ore 10 – Locali Upa Siena in località Il Pino), il 31 marzo a San Gimignano (ore 10 – Consorzio della Denominazione San Gimignano).

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