"Cinghiali, fermiamo un'inutile strage"

Stamani flash mob in piazza Repubblica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2016 20:03

Un flashmob ha avuto luogo questa mattina in Piazza della Repubblica a Firenze, contro la legge Remaschi "ammazzacinghiali". Un gruppo di scrittori, intellettuali e naturalisti ha lanciato una petizione per contestare la legge Remaschi - in corso di approvazione in consiglio regionale - che con l’alibi della cosiddetta “emergenza ungulati” darebbe il via libera ad un abnorme piano triennale di abbattimenti (addirittura 250mila fra cinghiali e caprioli). I firmatari - fra gli altri Dacia Maraini, Gianni Tamino, Stefano Bollani, Giorgio Panariello, Franco Battiato, Susanna Tamaro, Antonio De Marco, David Riondino, Vincenzo Pardini, Enzo Maiorca, Sandro Veronesi - chiedono quindi che l'iter della legge sia sospeso, in modo da affrontare la questione della convivenza con gli animali selvatici fuori dalla logica dell'emergenza e con criteri razionali e non cruenti, basandosi su censimenti accertabili e con gli strumenti non cruenti ormai disponibili e utilizzati in molti paesi europei.

"È assurdo affidare la soluzione del problema a chi lo ha creato, ha detto Marco Vichi in conferenza stampa - fino agli anni Sessanta i cinghiali erano solo in Maremma, sono stati i cacciatori a importare animali più grossi e prolifici dall'est. Con questa legge non potremmo più passeggiare tranquilli ma dovremmo fare attenzione a schivare proiettili di lunga gittata, grandi come una mano. Di recente mi sono trovato a camminare nel Chianti con due amici francesi: a un certo punto siamo incappati in una battuta di caccia al cinghiale, ci siamo dovuti buttare a terra per ripararci.

I miei amici mi hanno detto: ma dove ci hai portato?".“La campagna toscana – dicono i firmatari dell'appello – diventerebbe un allevamento a cielo aperto, con libertà di sparo per i cacciatori. Non solo: la legge propone di creare una filiera alimentare ad hoc, così sui banchi dei supermercati si troverebbe carne col marchio della Regione. Insomma, boschi e animali selvatici ridotti a merce, a vantaggio esclusivo dei cacciatori, liberi di fare un’inutile strage. Infatti la riduzione numerica dei cinghiali sarebbe illusoria, solo di breve periodo, perché le leggi dell'etologia e della natura porterebbero a un immediato ripristino della condizione di partenza”.

"Non sono in assoluto contro la caccia - ha detto Folco Terzani - ma cosa c'è di più bello della natura selvaggia? Se c'è un problema ungulati, la strada migliore è ristabilire l'equilibrio naturale, per esempio reintroducendo predatori e vietando assolutamente il foraggiamento. La Regione sta scegliendo una modalità retrograda, invece di cercare soluzioni che guardino al futuro".Anche Mariangela Corrieri dell'associazione Gabbie Vuote ha insistito sulle soluzioni non cruente: "Intanto non esiste ancora un vero censimento degli ungulati.

Per prevenire incidenti stradali esistono dissuasori ottici e sovrappassaggi, contro la sovrappopolazione esiste da tempo il modo di somministrare contraccettivi, ma interessi economici di armieri e ristoratori spingono piuttosto verso la carneficina".

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