Cinema: “Gigolò per caso”

Una raffinata commedia agrodolce alla “Woody Allen”, diretta da John Turturro.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
02 maggio 2014 00:30
Cinema: “Gigolò per caso”

“Con Gigolò per caso”Woody Allen ritorna attore protagonista di un film diretto e interpretato da John Turturro. Se Turturro è l'improbabile gigolò del titolo, Woody Allen è il prosseneta assurdo che trova le clienti per l'amico. Il film si presenta come una commedia gradevole, ricca di gustose situazioni umoristiche che danno vivacità soprattutto alla prima metà del film e questo soprattutto grazie al personaggio interpretato da Woody Allen. Ma poi ci si accorge che il senso di questo film è quello di trasmettere un messaggio diverso, che è quello di sottolineare la solitudine in epoca contemporanea nell'ambito dei rapporti affettivi.

Tematica questa ovviamente non nuova in tutti quei film dove compare Allen. Un profondo senso di solitudine, appunto, che i personaggi di questa storia cercano di attenuare tuffandosi in rapporti passeggeri e di tipo veniale. E' la storia di un fioraio di mezza età Fioravante (Turturro) e di un anziano libraio Murray (Allen), che entrambi sul lastrico, diventano all’improvviso rispettivamente un gigolò richiestissimo e un “pappa” dal forte senso degli affari, nel quartiere ebraico di Brooklyn.

Gli affari andrebbero a gonfie vele (grazie alle sensuali e danarose clienti Sharon Stone e Sofia Vergara) se non fosse per il “grande amore”, tenero e sincero che nasce tra Fioravante e Avigal (Vanessa Paradis), una fragile vedova in cerca disperata di affetto e compagnia. Il sentimentale “gentiluomo” Turturro si lascia coinvolgere in una relazione platonica e romantica con la timida Avigal ma i problemi non tardano ad arrivare. Infatti, la donna appartiene a una rigida famiglia di rabbini.

L’intera comunità ebraica del quartiere, indignata, reagirà allo scandalo, provocando una marea di guai alla premiata ditta “Fioravante e Murray”.

Un film che, dunque, solo apparentemente risulterebbe, essere una simpatica commedia brillante ma che in realtà si può senza dubbio classificare come una pellicola dagli accenti neorealistici, proiettati in questa nostra epoca contemporanea e con un finale, pertanto, senza mezze vie di uscite.

Paradossalmente l'unico che alla fine ci risulta essere come il meno infelice è Murray (Woody Allen), faccendiere d’incontri casuali a pagamento, il quale si ritrova comunque "coccolato" dal grande affetto di una donna di colore e dei suoi quattro figlioletti.

In “Gigolò per caso” il versatile John Turturro ha saputo seguire brillantemente le orme del maestro, ricalcando in larga parte gli ambienti e il clima di molte pellicole di Woody Allen. Nel complesso Turturro ha saputo ricreare una classica commedia agrodolce, che rinvia, forse, alla melanconia di “Manatthan”.

Elementi significativi del film sono la comicità debordante del vivacissimo Woody (con pungenti e ironiche critiche alla cultura ebraica più ortodossa); la malinconia stralunata di John Turturro, naturale controcanto alla vis comica di Allen, e i bellissimi scenari di una Brooklyn autunnale, fotografata con raffinata leggerezza.

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