Carceri, Garante detenuti: ancora problemi legati al sovraffollamento

Illustrata la relazione annuale sull’attività 2023 su cui la commissione Sanità ha espresso parere positivo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 Giugno 2024 21:22
Carceri, Garante detenuti: ancora problemi legati al sovraffollamento

Firenze – Nel sistema carcerario permangono enormi i problemi legati al sovraffollamento, alla mancanza di sostegno psichiatrico, di affettività e di prospettiva lavorativa. Mentre la lista di attesa per le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza in Toscana è lunga e aumentata rispetto agli anni passati. Ad affermarlo è stato il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, che stamattina (martedì 18 giugno) è intervenuto in commissione Sanità per illustrare la relazione annuale sulla attività 2023, su cui la commissione stessa è tenuta ad esprimere un parere secondario.

Un parere che è stato all’unanimità positivo e accompagnato da parole di apprezzamento “per l’estensione dell’attività del Garante a tutti i luoghi di privazione della libertà personale oltre alle carceri e per l’attenzione posta sul tema della salute mentale dei detenuti e sul sistema delle Rems”.

Insieme al Garante è intervenuta anche Katia Poneti, dell’ufficio di Assistenza al Garante dei detenuti, che ha curato la redazione della relazione stessa, occupandosi degli aspetti che riguardano la sanità e soprattutto la psichiatria in carcere.

Il Garante ha aperto l’intervento ricordando come la pandemia abbia richiesto una importante capacità organizzativa del sistema sanitario all’interno del sistema carcerario che ha permesso di arrivare alla vaccinazione di quasi tutti i detenuti.

In Toscana ci sono 16 carceri, due Istituti minorili e due Rems (una a Volterra e una a Empoli).

Al 31 dicembre scorso in Toscana i detenuti erano 3.094, a fronte di una popolazione carceraria a livello nazionale di oltre 60 mila unità. Il 4 per cento sono donne (59 donne a Firenze e 26 a Pisa) mentre non ci sono più bambini. La percentuale dei cittadini stranieri è del 44,5 per cento.

Nelle strutture penitenziarie della Toscana al 31 dicembre 2023 erano presenti 1.214 detenuti tossicodipendenti (pari al 39,2 per cento del totale). Di questi, 526 erano stranieri (pari al 38,1 per cento rispetto al totale degli stranieri detenuti).

Quanto alla situazione applicativa dell’affidamento terapeutico, su un totale di 194 misure concesse 126 provenivano dalla detenzione, un numero inadeguato rispetto a quello totale dei tossicodipendenti in carcere.

I dati sulla patologia mentale parlano di un 31,8 per cento dei detenuti in carico alla psichiatria, percentuale che sale al 34,56 se si considerano solo gli stranieri extra Ue. La patologia mentale viene quasi sempre diagnosticata per la prima volta quando la persona entra in carcere.

Per quanto riguarda le Rems, Volterra ospita attualmente 28 persone mentre Empoli ne ospita 9. E’ stato evidenziato come sia ancora lunga la lista di attesa: attualmente sono 90 le persone che aspettano di entrarci e che nel frattempo rimangono in carcere, di cui 57 di competenza della Toscana e 18 dell’Umbria. Negli anni precedenti i numeri erano inferiori: 70 persone al 31 dicembre 2022, 46 persone nel 2021, 33 persone nel 2020.

E’ ampio l’utilizzo delle misure di sicurezza provvisorie e definitive nella lista d’attesa, che in Toscana rappresentano il 50 per cento: Su un totale di 90 persone in attesa di REMS, ve ne sono 53 in misura provvisoria (pari al 59% dei casi), 27 in misura definitiva e 10 di cui non è noto se la misura sia provvisoria o definitiva. Il dato viene ribaltato quando si guarda alle posizioni giuridiche delle persone inserite in REMS, in cui le provvisorie sono quest’anno solo il 16% dei casi. Sembra dunque che il percorso fatto durante la permanenza in lista d’attesa permette di indirizzare le misure provvisorie verso misure meno contenitive, come la libertà vigilata con prescrizioni terapeutiche.

Nel corso dell’illustrazione è stato evidenziato come l’istituzione del Punto Unico Regionale (PUR) per Toscana e Umbria, formalmente istituito nel gennaio scorso, costituisca un grande cambiamento che va a intervenire sulle relazioni tra magistratura e servizio psichiatrico e come esso stia già servendo e servirà ancora di più nella riduzione della lista d’attesa dei REMS.

Il PUR è stato collocato all’interno della Ausl Toscana Centro. La mission del gruppo di coordinamento del PUR è quella di prendere le decisioni a valenza strategica. In particolare, il coordinamento presidia alla realizzazione dei protocolli con le autorità giudiziarie e gestisce la lista d’attesa.

Viene inoltre confermata la tendenza già rilevata negli anni precedenti sulla sempre maggiore diffusione della messa alla prova, misura divenuta preponderante nel lavoro svolto dagli Uffici di esecuzione penale esterna.

Tra le istanze ricevute su cui l’Ufficio si è attivato, al primo posto figura quelle relative al supporto per trasferimento e la richiesta di incontro diretto con il Garante. Tra le priorità evidenziate nel corso della seduta e contenute anche nella proposta di risoluzione, oltre alla parte di ricerca e convegnistica giudicate fondamentali per espletare al meglio le funzioni assegnate, anche la necessità di mantenere alta l’attenzione e l’impegno operativo sul tema della psichiatria in carcere e delle misure di sicurezza, l’incentivazione delle misure alternative alla detenzione per persone con patologia psichiatrica; il monitoraggio continuo della sanità penitenziaria e gli altri settori di competenza, comprese le strutture per anziani e disabili, come richiesto dal Garante nazionale delle persone private della libertà personale; il mantenimento dell’attiva collaborazione con l’assessorato competente in materia di carcere, per fornire contributi sugli specifici temi d’intervento, Particolare attenzione deve poi essere dedicata alla problematica della detenzione femminile, incentivando possibili soluzioni alternative al carcere.

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