Ex cava usata per i rifiuti speciali, cittadini pretendono tutele

Nasce intanto a Vaglia un Comitato di cittadini che chiede chiarezza sulla vicenda dell’ex cava e cementificio di Paterno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 febbraio 2014 13:42
Ex cava usata per i rifiuti speciali, cittadini pretendono tutele

Ex cava e fornace di Paterno Comune di Vaglia "al centro di un traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi. Posti sotto sequestro cinque siti di stoccaggio a Massa Carrara, Firenze (Mugello), Prato e Biella". Per i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, "nell’attività illecita erano coinvolti oltre ad aziende operanti nel settore dei rifiuti, anche imprese edili e di trasporto nonché professionisti". Nasce intanto a Vaglia un Comitato di cittadini che chiede chiarezza sulla vicenda dell’ex cava e cementificio di Paterno, critica aspramente l’operato dell’Amministrazione Comunale e chiede alla Provincia di Firenze di rivedere il Piano interprovinciale dei rifiuti "bloccando qualunque ipotesi di realizzazione nel sito di una discarica di rifiuti speciali".

Rifondazione comunista, nel sostenere in tutte le sedi politiche e istituzionali le richieste del Comitato dei cittadini, chiede con una domanda d'attualità al Presidente della Provincia di Firenze di "riferire sull’intera vicenda e sull’esito delle indagini, se l’Amministrazione Provinciale sia stata coinvolta nelle verifiche sull’inquinamento del suolo, sui danni ambientali e sulle altre violazioni, ricordando che prima dell’avvio dell’indagine della Procura era già stato reso noto un esposto di un cittadino di Vaglia".

Alla luce di quanto emerso "la Provincia di Firenze deve provvedere allo stralcio immediato di qualunque ipotesi impiantistica e/o realizzazione di discarica, in quel luogo così come richiesto dai cittadini e sostenuto da Rifondazione comunista". Di seguito il testo del documento di Rifondazione comunista. "Nuova devastazione ambientale in Mugello ad opera di una serie di imprese sul traffico illecito dei rifiuti. Nasce a Vaglia un Comitato di cittadini che chiede chiarezza sulla vicenda dell’ex cava e cementificio di Paterno, critica aspramente l’operato dell’ Amministrazione Comunale e chiede alla Provincia di Firenze di rivedere il Piano Interprovinciale dei Rifiuti bloccando qualunque ipotesi di realizzazione nel sito di una discarica di rifiuti speciali.

E’ esplosa nei giorni scorsi in modo tanto eclatante quanto drammatico la questione dei rifiuti inquinanti stoccati nella ex cava di Paterno nel Comune di Vaglia. Si tratta di una vicenda complessa e poco chiara, che coinvolge una serie impressionante di imprese, di abusi e di attività illegali, attualmente al vaglio della Procura. Eppure, già da mesi, a seguito di un esposto ad Arpat da parte di un cittadino residente nella zona, la questione era emersa in modo preoccupante, e sollevata immediatamente anche a livello istituzionale dal Gruppo consiliare “Per un’altra Vaglia”.

Con un’interrogazione in Consiglio Comunale si denunciava che materiali di vario tipo, alcuni dei quali d’incerta natura, erano stoccati ormai da anni all’interno dei capannoni della cava e all’esterno della proprietà; di rilievo l’innumerevole distesa di big bags ovvero di borsoni bianchi utilizzati proprio per contenere rifiuti pericolosi, ben 1300 per un metro cubo l’uno, per un totale di 1300 metri cubi di rifiuto di origine sconosciuta, scarto di non si sa quale lavorazione lasciato alle intemperie.

Legittimamente e opportunamente, i Consiglieri Comunali, chiedevano in un atto ispettivo, di che materiali si trattasse, come fossero giunti lì senza che nessuno se ne fosse accorto e perché fosse stato necessario un esposto di un cittadino per sollevare la questione e far intervenire Arpat, richiamando la stessa Amministrazione Comunale a diventare parte attiva, per quanto di sua competenza nell’accertare i danni, le ricadute sanitarie e ambientali, avviando anche un azione di monitoraggio e controllo sull’intera vicenda.

Se, sul versante istituzionale, le risposte sono state evasive e a volte contraddittorie, la vicenda ha avuto nei giorni scorsi sviluppi da un punto di vista legale. Grazie a ARPAT, al Corpo Forestale dello Stato e alla Procura della Repubblica di Firenze, in data 17 febbraio, l’ex cava di Paterno è stata posta sotto sequestro e con essa cinque siti di stoccaggio a Massa Carrara, Prato e Biella. Il punto di partenza è risultato essere un impianto di trattamento rifiuti in provincia di Massa Carrara.

L’impianto recuperava sabbie provenienti da attività di taglio metalli, vetro e pietre nonché sabbiatura di metalli verniciati. Il rifiuto era costituito da sabbie finissime, con concentrazioni molto elevate di alcuni metalli pesanti (piombo, rame, nichel, cromo ecc), risultato dello scarto del trattamento degli altri rifiuti. Secondo quanto dichiarato da Arpat “nell’ attività illecita erano coinvolti oltre ad aziende operanti nel settore dei rifiuti, anche imprese edili e di trasporto nonché professionisti che si sono prestati a favorire, con informazioni false, quello che è emerso nel corso delle indagini come un vero e proprio traffico organizzato di rifiuti.

Questo complesso meccanismo consentiva all’azienda produttrice sia di risparmiare, evitando i costi elevati di smaltimento, che di guadagnare vendendo il rifiuto a varie ditte sia in Toscana sia in Piemonte.” In questo traffico rientrava dunque l’ex cava di Paterno, lì finivano parte dei rifiuti pericolosi e nocivi (“polverino 500 mesh”), quello è il contenuto di quelle 1300 big bags misteriosamente rinvenute nel sito. Una vicenda allarmante, una nuova usurpazione per un territorio, quello del Mugello, devastato dai lavori TAV e martoriato da inquinamenti di varia natura (spesso legati ai lavori per le “grandi opere”), un danno, ancora non stimabile, per la salute dei cittadini di una zona in cui da tempo si riscontrano alti indici di gravi patologie.

Se, come evidenziato nel recente comunicato di Arpat “l’importanza del risultato è costituita dal fatto che si è impedito di propagare nell’ambiente rifiuti contenenti metalli pesanti che avrebbero potuto costituire un forte rischio per la salute umana” rimane ora da capire l’entità del danno già prodotto ad oggi e soprattutto l’entità dell’attività a delinquere realizzata sul versante del business dei rifiuti. Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista, - nel prendere atto che a fronte della superficialità e disattenzione mostrata sull’intera vicenda da parte dell’Amministrazione Comunale è nato un comitato di cittadini che pretende la massima chiarezza, l’individuazione delle responsabilità, adeguate iniziative di tutela sanitaria e ambientale e la cancellazione di qualsiasi ipotesi di realizzazione nel sito in oggetto di una discarica di rifiuti speciali; - nel far proprie le iniziative avviate in tempi non sospetti dal gruppo consiliare“Per un’altra Vaglia” ; - nel sostenere in tutte le sedi politiche e istituzionali le richieste del Comitato dei cittadini che pretende chiarezza sull’intera vicenda, il perseguimento dei delitti ambientali e sanitari compiuti, lo smantellamento della rete di criminalità messa in essere, la bonifica del sito e la non realizzazione di nessuna discarica per rifiuti speciali; chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sull’intera vicenda e sull’esito delle indagini, se l’Amministrazione Provinciale è stata coinvolta nelle verifiche sull’inquinamento del suolo, sui danni ambientali e sulle altre violazioni, ricordando che prima dell’avvio dell’indagine della Procura era già stato reso noto un esposto di un cittadino di Vaglia.

Altresì chiedono di sapere se la Provincia di Firenze non ritenga opportuno, al netto delle procedure giudiziarie in corso, di avviare quanto prima interventi di ripristino, bonifica e messa in sicurezza del sito procedendo in modo approfondito ad un’analisi del suolo e del sottosuolo per appurare il livello complessivo di inquinamento. Chiedono inoltre di sapere quale sia stato il soggetto che ha proposto il sito dell’ex cava di Paterno come luogo di localizzazione di una futura discarica di rifiuti speciali (eternit e amianto) così come previsto nel Piano Interprovinciale dei Rifiuti e quali sono i contenuti della lettera scritta nell’ottobre del 2010 dal Sindaco di Vaglia alla Provincia di Firenze riguardo l’ipotesi di realizzazione di una discarica a Paterno, e di fornirne copia agli interroganti; Se risulti alla Provincia di Firenze il recente acquisto della ex cava da parte della ditta Produrre Pulito (che si occupa di gestione di impianti di smaltimento rifiuti) e se siano pervenute da questa azienda richieste inerenti la realizzazione di impianti a Paterno.

Se, alla luce di quanto emerso, l’Amministrazione Provinciale e l’Assessore competente non ritengano opportuno, provvedere allo stralcio immediato di qualunque ipotesi impiantistica e/o realizzazione di discarica, in quel luogo così come richiesto dai cittadini e sostenuto da Rifondazione Comunista".

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