Case mobili, campeggi nel caos tra tutela del territorio ed estate rovinata

La Legge 42 del 2000 stabilisce che è possibile procedere per una percentuale non superiore al 40% delle aree di campeggio, ad installazione di strutture temporaneamente ancorate al suolo per l’intero periodo di permanenza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 febbraio 2014 14:17
Case mobili, campeggi nel caos tra tutela del territorio ed estate rovinata

Campeggi toscani nel caos. Per sabato mattina è fissato un incontro che faccia chiarezza presso il Comune di Bibbona per risolvere il caso del Campeggio che ha intimato ai propri clienti di sostituire alcune strutture unitamente ad una proposta unilaterale di modifica del contratto che prevede di 'smontare le tende' a fine stagione. Predisposto un ritrovo presso la struttura che potrebbe riguardare oltre 400 famiglie, solo 5 i rappresentanti ammessi a colloquio dal Sindaco però. Subito dopo la consegna delle lettere in tanti si sono riversati al mare per avere notizie e sono dovuti intervenire i carabinieri.

Il caso non è isolato e sta interessando altre aree ed altri campeggi in Toscana. La Regione Toscana è al fianco dei campeggiatori ritenendo le strutture mobili utili al solo uso esclusivo vacanziero e non ritiene che siano necessarie le prescrizioni richieste per le costruzioni edilizie. L'assessore Cristina Scaletti a Nove Da Firenze: "Noi ci siamo mossi perché la nostra Legge 42 prevede bene quello che si deve fare rispetto alle case mobili. La Toscana è una delle poche regioni attive e preparate sull'argomento.

Purtroppo il Codice sull'edilizia recita alcune specifiche che hanno causato ciò che sta accadendo oggi (permesso di costruire, ndr). Noi abbiamo chiesto una chiarezza interpretativa perché la realtà dei campeggi è importantissima per noi in termini di turismo, occupazionale e di indotto economico. Sono due norme che non possono essere interpretate in maniera diversa. Siamo fiduciosi anche perché esiste una recente interpretazione da parte del Tar di Lucca che segue la linea intrapresa a livello regionale" Il reato di costruzioni edilizie abusive, previsto dal D.P.R.

n. 380/2001, varrebbe anche nel caso di installazione di case mobili aventi una destinazione duratura per soddisfare esigenze abitative. Con la previsione di questo reato il legislatore ha fatto riferimento al requisito necessario della stabilità dell’opera ed alla capacità di trasformare con modalità durevoli l’area occupata. Nel caso del Tar di Lucca si trattava di dissequestrare un'area destinata a campeggio sottoposta al provvedimento perché le strutture erano state allacciate alle utenze elettrica e fognaria a carattere duraturo.

L'opposizione parlava di allacci a regola d'arte e dunque stabili, ma facilmente smontabili (non si andava a scaricare in un corso d'acqua, ma neppure con tubature in cemento armato, ndr). I giudici si sono rifatti alla normativa toscana. La Legge 42 del 2000 stabilisce che è possibile procedere per una percentuale non superiore al 40% delle aree di campeggio, ad installazione di strutture temporaneamente ancorate al suolo per l’intero periodo di permanenza del campeggio nell’area autorizzata.

Un’altra legge della Regione Toscana (Legge 41 del 2001), stabilisce espressamente la possibilità di procedere agli allacci purché essi vengano effettuati con attacchi smontabili. Case mobili dunque si chiamano e tali devono essere. Poi con il tempo è accaduto che in molti si siano ulteriormente attrezzati con cucinotti, casette di legno, staccionate e pergolati, fino a costituire veri e propri condomini estivi che nel corso degli anni hanno ospitato cene ed eventi. Generazioni sono cresciute all'ombra dei pini, sono nate amicizie e qualche famiglia si è 'allargata' ed oggi si trovano spiazzate dall'iniziativa intrapresa da alcuni comuni e gestori che, nel dubbio, davanti ad una normativa vecchia ma dibattuta, hanno deciso di apportare variazioni alla consuetudine. "Fino a pochi mesi fa con l'autorizzazione della direzione del campeggio ho provveduto a rimodernare gli accessori della piazzola" dice un partecipante al Gruppo Facebook che a Bibbona hanno creato per gestire l'accaduto online.

"Un albero è rovinato sul casottino ed ho ricomprato tutto (il materiale spesso è in vendita presso le stesse strutture, ndr) e non mi hanno avvisato di questi cambiamenti" è la rabbia di un altro campeggiatore. Oltre 500 contatti di campeggiatori allibiti, furiosi, preoccupati per il loro investimento che rischia di andare in fumo. Come sbaraccare una piazzola? cosa farne delle strutture tra ottobre e marzo? Sono solo alcuni degli interrogativi. Di contro i Camperisti che da anni chiedono più fermezza e maggiori spazi per i mezzi a quattro ruote cantano vittoria: "La normativa è chiara, esisteva già e non è mai stata applicata". Altro caso riguarda i campeggi abusivi, qui la lotta è serrata, i controlli nelle pinete toscane sono costanti e non è possibile realizzare veri e propri villaggi vacanze all'ombra dei pini, in aree protette o peggio idrogeologicamente instabili.

Una pioggia estiva potrebbe cogliere tutti impreparati e sommergere completamente strutture e villeggianti. Antonio Lenoci

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