Rogo nella fabbrica: sette morti e tre ustionati gravi

Strage nel capannone-dormitorio al Macrolotto. Sottosegretario D'Angelis:"L'incendio conferma un dramma con condizioni di vita e di lavoro impossibili”. Il consigliere regionale Romanelli sul luogo della tragedia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2013 21:33
Rogo nella fabbrica: sette morti e tre ustionati gravi

Firenze, domenica 1 dicembre 2013- Brucia fabbrica a Prato attorno alle 7 di questa mattina. Le fiamme hanno causato il crollo di una parte del fabbricato che era adibito a dormitorio, in una ditta tessile al Macrolotto, il polo di insediamenti industriali dell'area metropolitana. È di sette morti e tre ustionati il consuntivo dell'incendio scoppiato stamani in una fabbrica in via Toscana. I corpi tra le macerie dei loculi di cartongesso dove gli operai dormivano. Di due vittime ritrovati i resti, un uomo è morto aggrappato alle inferiate di una finestra.

Testimoni hanno sentito urlare dal capannone, mentre la colonna di fumo era visibile da mezza città a causa del forte vento. E' una strage di lavoratori per un lavoro in condizioni illegali e di sfruttamento. Nel tardo pomeriggio di oggi, la senatrice Alessia Petraglia, la deputata Marisa Nicchi e il consigliere regionale Mauro Romanelli, accompagnati dalla coordinatrice pratese di SEL Nicoletta De Angelis, hanno effettuato un sopralluogo sul luogo dell'incidente. Fa dolore e rabbia sapere che anche nella civile Toscana accadono episodi gravissimi e indegni come la strage accaduta a Prato. “Ancora una volta assistiamo ad una terribile tragedia in fabbrica, dove lavoratori immigrati cinesi e le loro famiglie lavorano e vivono in condizioni impossibili e al limite dello schiavismo.

Ho chiesto ai Ministeri degli Interni e del Welfare di rafforzare i controlli perchè non è possibile che ancora oggi una città moderna e avanzata come Prato viva situazioni di questo tipo. Da parte nostra il prossimo Piano Città, che vedrà la luce con il nuovo ciclo dei Fondi strutturali europei 2014-2020, affronterà anche le problematiche produttive e sociali dal punto di vista infrastrutturale per il rispetto delle regole e delle norme sugli ambienti di lavoro”. Lo ha detto il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis sulla tragedia di Prato. "L'esplosione di una fabbrica cinese a Prato, che ha provocato una serie di vittime tra i lavoratori, e' un episodio gravissimo, una tragedia che non puo' e non deve ripetersi.

Esprimo tutto il mio dolore per i lavoratori di quest'azienda costretti, per necessità, a vivere e lavorare nell'illegalita' e alle loro famiglie. E' necessario intervenire subito monitorando le situazioni di illegalità, di sfruttamento e agendo sull'assenza di controlli: i cittadini cinesi che vivono in Italia spesso si ritrovano in condizioni lavorative e di vita che ricordano la schiavitu', con negazione dei loro diritti fondamentali. E' ora di dire basta. E' necessario muoversi subito contro lavoro nero e sfruttamento chiudendo immediatamente queste aziende per tutelare i lavoratori e le loro famiglie.

Bisogna agire con una modalità e una tempistica degne di un paese civile e democratico". Lo dichiara la Vice presidente del Senato Valeria Fedeli (PD). “I morti di Prato ci interrogano in maniera pesante e dolorosa: fino a quando tutti noi, istituzioni, autorità per il controllo del territorio, parti sociali, popolazione della civile Toscana, permetteremo che forme di schiavismo mascherato da finta imprenditoria cinese prolifichino sul nostro territorio ?” Lo scrive sul suo profilo facebook il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza.

“Oltre alla doverosa solidarietà per i poveri morti cinesi di oggi –continua Cerza- bisogna tutti insieme dire BASTA e ripristinare la legalità in Toscana, legalità che non si deve fermare davanti a nulla e a nessuno, cinesi o italiani che siano.” Ed ecco la dichiarazione del segretario generale della Cisl di Firenze e Prato, Roberto Pistonina: "Quello di Prato è un dramma che addolora e lascia costernati, ma di fronte al quale nessuno può fingere di sorprendersi, perché tutti sanno che da anni tra Firenze e Prato ci sono centinaia, se non migliaia, di persone che vivono e lavorano in condizioni praticamente di schiavitù.

Siamo profondamente addolorati per quanto è accaduto. Toccherà a Vigili del Fuoco e autorità preposte accertare la dinamica, ma pare evidente che le cause di questa tragedia vadano cercate anche nelle condizioni di vita e di lavoro, al di fuori di ogni regola civile, in cui opera una parte della comunità cinese che si è insediata nel nostro territorio. E’ una situazione nota, che si protrae da anni, e che non si è riusciti ancora a debellare. Quanto accaduto pone con forza due temi: quello di una società, la nostra, che non è in grado di far rispettare le norme che si da e quello di servizi ispettivi e di sicurezza che, anche per i troppi tagli a cui sono stati sottoposti, non sono più in grado di coprire con efficacia il territorio.

Una cosa però è certa: cinque morti sono abbastanza per chiedere con forza che ci ha la responsabilità di intervenire lo faccia, subito e in modo più efficace". Le Arci della Toscana sono vicine alle famiglie delle vittime e all'intera comunità pratese e invitano le autorità a fare chiarezza, ad accertare le responsabilità il più presto possibile, a contrastare fenomeni e casi di sfruttamento e di riduzione in schiavitù. “Davanti a tragedie come quella avvenuta a Prato, le parole non sono adeguate.

Un fatto gravissimo, costato la vita a uomini e donne che hanno pagato a carissimo prezzo una situazione, una delle tante, in cui il lavoro avviene in situazioni di sfruttamento e illegalità, calpestando la dignità delle persone, costrette a vivere in condizioni disumane in nome del profitto a tutti i costi”. Così il segretario regionale di SEL Giuseppe Brogi sull'incidente. “Anche nel nostro Paese – prosegue Borgi – nella civile Toscana, troppo spesso assistiamo a episodi analoghi a quelli che accadono in paesi dell'est e del sud del mondo, segno di una globalizzazione disumana che non lascia zone franche e reclama alla politica, all'economia, alle istituzioni di cambiare registro, mettendo al centro di ogni azione i diritti e la dignità di ogni essere umano”.

“Sinistra Ecologia e Libertà Toscana – prosegue Brogi – si unisce al dolore delle famiglie e della intera comunità pratese e auspica che, quanto prima, venga fatta chiarezza su questa tragedia e accertate le responsabilità, in modo serio e senza strumentalizzazioni”. “Esprimiamo rabbia e sgomento per quanto avvenuto stanotte a Prato, dove nell'incendio di una fabbrica hanno perso la vita cinque lavoratori. L'ennesimo episodio di una strage silenziosa, che ogni anno miete decine di vittime tra uomini e donne stranieri, che arrivano in Italia in cerca di riscatto e di condizioni di vita più dignitose e che troppo spesso finiscono inghiottiti da sacche di inumana illegalità.

La magistratura accerterà se vi sono responsabilità. Oggi, però, è il momento del lutto. SEL Firenze si unisce al dolore ed è vicina, nella speranza, alle famiglie dei lavoratori che lottano tra la vita e la morte”. Lo dichiara Mauro Valiani, coordinatore provinciale di SEL Firenze, informato dell'accaduto durante i lavori del congresso fiorentino del partito in corso oggi. "Operai morti in nome del profitto, operai che lavoravano in condizioni di semi-schiavitù in aziende dove lo sfruttamento è prassi comune, dove non esistono sindacati, dove non esiste nessuna tutela per migliaia di lavoratori in una città, Prato, famosa nel mondo per la sua industria tessile -è il commento del Pcl Firenze- I colpevoli di questo crimine contro la classe operaia sono tanti.

In primo luogo sicuramente i padroni, coloro che tengono in condizioni di schiavitù migliaia di operai, poi le istituzioni e la giunta comunale del sindaco di destra Cenni (tra l'altro ex padrone della sasch fallita alcuni anni fa), ma non sono da meno neanche le opposizioni di centrosinistra e i sindacati confederali che non hanno mai fatto niente per unire in una unica grande lotta per il miglioramento delle condizioni lavorative gli operai italiani e quelli immigrati. Una città diventata negli ultimi anni anche un laboratorio per l'estrema destra italiana.

E' a Prato dove fascisti vari, leghisti e altro ciarpame soffiano sul fuoco dell'intolleranza, è a Prato dove questi utili servi del sistema fanno il lavoro sporco di dividere la classe, mettere contro gli operai cinesi agli operai italiani, anche loro sono colpevoli del disastro di oggi a Prato".

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