Lavoro, Cgil accusa: ''Vogliono eliminare gli ammortizzatori sociali''

"Comprendiamo l’esigenza di un maggior rigore, ma queste misure, così congegnate, oltre a testimoniare una precisa volontà politica, certificano per la loro rozzezza una discreta ignoranza"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 novembre 2013 14:11
Lavoro, Cgil accusa: ''Vogliono eliminare gli ammortizzatori sociali''

Firenze 29 Novembre.- Se fossero state in vigore nell’anno in corso gli indirizzi dello schema di decreto inviato ieri dal Ministero del lavoro alle organizzazioni sindacali e alle regioni per un parere (non vincolante) in attesa del varo definitivo per l’operatività dal 1 Gennaio 2014 "ci sarebbero stati almeno 15.000 licenziamenti in più di lavoratori toscani" questo è il commento di Cgil Toscana. "E’ un dato ragionevolmente prevedibile per la riduzione progressiva dei mesi di possibile utilizzo (8 per il 2014, 6 per il 2015, 12 nel biennio mobile complessivo) con una taglio di fatto alla metà dei beneficiari e soprattutto per il meccanismo di calcolo sull’azienda anziché sul singolo lavoratore. Queste norme già restrittive, sarebbero rivolte ad un numero molto esiguo di imprese e lavoratori in quanto lo schema del decreto equipara per l’esclusione dall’accesso, salvo casi eccezionali, non solo le imprese che hanno diritto alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria, ma anche quelle soggette all’intervento dei fondi bilaterali di solidarietà, che garantiscono al massimo 8 settimane di sospensione nel biennio e che riguardano tutte le aziende oltre i 15 dipendenti dei settori esclusi dagli ammortizzatori ordinari come ad esempio commercio, terziario, turismo, cooperative sociali. Il requisito inoltre dell’anzianità di servizio di almeno 12 mesi nella stessa azienda a fronte dei 90 giorni dell’attuale disciplina per tutti gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, oltre ad una discriminazione incomprensibile a danno dei lavoratori più giovani e delle piccole imprese che avevano investito in nuova occupazione, testimonia di una volontà del legislatore tesa a cancellare pur in presenza di una crisi persistente gli ammortizzatori sociali. Comprendiamo l’esigenza di un maggior rigore, soprattutto nell’utilizzo della mobilità in deroga, peraltro in Toscana usata in misura residuale, così come una più puntuale verifica sull’uso dello strumento nel suo complesso, cosa sulla quale nella nostra regione era avviato un confronto tra le parti e l’assessorato al lavoro, ma queste misure, così congegnate, oltre a testimoniare una precisa volontà politica, certificano per la loro rozzezza una discreta ignoranza dei processi reali che riguardano il lavoro e le imprese.

Come CGIL non potremo che opporci a misure sbagliate e dalle conseguenze molto gravi". Si è svolto nei giorni scorsi (martedì 26 e mercoled' 27) il voto per l’elezione di Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) e Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) nel settore igiene/ambiente-raccolta rifiuti, che occupa nella nostra regione circa 4500 lavoratori. La Fit-Cisl toscana esprime soddisfazione per l’alta partecipazione al voto (88% degli aventi diritto) e per il risultato conseguito, che l’ha vista conquistare un terzo dei delegati eletti. La Fit si conferma come seconda forza sindacale della regione, con 801 voti complessivi (che superano il numero degli iscritti), pari al 21,58%. I delegati Fit-Cisl eletti sono 40 che, in virtù della articolazione territoriale e aziendale del voto, rappresentano il 34% del totale degli eletti. Per affrontare la crisi e crescere in eccellenza bisogna oltrepassare la logica del puro scambio e nel lungo periodo la gratuità in economia può diventare la scommessa vincente.

E’ l’interessante tema proposto dalla sesta edizione di ‘Artes et Ethica’, il percorso di formazione dedicato a giovani imprenditori, dirigenti e professionisti per studiare nuovi strumenti con cui interpretare e approfondire l’impatto etico delle decisioni e delle azioni intraprese nella loro professione. Partendo da una riflessione sulla teoria del dono e sui limiti del solo self-interest e passando attraverso una serie di casi aziendali attuati in Italia, alcuni imprenditori condivideranno le loro esperienze con i loro giovani colleghi e ai professionisti di vari settori con l’obiettivo di costruirsi uno strumento ‘originale’ per affrontare la crisi e per eccellere in economia. La mattina i partecipanti saranno interessati da una tavola rotonda dal titolo “Per uscire dalla crisi: Sviluppo, Servizio e Dono”.

Partecipano Jennifer E. Miller, membro del Centro di Ricerca Markets, Culture and Ethics e docente di responsabilità sociale di impresa; Massimo Calvi, caporedattore dell’economia del quotidiano Avvenire; Marco Morganti, Amministratore Delegato di Banca Prossima, la banca del Gruppo Intesa Sanpaolo esclusivamente dedicata al no profit laico e religioso. Nel pomeriggio saranno presentati alcuni casi aziendali e best practises con la partecipazione di Sergio Galbiati per Marsica Innovation & Tecnology, Raffaele Berni per Berni Srl e Jacopo Schettini per Standard Ethics. “Quando si cerca l’eccellenza e si riconosce all’impresa la sua vera funzione sociale – spiega il direttore dell’associazione Artes Giorgio Fozzati - è necessario oltrepassare la logica del puro scambio.

Il ripensamento della teoria economica ha posto in evidenza il ruolo dei beni relazionali per assicurare il funzionamento dei sistemi economici. L’uomo attento solo al proprio interesse, contribuisce all’implosione del sistema. La logica del dono non è in contrasto con il successo imprenditoriale ma anzi, in qualche modo, contribuisce a conseguirlo”. E’ proprio questo l’obiettivo di Arthes e Ethica, le professioni e l’etica, un percorso che dal 2008 coinvolge un gruppo di giovani imprenditori, dirigenti e professionisti.

Più volte nel corso dell’anno si ritrovano per approfondire il tema dell’etica nel loro lavoro professionale. Il seminario è rivolto a professionisti che intendono comprendere e approfondire i temi etici legati allo sviluppo, al servizio e al dono, consapevoli che una nuova economia può esserci solo con un ritorno alla centralità della persona.

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