Artimino: un libro per raccontare la “Ferdinanda”

L’opera di Matteini (ed. Martini) rivela tutte le curiosità della dimora del granduca, dedicata all’otium umanistico, alle cacce e alla celebrazione ideale dei Medici stessi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 ottobre 2013 22:05
Artimino: un libro per raccontare la “Ferdinanda”

Un volume nato per raccontare la Villa medicea di Artimino, partendo dagli aspetti storico-artistici per arrivare a ripercorrere le tappe salienti che hanno reso grande la “Ferdinanda” nel corso dei secoli. E’ un viaggio a ritroso in un passato tutto toscano, il libro Villa medicea La Ferdinanda di Artimino di Saida Matteini (ed. Claudio Martini, Prato) che intende celebrare una dimora – da poco divenuta patrimonio dell’umanità Unesco – nata come riserva di caccia a luogo prediletto dai Medici per l’otium umanistico delle arti, delle lettere e della poesia. Come spiega Nadia Bastogi nell’introduzione, infatti, “la villa Ferdinanda incarna l’ideale della residenza extra-urbana del granduca Ferdinando I de’ Medici che la eresse nel 1596 su progetto di Bernardo Buontalenti”.

Se la vicina villa di Poggio a Caiano era stata la dimora di Lorenzo il Magnifico, Artimino fu invece la “creatura” di Ferdinando: “essa – recita il testo – riflette la sua personalità e l’impronta culturale che egli diede al proprio mecenatismo artistico, nella sobria ed elegante  monumentalità, nei rimandi alla Roma contemporanea dove egli era stato cardinale prima di divenire granduca, nelle collezioni che ospitava e nei preziosi manufatti che la arredavano, spesso creati dalle manifatture di corte”.

Tra questi, le opere del pittore Domenico Cresti detto Il Passignano. Benché la Villa di Artimino abbia visto nei secoli numerosi una dispersione del suo arredo originale, non ha subito significative ristrutturazioni, consentendo così al visitatore di respirare ancora l’atmosfera cinquecentesca della residenza.

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