Ataf, dopo la privatizzazione lo 'spezzatino aziendale'

Domanda di attualità dei consiglieri di Rifondazione in Consiglio provinciale al Presidente della Provincia di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2013 14:41
Ataf, dopo la privatizzazione lo 'spezzatino aziendale'

"Ecco a cosa sarebbe servita la “clausola sociale”: evitare che i nuovi proprietari dell'azienda di trasporto ATAF Gestioni potessero mettere fine, senza che nessuno potesse dire nulla, all'azienda spacchettando il servizio, riassorbendo nelle società 'madre' i dipendenti e facendo così scomparire ogni legame 'pubblico' con la vecchia ATAF." - affermano i Consiglieri comunali Tommaso Grassi e Ornella De Zordo. "I responsabili di questo disastro per i dipendenti, in gran parte autisti, e per cittadini che si ritroveranno con ben 5 società a gestire il trasporto pubblico a Firenze, senza un metro in più di corsie preferenziale e senza un'azienda unica per sosta e tpl come a Milano o Bologna, siedono tutti o in Giunta, come il Sindaco Renzi e l'allora Presidente di ATAF, adesso premiato ad Assessore alla Mobilità, Bonaccorsi.

Ma siedono anche in Consiglio comunale, e ci riferiamo a quei 25 Consiglieri che il 22 dicembre 2011 hanno dato il via libera alla vendita delle quote del Comune di Firenze fidandosi di rassicurazioni verbali che non trovavano conferma e che talvolta venivano smentite dagli stessi atti che hanno votato favorevolmente." "Come non ricordare le famose invettive di Renzi e Bonaccorsi sulla bontà dell'operazione di vendita che avrebbe portato benefici al servizio e nessun danno agli autisti? E che dire delle dichiarazioni di inutilità della eventuale clausola sociale da inserire nel bando, o dei toni trionfalistici che hanno seguito l'aggiudicazione per arrivare ai più recenti ma non meno falsi proclami che nessun autista sarebbe stato licenziato e che in caso si sarebbe provveduto a garantire la cassa integrazione della Regione e il riassorbimento del personale in altre partecipate del Comune- operazione non permessa dalla normativa come confermato persino dal Presidente di Quadrifoglio, il renziano Moretti- ?.

Impensabile non ricordare come anche nei ritardi sulla gara regionale del trasporto pubblico su gomma, che ancora è tutta una incognita, sia pesata da un lato l'arroganza della coppia Renzi-Bonaccorsi nel privatizzare ATAF a tutti i costi prima della gara, e dall'altra la mancanza di tenacia della Regione che ha assistito inerme a quanto Firenze stava facendo senza opporsi." "Si é trattato di una scelta sbagliata sotto ogni punto di vista: dal servizio del trasporto, che come abbiamo visto nei giorni del mondiale con una velocità commerciale più elevata e una certezza nei tempi viene apprezzato e utilizzato dai cittadini in maniera intensa svuotando le strade da un gran numero di macchine private, allo stato di disoccupazione a cui sono condannati i dipendenti.

Questa é l'ennesima conferma di quanto cittadini, associazioni, partiti e movimenti riuniti contro la privatizzazione di ATAF, hanno cercato di denunciare nel corso dell'anno ma che hanno visto sempre il rifiuto da parte della maggioranza e dell'Amministrazione. Non possiamo, anche in questo caso, che confermare quanto sia stato un bluff tutta la campagna di comunicazione dell'Amministrazione contro l’inefficienza dell'azienda e l’incapacità del pubblico di risolvere la crisi di ATAF: ora si vede come la ricetta del privato non risolva affatto i problemi, anzi aggravi solo la situazione delle famiglie coinvolte da questa macelleria sociale." "A questo punto se venisse realizzato il trasferimento dei dipendenti dalle tre società BusItalia, CAP e AutoguidevieMilano che hanno le quote di ATAF Gestioni, ognuna autonomamente potrebbe mettere parte del proprio personale in mobilità, aprendo così la strada verso il licenziamento: solo che non sarebbe più una mobilità di una società venduta dal pubblico avendo perso ogni legame non solo giuridico.

Le nostre preoccupazioni che le tre aziende potessero trasferire il personale all'interno del proprio assetto societario, provocando così per i lavoratori la perdita di una grossa fetta di salario dovuto agli integrativi aziendali si sta verificando, peraltro cancellando la società ATAF dalla gara regionale e venendo meno anche ad una delle garanzie che il Consiglio comunale aveva chiesto ovvero l'integrità della società ATAF almeno fino alla gara regionale. Questo ultimo elemento potrebbe essere una ulteriore mannaia sulla testa degli ex dipendenti di ATAF che si ritroverebbero in una nuova società al pari di nuovi assunti e quindi in caso di riduzione dei chilometri da effettuare o di un esubero del personale, anche tra un anno a gara espletata, potrebbero essere messi fuori dalla porta con una lettera di licenziamento in mano." "Lo spezzatino di Ataf Gestione rimanda il conto ai lavoratori, la disdetta del contratto integrativo e di tutti gli accordi aziendali dal 31 dicembre 2013. Si conferma la strada della privatizzazione con uno spacchettamento di Ataf in tre pezzi di azienda. Un servizio essenziale per la mobilità della città attaccato sul versante dei diritti acquisiti e della salvaguardia dei posti di lavoro.

Si conferma una scelta grave e irresponsabile, profondamente lesiva degli accordi sottoscritti, che indicava come il trasporto collettivo dell'area fiorentina dovesse rimanere per un unico soggetto gestore" Rifondazione Comunista sostiene la vertenza, che comprende i diritti dei lavoratori di Ataf, ma anche la tutela e il diritto alla mobilità di tutti i cittadini. Andrea Calò e Lorenzo Verdi: "Dal 31 dicembre prossimo ATAF non esisterà più né come marchio né come azienda di trasporto.

Seguita la logica di privatizzazione selvaggia pianificando uno spezzatino aziendale, che ha come primo effetto la disdetta di tutti gli accordi integrativi e aziendali, 321 in tutto, dal prossimo 31 dicembre 2013. E' questo passaggio di spacchettamento aziendale, che coronerà dal dal 1° gennaio 2014 il processo di privatizzazione iniziato circa un anno fa con a creazione di Ataf Gestioni. La trasformazione di una sola azienda in tre diverse realtà gestionali, con la prevedibile triplicazione di ruoli apicali conseguenti: Presidenti; Direttori; e Consigli di Amministrazione e con una divisione dei soci e dei ruoli che si sono raggruppati sotto il nome di "Ataf Gestioni" al momento di comprare la vecchia Ataf. Quella che era l'Ataf pubblica prima, poi diventata la privata "Ataf Gestioni", si «spacchetterà»; ovvero il processo di privatizzazione iniziato circa un anno fa andrà ulteriormente avanti con la trasformazione da una sola azienda in tre diverse, ."Ovvero: Busitalia (l'azienda trasporti toscana che appartiene al cento per cento alle Ferrovie) al 70%, la pratese Cap al 25% e la bresciana Autoguidovie al 5%.

..." Tutto questo accade senza che le Istituzioni pubbliche , Provincia e Comune di Firenze e Regione Toscana, sollevino un dito a bloccare un simile obbrobrio, pur sapendo che il bando di vendita imponesse che l'Ataf doveva restare un'unica azienda di trasporti. Particolare questo che ha indotto la francese Ratp ad aggiungere un'altra protesta al ricorso già presentato al Tar contro la sua esclusione dalla gara. La divisione della società Ataf Gestioni in tre diverse aziende: Busitalia, Cap e Autoguidovie, ha prodotto subito, dopo l'annuncio dell'operazione finanziaria, da parte dei sindacati e dei lavoratori, ".l'inizio della vertenza contro la disdetta dell'integrativo, contro la divisione in tre tronconi dell'azienda, contro la mancanza, protestano i sindacati, di qualsiasi piano industriale, per la sicurezza del mantenimento dei posti di lavoro.." Rifondazione Comunista da sempre contraria alla privatizzazione di Ataf e dei trasporti, continuerà a sostenere ogni vertenza aziendale, tutte le mobilitazioni e gli scioperi che saranno indetti a difesa del servizio di trasporto, inteso come bene comune, e per la difesa dei diritti contrattuali e dei livelli occupazionali. Ritiene indispensabile e opportuno che tutte le Istituzioni - Provincia e Comuni dell'area metropolitana serviti da Ataf e Regione Toscana- rilevino la non conformità di questo "spacchettamento" con la clausola del bando pubblico di tenere unita l'azienda di trasporto, contravvenendo così alle esplicite norme del bando di vendita. Che le Istituzioni contrastino questa modalità di gestione aziendale, che attraverso uno spezzatino di proprietà attacca il lavoro e diritti, azzera i contratti in essere e produce solo disoccupazione e impoverimento generale. Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell'esprimere la solidarietà ai lavoratori di Ataf e partecipazione alla vertenza, che si trovano nuovamente a contrastare con la difesa dei propri diritti di lavoratori, un bene comune per tutti i cittadini, nel dichiarare il proprio impegno politico e istituzionale a difesa di questa causa, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e All'assessore competente di riferire su quanto sta avvenendo in "Ataf Gestione" e quali sono le finalità dell'annunciato "spacchettamento" aziendale in tre tronconi. Altresì chiediamo di sapere cosa intende fare la Provincia di Firenze unitamente alla Regione Toscana e ai Comuni per contrastare il proseguimento di tale processo sapendo il bando di vendita da pubblico a privato comprendeva l'impegno ad una gestione unica dei trasporti su gomma sull'area provinciale. Chiediamo di riferire altresì quali sono gli impegni che la provincia di Firenze unitamente ai Comuni dell'area metropolitana serviti da Ataf, e alla Regione Toscana, intendono mettere in campo per la tutela e il sostegno dei lavoratori, che si trovano nuovamente al centro di una vertenza che comprende i loro diritti di lavoratori, ma anche la tutela e i diritti alla mobilità di tutti i cittadini".

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