Diego Giorgi, l'Italia di Matteo Renzi e quell'eterno futuro dietro l'angolo

Il libro del giornalista di FirenzeToday Diego Giorgi, sulle orme del golden boy della politica italiana, edito da Fuorionda

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 settembre 2013 19:05
Diego Giorgi, l'Italia di Matteo Renzi e quell'eterno futuro dietro l'angolo

di Antonio Lenoci E' in libreria, “L’Italia di Matteo Renzi – Cronaca di un eterno futuro”, il libro-inchiesta del giornalista di FirenzeToday Diego Giorgi, sulle orme del golden boy della politica italiana per le edizioni Fuorionda. Il Sindaco di Firenze, "mestiere più bello del mondo", dalla sconfitta alle Primarie con il riavvicinamento a Pier Luigi Bersani in campagna elettorale passando per il terremoto istituzionale fino alla corsa alla Segreteria del PD, preludio ad un ruolo da Primo ministro per il prossimo futuro. Un backstage, delle sconfitte e della “rinascita politica” di quello che oggi appare come l’uomo della provvidenza, che riempie piazze e palazzetti in un Partito Democratico che oscilla tra veterani e nuove leve, coerenza e ripensamenti.

In una Italia dove tutto è cambiato, ma c'è ancora Silvio Berlusconi al governo e la bandiera di Forza Italia appesa al balcone. Rottamatore ieri, risorsa oggi. Troppe correnti? Ma la porta resta aperta. Un congresso che non arriva mai. Che il candidato segretario Giuseppe Pippo Civati, inusuale partecipe alla Feltrinelli di Firenze, della presentazione del libro dedicato ad un rivale ipotizza poter arrivare "Nel 2073, anche se auspico che Epifani possa farlo accadere qualche settimana prima"

"E' curioso che io sia qui al cospetto di un bel libro su Matteo Renzi - dice Civati di passaggio a Firenze - ma il PD è anche questo, siamo interessanti per questo motivo.

Alcune idee di Matteo le condivido, altre invece no, ma io sono così, tendo a dire le cose come stanno a rendere partecipi gli altri delle mie decisioni, tanto che a volte resto antipatico. Ma davanti al panorama che si sta profilando, se continuano a litigare tutti, rischio di fare un risultato strepitoso. Al momento attuale - spiega - mi basterebbe sapere il pomeriggio cosa voteremo in aula la sera, cosa che adesso non sta avvenendo, mi trovo a votare contro le mie stesse mozioni. Siamo ostaggi della destra di Berlusconi, siamo ostaggi degli spettri come quello del semestre europeo.

Se cade il governo ci sarà un altro a fare il presidente, non sarebbe un problema così grave" e neppure la più grande figuraccia per l'Italia. Pensare che Civati sul carro del vincitore c'era già, però è sceso. "Noi e loro" scrive Diego Giorgi e sembra una divisione semplice, di quelle che si fanno al campetto di calcio, in realtà la battuta di Renzi entrata nella coscienza collettiva è stata la più grande spaccatura degli ultimi anni all'interno del grande partito Democratico.

Da una parte la sinistra, quella vera e pura, poi la sinistra variegata tipo l'amarena sciolta sulla vaniglia, poi la sinistra di centro, tendente leggermente a destra. La sinistra di oggi. Il conte Raffaello Mascetti, personaggio intramontabile di Tognazzi (candidato alla presidenza della Repubblica da un simpatico deputato italiano), ne avrebbe fatto un trattato ad hoc. Matteo Renzi torna a cercare l'ampio consenso del popolo, il bagno di folla. Ad un anno esatto dal tour dell'Italia a bordo del camper targato "Adesso!" torna nelle feste di partito sparse per il Paese quasi quanto le Caserme dei Carabinieri e si offre alle domande sul futuro dell'Italia, di tutti noi.

Che poi è anche il suo futuro, quello di un ragazzo cresciuto tra gli anni '70 e gli anni '80 con tutta l'influenza immaginabile dei media e di quella strana televisione che è stata formativa al pari di una pubblica istruzione costantemente in declino. C'era da rompere i legami chimici che tenevano insieme gli anziani compagni. Lo ha fatto. C'era da mettere in discussione quell'appartenenza viscerale alla ruota dei prosciutti. Lo ha fatto. C'era da insinuare il dubbio che qualcuno possa avere una risposta, giusta magari, diversa da quella letta sui post-it.

C'era tanto da fare. Lo ha fatto. E adesso? Adesso si ricomincia. Ma come? Davvero. Per questo il libro di Diego Giorgi è attualissimo ed aiuta ad entrare prepotentemente nell'Italia di domani, dove dietro l'angolo c'è ancora Matteo Renzi che, forse, non ce la fa più a stare fermo al rosso ed aspetta che il semaforo sparisca e che arrivi la pedonalizzazione della politica.

L'autore Diego Giorgi (1979), giornalista, dopo aver lavorato per la redazione toscana de «l’Unità», collabora con il gruppo City News. Attualmente scrive di politica per Firenze Today e per Today.

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