La “bilancia smarrita”: tre anni di inchiesta in un libro

Nel suo romanzo Paolo Cocchi denuncia giustizialismo e stampa scandalistica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 giugno 2013 23:15
La “bilancia smarrita”: tre anni di inchiesta in un libro

Dal febbraio 2010, con la notifica dell’avviso di garanzia, a gennaio 2013, quando arriva l’assoluzione con formula piena: tre lunghi anni di inchiesta giudiziaria, un calvario che Paolo Cocchi racconta oggi in un libro. A metà tra l’opera di fantasia e il romanzo-verità, La bilancia smarrita. Cronaca di un’inchiesta (Mauro Pagliai Editore, pp. 240, euro 11) sarà presentato venerdì 14 giugno alle 21.00 nella Sala di Palazzo Pretorio di Barberino di Mugello (piazza Cavour, 36).

Interverranno Oriana Gamberini, presidente della sezione soci Coop locale, e Giovanni Gozzini, docente all’Università di Siena. Giulia Gianassi e Paolo Menchetti leggeranno brani del libro e sarà presente l’autore. Paolo Cocchi è stato sindaco di Barberino e assessore alla cultura della Regione Toscana. Nel 2010 viene coinvolto, assieme a diversi politici toscani, in una vera e propria bufera giudiziaria: accusato di corruzione, dovrà affrontare il processo sopportando il peso del sospetto fino a quando non sarà finalmente scagionato da tutte le imputazioni.

Già autore di pubblicazioni di politica e filosofia, e di Diario di un diario (Sarnus, 2010), in questo nuovo romanzo (“opera di fantasia ma non troppo”, ammette) narra la storia di Celestino Buoncompagni, politico della città di Barbaria, da quando subisce la prima inaspettata perquisizione fino alla fine di una complicata inchiesta. Il protagonista, sospettato di loschi affari con l’imprenditore Camici, è costretto a prendersi una lunga pausa dai propri impegni per affrontare il processo: colpito da accuse infamanti, si ritroverà isolato e abbandonato da molti colleghi e persone amiche.

In preda alla più cupa depressione, verrà anche ricoverato in clinica, ma non rinuncerà a lottare per dimostrare la propria innocenza. Una storia emblematica, che non nasconde una amara riflessione sulla crisi di fiducia che ha colpito la politica in Italia, e una forte denuncia di come il giustizialismo e il giornalismo scandalistico possano stroncare la vita e la carriera senza distinzione a uomini corrotti e onesti, colpevoli e innocenti. Gherardo Del Lungo

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