Pista parallela: si fa avanti l'ipotesi che non verrà mai realizzata

Dopo anni e anni di dibattiti c'è davvero il rischio che non se ne faccia nulla?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2013 19:10
Pista parallela: si fa avanti l'ipotesi che non verrà mai realizzata

Per il sindaco uscente di Sesto Fiorentino il nuovo scalo con relativa la pista in progetto per l'Aeroporto di Peretola di Firenze non si farà. La tipologia di pista che alla fine dopo lunghe e dibattute discussioni durate degli anni è stata decretata come la migliore è quella parallela all'autostrada, parallela convergente a voler essere precisi; ma secondo il primo cittadino sestese la sua realizzazione significherebbe ripensare e quindi rifare l'aeroporto fiorentino da capo: "Quella pista non si farà, non c' è lo spazio.

E' un' offesa al territorio e non porta benefici"; la posizione di Adriano Chini è chiara e da sempre contraria alla nuova pista contro la cui realizzazione ha fondato parte del proprio mandato politico. Il 5 aprile scorso la Giunta regionale ha approvato la delibera che approva l'integrazione al Pit (Piano di indirizzo territoriale), mossa indispensabile e preliminare alla riqualificazione dell'Aeroporto; l'iter amministrativo per la discussione in consiglio e la successiva approvazione dovrebbe concludersi entro l'anno.

Tra quanti però votarono contro quella delibera c'è Mauro Romanelli di Sel che al pari di Chini è convintissimo che alla fine non se ne farà nulla. "Io penso che Chini abbia proprio ragione, la pista parallela dell'Aereporto non si farà, perché non c'è proprio spazio e modo di realizzarla, e i costi delle opere di accompagnamento sono proibitivi". "Studiando approfonditamente il tema, effettivamente, aldilà dell'impatto ambientale che rischia di essere terribile, mi pare che emergano profili possibili di vera e propria illegalità in merito alle leggi sulla sicurezza aereoportuale (impossibilità per legge della monodirezionalità della pista, e questione della presenza di uccelli anche di grandi dimensioni), alla sicurezza idraulica (cassa di espansione attinente al polo scientifico di Sesto), all'esistenza di aree protette di interesse comunitario". "Mi domando allora, se questo fosse vero, che senso ha andare avanti con quello che alla fine risulterebbe essere solo un bluff della politica, un modo forse di dare dimostrazione di accondiscendenza verso certi poteri e interessi, sapendo però che alla fine non si arriva in fondo? prosegue Romanelli- .Credo che se le cose stessero così ci si assumerebbe davvero una bella responsabilità.

Non secondariamente quella di illudere tanti lavoratori connessi all'attuale scalo fiorentino, e di metterli invece in pericolo. Mi chiedo allora: non sarebbe più sano e intellettualmente onesto, oltre che meno rischioso per i lavoratori, iniziare di buona lena un'opera graduale di trasferimento delle funzioni aeroportuali verso Pisa, trasferendo anche le funzioni occupazionali, nell'ottica di un unico polo aeroportuale toscano, integrato con Firenze con una moderna e veloce mobilità su ferro?". F.D.

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