Andreotti: condanna, o ammirazione? La sua morte divide la Toscana

E' scomparso oggi all'età di 94 anni un protagonista assoluto della politica italiana. Un minuto di silenzio in Consiglio Comunale a Firenze. Le parole di Enrico Rossi:"un protagonista fin dalla Costituente, ma intriso di machiavellismo”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 maggio 2013 19:24
Andreotti: condanna, o ammirazione? La sua morte divide la Toscana

Sette volte presidente del Consiglio, più volte ministro, membro del Parlamento sin dalla sua prima seduta, padre Costituente, Giulio Andreotti racconta la storia della Repubblica Italiana. Il suo un nome che ha acceso intensi dibattiti, ispirato film e trasmissioni tv, al centro dei più grandi e oscuri misteri del nostro Paese, dal caso Moro fino alla sue presunta collusione con la mafia, uscendone sempre indenne dalle aule di tribunale. Di certo una figura che non lascia spazio a giudizi intermedi: o grande statista o grande malfattore.

E tanto basta a fare di lui un assoluto protagonista della storia del nostro Paese; amato a destra e odiato a sinistra, come si scrive un po' dappertutto in queste ore, il suo nome e la sua figura inconfondibile entreranno nei libri di Storia, forse unico Tribunale in grado di giudicarlo. VIDEO DAL FILM "IL DIVO" di Paolo Sorrentino Ma come ha reagito la rossa Toscana alla notizia della sua morte? Il consiglio comunale di Firenze presieduto dal Presidente Eugenio Giani ha osservato un minuto di silenzio seguito da un lungo applauso.

"Andreotti – ha commentato il presidente dell'assemblea Eugenio Giani - comunque la si possa pensare, è una delle figure fondamentali nella vita della Repubblica italiana del dopoguerra. Ha partecipato a 40 governi della storia repubblicana e fu una delle figure che ricoprì più incarichi di alto livello nella Prima Repubblica''. "Un cattivo esempio della vecchia politica della prima Repubblica: questo era per me Giulio Andreotti- scrive Enrico Rossi su facebook - Con la sua morte scompare un autentico protagonista della politica italiana, dalla Costituente fino ai primi anni di questo secolo.

Non ho mai condiviso le sue scelte e tanto meno il suo stile politico, intriso di quel machiavellismo che tante e non positive tracce ha lasciato nella vita pubblica del Paese. Ma oggi non si può non ricordare anche come l’uomo si sia sottoposto al rosario delle imputazioni e al calvario dei processi con assoluto rispetto verso il ruolo della magistratura. Se insomma la sua concezione della politica va archiviata come una delle pagine più discutibili della prima Repubblica, la compostezza con cui affrontò accuse gravi in complessi processi va invece riconosciuta, soprattutto se rapportata a tanti comportamenti dei politici di oggi.

A nome mio e della Regione Toscana – conclude – rivolgo sincere condoglianze alla sua famiglia”. Minuto di silenzio, seguito da un lungo applauso, in Consiglio comunale per Giulio Andreotti, senatore a vita, sette volte presidente del Consiglio, morto oggi a Roma all'eta' di 94 anni. "Con la scomparsa di Andreotti passa alla storia la Prima Repubblica; storia con diverse luci e anche diverse ombre, ma è indubbio l’impegno di Andreotti nella tenuta del quadro istituzionale del nostro Paese scrive il consigliere Gian Luca Lazzeri di Più Toscana - Ho conosciuto personalmente Andreotti: ci siamo incontrati in molte occasioni, non ultimo l’impegno personale del senatore per i prigionieri che Saddam Hussein aveva fatto occupando il Kuwait, essendo io tra i fondatori dell’associazione Italia-Kuwait.

Indimenticabili quelle notti dove un infaticabile Andreotti raccontava a noi giovani cattolici, agli inizi della nostra esperienza politica nella Democrazia Cristiana, i risvolti complessi della politica estera del nostro Paese". "Il nome di Andreotti resterà nella storia del nostro Paese come quello di un grande statista, un cattolico che si è battuto per la presenza dei cattolici in politica e nelle istituzioni, ma anche uno dei meno ideologici e più pragmatici esponenti della Democrazia Cristiana - scrive in una nota Oreste Giurlani (presidente Uncem)- Una persona unica, dotata di un'ironia straordinaria e insolita, che ho avuto l'onore di conoscere e apprezzare personalmente, il 4 novembre 2007 quando con una delegazione di amministratori di Comuni ed Enti montani della Toscana lo incontrai a Roma per parlare delle problematiche relative ai territori montani, marginali e rurali.

In quella occasione ricordo che Andreotti volle conoscere nei minimi particolari le problematiche che riguardavano le allora Comunità montane, e condivise tutte le preoccupazioni portate, riconoscendo che, a volte, nel predisporre le leggi non si tiene conto in maniera adeguata del territorio e delle diversità esistenti tra un’area ed un’altra. Tutte questioni ancora di forte attualità". Condoglianze e cordoglio anche dal Consiglio Provinciale di Firenze: "Oggi si è spento un gigante, protagonista della nostra politica e della nostra storia recente" dichiara Filippo Ciampolini, consigliere provinciale del Pdl, che lo ricorda così "Ho iniziato la mia attività politica all'interno della Democrazia Cristiana tra gli amici di Andreotti, ho apprezzato la continua ricerca della mediazione - spiega Ciampolini - Caro Presidente...augurarLe un riposo ...

eterno... Mi pare eccessivo... Solo un grazie e .. Buon viaggio Presidente".

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