Parma vista da vicino: Firenze prossima città a 5 Stelle?

Per molti aspetti si assomigliano. Governate entrambe dalle novità presenti sul panorama nazionale. Renzi prepara l'assalto ai vertici del PD, Pizzarotti è già al lavoro, impegnato a salvare il salvabile. I grillini fiorentini puntano a Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 marzo 2013 03:32
Parma vista da vicino: Firenze prossima città a 5 Stelle?

Il capoluogo della Toscana nel 2014 potrebbe essere guidato da un sindaco proposto dal Movimento 5 Stelle che ha lanciato pubblicamente la sfida al PD per aggiudicarsi Palazzo Vecchio. C'è un esempio di governo al quale, in questi giorni, si guarda con curiosità e scetticismo: è Parma. La città emiliana ha vissuto una storia politica simile a quella del Paese con un governo di sinistra forte e duraturo, scalzato da una corrente socialista che si è poi depositata in mano alle forze politiche di destra.

Le recenti elezioni hanno lasciato un quadro d'insieme che è facilmente rapportabile al panorama nazionale: PD primo Partito, Movimento 5 Stelle seconda forza e PDL in crescita con al 10% Monti e sotto la soglia minima gli altri. Il Movimento di Beppe Grillo nello specifico è passato dal 19% rosicchiato al primo turno delle Comunali al 28%. Non è difficile dunque definire la città ducale come uno specchio d'Italia dove la corrente dei grillini ha ottenuto una 'conferma'. Lo stesso sindaco Pizzarotti ha dichiarato "Si vede che non abbiamo fatto poi così male come si è detto".

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Già, ma cosa ha fatto il Movimento 5 Stelle a Parma? Se lo sono chiesto in tanti all'indomani del voto. Siamo andati a Parma a vedere come se la passano nella città che per prima si è affidata al governo della gente rifiutando la 'solita politica'.

A prima vista quello che affiora è un grande orgoglio di piazza, con i cittadini pronti a difendere la città davanti all'accusa di essere una macchina senza guida. "Sappiamo bene che ci sono difficoltà - spiegano alcuni residenti - e certo non piace la piega che ha preso il centro urbano con la fuga dei residenti verso l'estrema periferia e la chiusura dei negozi". Ci sono vetrine abbassate e cartelli affittasi in tutto il centro storico, alcune strade sono completamente sparite commercialmente.

"Colpa delle tariffe aumentate fino ai massimi consentiti per legge" sbottano i commercianti "non è possibile sostenere i costi e bisogna chiudere". I fondi restano sfitti, difficile anche piazzarli sul mercato immobiliare. Una difficoltà che però non incrina il rapporto con l'Amministrazione tanto che i vertici ducali ammettono di vivere la situazione peggiore che potesse capitare loro, ma davanti ad una opinione pubblica consapevole del problema. Parma e il suo deficit, nel bene e nel male. L'inchiesta sulla precedente Amministrazione, lo scandalo che emergerebbe dalle scatole cinesi necessarie per aggirare il Patto di Stabilità occultando i debiti, l'urbanizzazione folle che ha ampliato la periferia oltre le logiche abitative, l'aver puntato su attrattori commerciali come gli Ipermercati piuttosto che sui centri commerciali naturali, la progettazione di opere costose ed inutilizzabili come il tubone sul ponte, la realizzazione dell'Inceneritore che nessuno avrebbe voluto sono solo alcuni dei passaggi chiave che hanno portato i cittadini a voler chiudere con il passato. Esiste anche un problema abitativo, nonostante i tagli al sociale siano stati limitati: "Ci sono terreni picchettati dove non è stato edificato nulla.

Ci sono nella estrema periferia palazzi con appartamenti invenduti" ci raccontano gli addetti ai lavori che vedono l'edilizia attraversare uno dei momenti più drammatici, ma nessuno acquista ed affittare a prezzi di mercato è proibitivo con gli stipendi in gioco. E' a questo punto che entra in scena il Movimento formato da ragazzi in molti casi professionisti si, ma non di politica. "Razionalizzare" le spese diventa il primo punto dell'agenda ad iniziare da: Decurtamento del 10% dal proprio stipendio, eliminazione delle auto blu e di alcuni rimborsi previsti, taglio delle consulenze esterne, riorganizzazione del personale sfruttando le risorse già in organico, aumento delle tariffe ed inasprimento fiscale.

Il tutto accompagnato da una stretta collaborazione con gli organi di controllo quali la Corte dei Conti. L'Amministrazione vorrebbe anche chiudere i rubinetti delle Società Partecipate che negli anni anziché produrre servizi hanno incamerato debiti; operazioni delicate che non sempre sono perseguibili. Con l'Aeroporto venduto a terzi, un progetto di Metropolitana che ha visto aumentare i costi in fase di progettazione per poi essere sospeso per mancanza di soldi, Parma è una Italia in miniatura che deve fare i conti per far quadrare il bilancio. A farne le spese i cittadini che possono solo investire sulla fiducia il proprio futuro mentre l'Amministrazione investe sull'edilizia scolastica e sulla manutenzione del patrimonio esistente, al momento due dei pochi punti imprescindibili.

Una città per vecchi? La Movida è stata oggetto di un piano di controllo ad hoc, ma per i giovani si potrebbe fare di più per un'offerta creativa adeguata. Si naviga con la fantasia del web? La Banda larga non è sempre come te l'aspetti: trenta centesimi per registrarsi al servizio ed un'ora sola di navigazione a singhiozzo suonano come una beffa per chi, come i grillini, è nato e cresciuto on line. Su un punto però l'Amministrazione è stata criticata per mancanza di coerenza, l'imminente messa in opera dell'Inceneritore (la partenza è già slittata due volte) appare come una sconfitta sul programma elettorale che faceva del "No allo smaltimento dei fanghi nel bruciatore" il cavallo di battaglia.

La spiegazione starebbe nei nodi procedurali dove il Comune è solo una pedina del sistema che, adesso, può solo ritardare l'entrata in funzione dello stabilimento. A nulla sono servite le richieste di riconversione dello stabile o di recupero dei macchinari per rivenderli all'estero visto che sarebbero stati "montati e pagati a tempo di record" per non perdere il benefit statale di 6 milioni di incentivo. L'inesperienza al servizio del buon senso, potremmo riassumere così il primo esperimento 'grillino' di governo.

Oltre un'austerità che ricorda il governo tecnico di Mario Monti ci sarà anche la crescita che è mancata nell'agenda del professore? L'opinione pubblica potrebbe tornare ad affidarsi alla vecchia politica una volta pareggiati i conti. Alla fermata dell'autobus lungo viale Mazzini, a pochi passi dai Portici del Grano nonostante tutto si parla ancora di politica: "Se ci fosse stato Renzi, Berlusconi non sarebbe mica tornato su!" commenta un vecchio signore intento a dibattere con alcuni amici.

Antonio Lenoci Filomena D'Amico

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