Qualifica di Ufficiali di polizia giudiziaria interdetta ai dipendenti Arpat

La revoca indebolisce il ruolo dell'Agenzia quale presidio dell'ambiente nella Regione. Sulla questione interviene l’assessore all’ambiente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 2013 18:09
Qualifica di Ufficiali di polizia giudiziaria interdetta ai dipendenti Arpat

FIRENZE– L’illegittimità della qualifica di Ufficiali di polizia giudiziaria (Upg) per i dipendenti Arpat, sancita prima da una sentenza della Corte Costituzionale, poi da un parere del Consiglio di Stato, sta creando una situazione molto delicata all’interno dell’Arpat, l’Agenzia regionale di protezione ambientale, dove sono attualmente 199 i dipendenti che hanno questo ruolo. Per questo l’assessore all’ambiente ha proposto al presidente della Regione di presentare al Consiglio Regionale una proposta di legge con la quale, pur nella consapevolezza del rischio di incostituzionalità, si riconosca ex lege la qualifica di Upg a coloro che sono già in possesso del tesserino di riconoscimento finora necessario.

Il presidente ha concordato con l’assessore di farne una comunicazione in giunta. Ad oggi, Arpat ha circa 50 casi in cui i dipendenti operano come Upg, con indagini che gli sono state delegate direttamente dalla magistratura: solo per fare qualche esempio, scarichi non in regola, scorretta gestione dei rifiuti, emissioni in atmosfera che superano i limiti. Le conseguenze della revoca della qualifica di Upg a questi dipendenti (revoca peraltro non ancora avvenuta) potrebbero essere molto negative – sottolinea l’assessore – sia per quanto riguarda l’efficacia dell’azione dell’Arpat a supporto dell’attività della magistratura in un campo così specialistico e delicato come quello della tutela dell’ambiente, sia sull’opinione pubblica.

Arpat è stata impegnata come punto di riferimento per la Procura della Repubblica fiorentina, e non solo, in molte vicende, anche recenti. Le Organizzazioni Sindacali FP CGIL, FP CISL, UIL FPL e la RSU chiedono l'immediato ritiro del Decreto e l'apertura di un confronto, partendo dalla constatazione che la messa in discussione da parte della Direzione di ARPAT delle funzioni di controllo e vigilanza, in un momento così delicato degli equilibri ambientali nella nostra regione, non aiuta certo la necessaria scelta per un modello di sviluppo eco-sostenibile. L’assessore ricorda anche di aver tentato, senza successo, di sottoporre la questione ai colleghi di altre Regioni, e teme il protrarsi del disinteresse sull’argomento a livello nazionale.

Solo in Toscana e in Emilia Romagna gli Upg vengono nominati dal direttore dell’Arpa, nelle altre regioni la nomina è stata effettuata dal Prefetto.

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