Stangata 2013: 585 euro in più a famiglia, ceto medio a rischio estinzione

Dopo l'Imu arriverà la Tares e gli aumenti su Iva e Irpef

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 gennaio 2013 18:33
Stangata 2013: 585 euro in più a famiglia, ceto medio a rischio estinzione

Anche il 2013 sarà un anno all’insegna delle tasse. Le previsioni parlano di 14,7 miliardi di tasse in più, un aggravio che per ciascuna famiglia sarà di ben 585 euro. A fornire queste stime è la Cgia di Mestre, che prevede una pressione fiscale, tenuto conto anche degli effetti della legge di stabilità, che si attesterà al 45,1% del Pil, 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni elaborate dal Governo nel documento di economia e finanza nel settembre scorso. Quindi una stima peggiorativa rispetto alle previsioni dovuta all'introduzione della Tares, l'aumento dell'Iva previsto dall'1 luglio, il ritocco all'insù dell'Imu sui capannoni, gli incrementi dei contributi previdenziali degli autonomi e delle addizionali Irpef a livello locale.

Si tratta di previsioni del Servizio Studi della Camera e del Senato che l’associazione veneta rilancia con preoccupazione. Una preoccupazione che riguarda tutti e che viene colta al volo da Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana: “Se il livello di tassazione resterà invariato, anzi aumenterà rispetto al 2012, un rilancio economico non sarà neppure pensabile – sottolinea Giurlani – Continuare a colpire pesantemente i ceti medi e bassi, senza aggredire i grandi capitali, rischia di mettere in ginocchio il Paese.

Spero che il centrosinistra, se come sembra uscirà vincitore delle prossime elezioni politiche, tenga conto di ciò e agisca di conseguenza. Bisogna alleggerire il peso fiscale sulle famiglie, lasciare più soldi in tasca agli italiani e far ripartire i consumi. Credo che come politici di centrosinistra dobbiamo porci il problema di chi è in particolari condizioni di svantaggio – conclude Giurlani - . Penso soprattutto a chi vive in zone disagiate e marginali, dove ogni difficoltà si accentua.

Proprio qui, nelle zone rurali e di montagna, bisogna cercare di mantenere inalterata la qualità dei servizi, per evitare una penalizzazione eccessiva dei residenti e un conseguente abbandono di quei territori”.

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