Gli esuberi in Menarini fanno paura, chiesto tavolo per l'industria farmaceutica

"Decisione dovuta al calo di fatturato che per alcuni prodotti oscillerebbe tra il 20 e il 50 per cento, a partire dal mese di agosto". Per il sindacato una scelta "Strumentale e avventata"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 ottobre 2012 15:08
Gli esuberi in Menarini fanno paura, chiesto tavolo per l'industria farmaceutica

A seguito dell’incontro tenutosi ieri presso Confindustria in cui sono stati comunicati ufficialmente oltre 1000 esuberi le RSU del Gruppo Menarini Firenze indicono un’assemblea in sciopero di 1 ora per giovedì 11 ottobre con le seguenti modalità: Ore 9,00 – 10,00 (giornalieri e turnisti mattina c/o locali mensa sede) Ore 11,30 – 12,30 (FIRMA) Ore 14,00 – 15,00 (Capalle) Ore 20,00 – 21,00 (turnisti sera c/o saletta Cral sede) Aprire subito un tavolo di confronto a livello nazionale sui problemi dell’industria farmaceutica legati all’entrata in vigore della legge sull’obbligo di prescrizione del principio attivo con l’obiettivo di arrivare ad una proposta “che tuteli la libertà di scelta dei cittadini e allo stesso tempo la sopravvivenza e lo sviluppo della farmaceutica italiana”.

E’ quanto chiede, in una lettera inviata stamani ai ministri dello sviluppo economico Corrado Passera e della salute Renato Balduzzi, l’assessore alle a attività produttive Gianfranco Simoncini, dopo aver appreso dalla stampa che la società Menarini ha informato le organizzazioni sindacali dell’apertura della procedura per oltre 1000 esuberi. “L’azienda – scrive l’assessore – ha connesso questa decisione al calo di fatturato che per alcuni prodotti oscillerebbe tra il 20 e il 50 per cento, a partire dal mese di agosto.

Senza entrare nel merito della situazione generale di Menarini, è indubbio che in questa vicenda svolge un ruolo pesante la legge che obbliga in sostanza il medico a fare prescrizioni indicando la sola denominazione del principio attivo contenuta nel farmaco”. L’assessore Simoncini aveva già espresso, con una precedente lettera, al ministro Passera la preoccupazione circa le ripercussioni di questa norma sull’intero settore farmaceutico, sulla concreta possibilità della penalizzazione dell’industria farmaceutica nel Paese. “Ritengo oggi, alla luce delle notizie apparse – sottolinea l’assessore – che ci debba essere una forte azione affinché questa vicenda non determini un contraccolpo pesante sull’occupazione e sui livelli occupazionali.

Non possiamo accettare che siano i lavoratori a pagare queste scelte né che si determini l’indebolimento dell’industria farmaceutica italiana che in Toscana ha uno dei poli più rappresentativi in termini di fatturato e di occupazione”. L’assessore ha convocato una riunione a livello regionale, con sindacati e istituzioni, per il prossimo 16 ottobre. Grande preoccupazione espressa anche dal Presidente di Confindustria Firenze Simone Bettini: "Il settore farmaceutico ha saputo fronteggiare questi lunghi anni di crisi a colpi di innovazione e di ricerca continua; purtroppo oggi deve fare i conti con un provvedimento governativo fortemente penalizzante verso chi ha fatto investimenti rilevanti in sviluppo e occupazione.

Ricordo che Menarini – nonostante la crisi più lunga del dopoguerra – non ha mai fatto riduzioni di organici o dismesso alcun sito produttivo. L’obbligo ai medici di indicare nella ricetta non più il nome del farmaco, ma il solo principio attivo in esso contenuto, colpisce il prodotto italiano di qualità senza alcun beneficio per la spesa pubblica. E rischia di mettere in ginocchio l’intero settore farmaceutico nazionale, una delle eccellenze del made in Italy che occupa decine di migliaia di persone, è secondo in Europa per quantità prodotte, esporta il 60% di ciò che produce e investe ogni anno 2,4 MLD in ricerca.

È un danno rilevante per Firenze e per la Toscana, che è uno dei grandi poli farmaceutici del Paese insieme a Lombardia e Lazio. E rappresenta uno dei principali antidoti alla crisi del nostro territorio. Confindustria Firenze auspica un’azione congiunta di tutti i livelli istituzionali e delle forze sindacali per scongiurare questo impoverimento del nostro patrimonio manifatturiero che non possiamo assolutamente permetterci". Nel corso dell’incontro del 9/10/2012 presso l’Associazione Industriali di Firenze si sono incontrate le OO.SS.

Filctem-CGIL, Femca- CISL, Uilcem-UIL, le RSU del Gruppo Menarini e la direzione aziendale rappresentata ai suoi massimi livelli dal Direttore Generale. Durante l’incontro di verifica sulle prospettive aziendali, la Direzione Generale ha annunciato un esubero di oltre mille addetti legandolo alle ripercussioni dei provvedimenti sulla Revisione della Spesa in materia di Sanità (c.d. Spending Review). Le OO.SS. a fronte di queste dichiarazioni hanno fortemente respinto la proposta aziendale ritenendola strumentale e avventata, oltretutto in assenza di un progetto industriale di sviluppo, chiedendone l’immediato ritiro e l’apertura di un tavolo sindacale. La dimensione degli esuberi annunciata è la più alta nel settore farmaceutico e nel panorama dell’industria italiana.

Le OO.SS. già da domani si attiveranno per richiedere un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) affinché la direzione aziendale rappresenti nella più alta sede istituzionale la sua proposta di politica industriale rappresentando Menarini, la prima multinazionale italiana del settore. Le OO.SS. annunciano immediatamente la mobilitazione di tutti i lavoratori attraverso il blocco degli straordinari, la cessazione di ogni forma di flessibilità, cui seguiranno assemblee con i lavoratori e iniziative di lotta dell’intero Gruppo coordinate a livello nazionale unitamente alle tre Confederazioni.

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