Publiacqua: 11 milioni di multa ad Acea e Suez per l'acquisizione del 40%

Lo ha deciso il Consiglio di Stato su ricorso dell'Antitrust. De Zordo: "La sentenza conferma il "cartello" per la gestione del servizio idrico"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2012 14:53
Publiacqua: 11 milioni di multa ad Acea e Suez per l'acquisizione del 40%

La vendita ai soci privati del 40% del capitale di Publiacqua, società di gestione dell'acquedotto fiorentino, non ha rispettato la normativa sulla libera concorrenza. Acea e Suez Environnement dovranno pagare una multa di 11,3 milioni di euro dopo che il Consiglio di stato ha accolto l'appello dell'Antitrust contro una decisione del Tar risalente al 2007 che aveva invalidato la sanzione. L'accusa per Acea e Suez Environnement è di aver creato un'intesa restrittiva a discapito della concorrenza. La sentenza del Consiglio di Stato è stata pronunciata il 15 maggio e depositata il 24 settembre, e recita: "In conclusione, l'appello dell'AGCM va accolto e per l'effetto, in riforma della impugnata sentenza, devono essere respinti i ricorsi di primo grado n.1071 del 2008 e n.1139 del 2008, proposti rispettivamente da Acea spa e da Suez Environnement SA.

Va altresì respinto l'appello incidentale proposto da Acea spa", si legge nella sentenza pubblicata sul sito. "Con questa sentenza del Consiglio di stato si conferma ciò che la società civile e i movimenti per l'acqua pubblica affermano da sempre, ovvero che la gestione privatistica del servizio idrico è non solo illegittima grazie all'esito referendario, ma che addirittura è in mano a monopoli più o meno trasparenti", ha commentato Ornella De Zordo di perUnaltracittà "Dopo il danno la beffa".

ha continuato De Zordo. "Scommettiamo che gli 11 milioni di multa saranno pagati dagli utenti di Publiacqua e delle altre municipalizzate privatizzate in mano ad Acea e Suez Environnement? Questo esito appare minacciosamente concreto, visto come la ricerca del profitto a tutti i costi delle società per azioni è sempre più confortata dall'acquiescenza con cui i partiti politici e le amministrazioni locali da essi occupati evitano di affrontare con correttezza e lealtà l'esito del referendum del 2011."

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