Dipendenti comunali, l’assessore Meucci replica a De Zordo e Grassi

"Un sistema che valorizza maggiormente merito e competenze con modalità più dirette e coerenti"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2012 14:11
Dipendenti comunali, l’assessore Meucci replica a De Zordo e Grassi

"Con il nuovo sistema di valutazione l' Amministrazione vuole valorizzare maggiormente il merito e competenze dei dipendenti e lo fa attraverso modalità più dirette e coerenti del passato. Chi parla di test di fedeltà al sindaco non sa di cosa parla”. È quanto dichiara l’assessore al personale Elisabetta Meucci replicando alle affermazioni dei consiglieri Ornella De Zordo e Tommaso Grassi. Una replica puntuale che entra nel merito delle questioni sollevate dagli esponenti dell’opposizione di sinistra.

“I consiglieri criticano il fatto che sia il sindaco a valutare i coordinatori che lui stesso ha nominato. E quale altro organo dovrebbe farlo, considerato che i coordinatori fanno riferimento a più assessorati? I coordinatori sono i dirigenti apicali e vengono valutati dall’organo politico apicale. E comunque la valutazione del sindaco è effettuata in base alla proposta dell’Organismo Indipendente di Valutazione”. Per quanto riguarda l’affermazione che ‘il nuovo sistema si propone di valutare anche i comportamenti’, l’assessore Meucci replica: “Certamente.

Si valutano i comportamenti e i risultati. Lo prevede la normativa vigente (ovvero il decreto legislativo 150/2009). E sarà bene ricordare a quali comportamenti specifici noi facciamo riferimento. Nel caso dei dirigenti: la capacità di assumere decisioni e fissare priorità, di avere una visione d’insieme, di definire piani di lavoro, di distribuire il lavoro e di verificarlo periodicamente, di valutare il personale assegnato differenziando adeguatamente i giudizi, di delegare, di essere un punto di riferimento, di elaborare proposte innovative, di creare un clima che favorisce la collaborazione, di affrontare i problemi con tempestività, di assumersi responsabilità in prima persona.

E per il restante personale: la capacità di iniziativa, di attenzione ai rapporti con gli utenti, di adattamento al lavoro anche non programmato, di risoluzione dei problemi, di aggiornamento professionale”. L’assessore Meucci confuta invece l’affermazione di De Zordo e Grassi sul fatto che la valutazione nei confronti del dirigente possa penalizzare la valutazione “a cascata” dei dipendenti. “Non è esatto. E’ vero però, e anche in questo caso in attuazione della legge vigente che impone il riferimento alla ‘performance organizzativa’, che per ogni dipendente si tiene conto anche, sia pure in proporzione diversa, dei risultati ottenuti dall’unità in cui è inserito; è evidentemente un modo per promuovere il lavoro di gruppo e affermare il principio che tutti sono, sia pure in misura differenziata, corresponsabili dei risultati ottenuti”.

Infine la questione della disparità tra dirigenti e personale, che secondo i consiglieri viene accentuata introducendo elementi di arbitrarietà nell’attribuzione del salario accessorio. “Anzitutto – premette l’assessore Meucci – voglio ricordare che questa Amministrazione spende per la dirigenza complessivamente meno di quello che si spendeva tre anni fa. E poi intendiamoci sull’obiettivo. Il nostro obiettivo è promuovere un sistema più meritocratico: avere le persone giuste al posto giusto con metodi di selezione e di incentivo adeguati.

Questo conduce ad articolare maggiormente, come stiamo facendo, anche i sistemi di valutazione (gli esiti della quale dovranno contare nell’attribuzione di future responsabilità) e la struttura delle retribuzioni, riducendo, come dovrà avvenire in particolare per i dirigenti, la parte fissa della retribuzione ed elevando quella variabile legata ai risultati e ai comportamenti”. “Dopo di che - conclude l'assessore Meucci - mentre ci auguriamo che tutti siano eccezionalmente bravi e che raggiungano il massimo, in pratica dovremo assicurare una articolazione delle valutazioni, e dei premi conseguenti, che sia sostanziale.

I dati dimostrano che ci stiamo muovendo in questa direzione. O si preferisce che tutti siano retribuiti allo stesso modo indipendentemente dall’impegno e dalle capacità dimostrate?”.

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