Imprenditori fiorentini in difficoltà per le imposte

Lombardia: uomo barricato all'Agenzia delle Entrate. E gli enti locali contestano l'entrata in vigore dell'IMU. Il Carroccio presenta una mozione in Regione. “Equitalia sta strozzando i cittadini”. San Lorenzo: avanti con le decadenze per chi non pagata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 maggio 2012 21:33
Imprenditori fiorentini in difficoltà per le imposte

Oggi pomeriggio un uomo è entrato nella sede di Romano di Lombardia dell'Agenzia delle Entrate, nel bergamasco, con un fucile. Ha preso in ostaggio 15 dipendenti rilasciandone 14 poco dopo e tenendone uno sotto tiro per quasi sei ore, Luigi Martinelli, 54 anni, imprenditore originario di Calcio, prima di arrendersi al vice brigadiere, Roberto Lorini, della locale compagnia dei carabinieri, e a un militare del Gis, arrivato da Livorno. Intanto a Firenze fa scalpore il caso dell'imprenditore in difficoltà per i mancati rimborsi Iva. “La nostra piena solidarietà a tutti gli imprenditori e gli artigiani toscani che in queste ore vivono la stessa difficoltà dell’imprenditore fiorentino che lavora per le grandi firme della moda e che si trova in un sistema di crisi indotta”: è una situazione surreale – commenta il capogruppo Pdl in Consiglio Provinciale Erica Franchi – quella che si trova a vivere "quest’azienda che potrebbe entrare in crisi e potrebbe essere costretta al licenziamento, non perché mancano le commesse, ma perché i crediti che vanta dallo Stato non vengono liquidati in tempo e non consentono di sostenere le spese come il pagamento degli stipendi.

E’ paradossale ed oggi non più sostenibile". I consiglieri del Pdl sono "pienamente convinti che lo Stato debba essere più leggero e non debba più essere quella zavorra che frena l’economia italiana. Faremo sentire la nostra voce. Chiediamo ancora una volta che il sistema Stato si faccia garante verso le nostre eccellenze e che stimoli l’intervento delle banche a sostegno delle famiglie delle piccole e medie imprese". “La tassa sulla casa, l’IMU, così come è stata concepita è inaccettabile, perché altro non è che una patrimoniale mascherata.

È una tassa nata male e finita peggio perchè quel gettito finirà in larga parte nelle casse dello Stato che probabilmente in questo modo cerca di quadrare il proprio bilancio”. È quanto afferma il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani in rappresentanza di 168 comuni toscani di cui la maggior parte piccoli e montani. “Inoltre - continua - non è affatto un’imposta municipale: se così fosse potrebbe diminuire già oggi del 50%. Ma è invece un’imposta statale innanzitutto perché ai Comuni non viene data autonomia nella sua applicazione, generando forti rigidità e pesanti conseguenze per i cittadini più svantaggiati sui territori.

In secondo luogo perché sebbene il gettito complessivo dell’imposta sia stimato intorno ai 21,4 miliardi, di questi gran parte andranno allo Stato, anche sotto forma di tagli ai trasferimenti. Il risultato è che se l’anno scorso la vecchia Ici ha portato nelle casse dei Comuni 9,2 miliardi, quest’anno perderemo il 27% di quella cifra, al netto di tagli e quota statale dell’Imu. Per i cittadini, invece, la pressione fiscale sugli immobili aumenterà del 133%. Avremo insomma Comuni ancora più poveri e cittadini più tassati.” I sindaci non devono disdire alcun contratto con Equitalia perché è la legge (decreto legge n.

201 del 2011) a prevedere che i comuni gestiscano da soli l’attività di riscossione dall’1 gennaio 2013. Termine che è stato prorogato dal Parlamento di un anno (inizialmente era fissato per il 1° gennaio 2012) per accogliere le richieste fatte proprio dai Comuni, anche tramite l’Anci, a più riprese (da ultimo durante l’audizione dell’Anci davanti alle Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera del 9 dicembre 2011). "Gli annunci di alcuni sindaci di voler disdire il contratto -ribattono in un comunuicato ufficiale da Equitalia- appaiono quindi pretestuosi, visto che è una norma dello Stato a imporre ai Comuni di gestire in proprio l’attività di riscossione".

Equitalia ricorda, infine, che i Comuni dal 1997 hanno la facoltà di disciplinare autonomamente le forme e le modalità della riscossione delle proprie entrate. Se fino a oggi non l’hanno fatto un motivo ci sarà. La lotta della Lega Nord contro Equitalia scende anche in Toscana. Il consigliere regionale del Carroccio, Antonio Gambetta Vianna, infatti, ha presentato una mozione in Regione per “costituire e rendere operativo entro la fine del 2012 un Ente di Riscossione Regionale toscano per fornire alle Amministrazioni locali e alle società partecipate un efficace strumento per le attività di accertamento, liquidazione e riscossione dei tributi locali, sostituendo Equitalia e invitando gli Enti locali a concludere quanto prima la convenzione con questa società di riscossione”.

«Equitalia – spiega Gambetta Vianna – sta strozzando i cittadini e sta rovinando le famiglie attraverso cartelle esattoriali che arrivano a lievitare addirittura fino al 50% dell’importo dovuto. La cosa brutta, poi, è che, come ha giustamente detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, attualmente i cittadini vengono ipertassati, ma non vedono i tagli della spesa pubblica, soprattutto di quella “centrale”». Per il consigliere del Carroccio granducale, la Toscana deve «assolutamente seguire l’esempio della Regione Piemonte» e, «per far rimanere i tributi sul territorio e per guardare realmente all’equità», deve «creare un Ente regionale unico per la riscossione diretta dei tributi, con uffici dislocati sul territorio, nell’ottica del risparmio.

Infatti, se ogni Comune dovesse costituire un proprio Ente di Riscossione, la spesa per i Comuni lieviterebbe in termini di personale e, soprattutto, di cda. Per evitare nuovi “poltronifici”, è bene che sia la Regione a creare un unico Ente». Va avanti il provvedimento del Comune per chi non ha pagato regolarmente la Cosap al mercato turistico di San Lorenzo. Ad oggi le decadenze definitive sono 16, per altrettanti casi in cui la morosità ha portato alle estreme conseguenze la sanzione prevista per chi non paga il canone di suolo pubblico: il ritiro della licenza.

Il ritiro è un atto finale che segue solleciti di pagamento e comunicazioni di avvio di procedimento. “Il principio di legalità è importante e va rispettato: l’amministrazione ha il dovere di applicare le norme e far pagare i canoni previsti per lo sfruttamento commerciale dello spazio pubblico. Il nostro è un atto dovuto anche per il rispetto di un principio di leale concorrenza verso i tanti ambulanti che la Cosap l’hanno sempre pagata regolarmente” sottolinea il vicesindaco Dario Nardella.

“Un anno fa alle casse del Comune mancavano 400.000 euro di entrate per morosità sulla Cosap da parte degli ambulanti di San Lorenzo – spiega il vicesindaco – Dopo le nostre verifiche, e dopo i numerosi solleciti a mettersi in regola, a fine 2011 sono partiti i provvedimenti coattivi che hanno fatto il loro iter. Chi non aveva pagato sapeva bene a cosa andava incontro. Anche perché in certi casi si tratta di cifre davvero importanti: per qualcuno 26mila euro, per altri 16mila, 14mila e 12mila euro”.

In origine le decadenze erano 23 nel raggruppamento di San Lorenzo. Di queste, 6 sono state annullate a seguito di ricorso o in via di autotutela (per il pagamento del canone prima della pronuncia di decadenza), mentre 1 è da annullare per errata procedura di notifica. Delle 16 vigenti, 3 sono tuttora oggetto di ricorso. Secondo il consigliere comunale Marco Stella (PdL): “Con le decadenze persi sia i soldi che i posti di lavoro. Occorre modificare il regolamento Cosap inserendo gradualità delle sanzioni e favorendo il recupero delle morosità”

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