6.500 giovani coinvolti in un anno, i bilanci davanti al Commissario Ue Andor

Davanti al responsabile dell’occupazione, degli affari sociali e dell’integrazione della Ue, il presidente Rossi ha evidenziato i primi, significativi passi del progetto, cui la Regione ha deciso di destinare, importanti risorse

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 aprile 2012 17:06
6.500 giovani coinvolti in un anno, i bilanci davanti al Commissario Ue Andor

Sono già 6.500 i giovani toscani coinvolti nel progetto Giovanisì, voluto dalla Regione Toscana per favorire e sostenere l’autonomia dei giovani offrendo loro una vasta gamma di opportunità nell’ambito del lavoro, dell’istruzione, della crescita civile e culturale. A meno di un anno di distanza dal suo varo sono state attivate azioni in tutti gli ambiti che erano stati previsti: sono, per esempio, ben 1.515 i tirocinanti per la prima volta retribuiti, 2.000 i giovani che frequentano il servizio civile regionale, 1.500 i giovani che sono usciti dalla casa dei genitori grazie al contributo per l’affitto, e ancora 281 quelli che hanno attivato un’impresa, 634 quelli che apriranno un’azienda agricola.

Infine 500 sono i giovani che usufruiscono di borse di studio per completare la formazione all’estero. I dati sono stati presentati oggi a Firenze in apertura dell’incontro con il commissario europeo Laszlo Andor. Un’occasione di altissimo livello che ha permesso di proporre uno sguardo d’insieme tra le politiche europee e quelle della Regione Toscana sui giovani. Davanti al responsabile dell’occupazione, degli affari sociali e dell’integrazione della Ue, il presidente Rossi ha evidenziato i primi, significativi passi del progetto, cui la Regione ha deciso di destinare, importanti risorse (oltre 300 milioni di euro).

“Giovanisì – ha evidenziato Rossi – non ha la pretesa di risolvere i problemi delle nuove generazioni, ma si pone l’obiettivo di offrire loro diverse opportunità per realizzare i loro progetti. Oggi più che mai la Toscana ha bisogno di correre più velocemente e in questo senso sarà decisivo il contributo di giovani che, grazie anche a queste azioni, possano rendersi più autonomi, più attivi, più dinamici, più presenti nella vita sociale e economica”. A proposito dell’incontro con il commissario europeo, Rossi ha evidenziato l’importanza della sua presenza a Firenze, a “validare la nostra iniziativa sui giovani”: “Con lui – ha poi aggiunto – abbiamo condiviso l’idea che il Fondo sociale europeo debba essere impiegato sempre di più per esperienze di formazione e lavoro a favore dei giovani”. Ma vediamo, a meno di un anno dal via (il progetto è partito nel giugno di un anno fa) come procedono le principali azioni previste da Giovanisì. Tirocini Per offrire ai giovani la possibilità di prepararsi al mondo del lavoro con un’adeguata formazione, la Regione Toscana cofinanzia i tirocini.

il contributo mensile è di 500 euro lordi, a cui la Regione contribuisce con 300 euro, il resto spetta all’impresa o lo studio. La durata, secondo i profili professionali, va da un minimo di 2 fino a un massimo di 6 mesi. Per i soggetti disabili il tirocinio può essere esteso fino ad un massimo di 24 mesi; Parallelamente è stato avviato un percorso che coinvolge le professioni, per i tirocini legati al praticantato, e le Università, per i tirocini curriculari. Sin qui sono stati 1.515 i tirocini ammessi.

Ma numeri significativi riguardano anche le imprese inserite nel database di Giovanisì (oltre 1.100) gli ordini professionali (44), le università coinvolte (ben 7). Casa Un passo importante verso l’autonomia dei giovani è rappresentato dal poter disporre di un’abitazione. La Regione Toscana ha previsto, come prima azione, contributi per il pagamento dell’affitto. Il contributo mensile varia a seconda del reddito e tenendo conto della presenza e del numero di figli, partendo da un minimo di 150 euro fino a un massimo di 350.

La durata è di 3 anni. Il primo bando si è chiuso con 1.011 domande ammesse che coinvolgono più di 1.500 giovani equamente divisi tra le fasce d’età 25-29 e 30-34 anni. Servizio civile L’esperienza di servizio civile, oltre agli ambiti previsti a livello nazionale, prevede progetti in campi come la sanità, l’ambiente, l’istruzione, la cultura, l’aiuto alla persona, la protezione civile, l’immigrazione, la tutela dei consumatori, le pari opportunità, il commercio equo e solidale, la cooperazione internazionale. E’ previsto un contributo individuale di 433 euro al mese per un anno. Sino a oggi sono oltre 2.000 i giovani che hanno deciso di vivere questa esperienza tra quelli già in Servizio civile regionale e quelli che partiranno entro questo mese. Fare impresa La nuova legge sull’impreditoria giovanile ha allargato la sfera delle attività per cui chiedere il finanziamento: possono partecipare non solo le imprese ad alto contenuto tecnologico così come era previsto in passato.

E questo ha consentito a un maggior numero di giovani (l’età deve essere compresa fra i 18 e i 40 anni) di accedervi. Sino a oggi sono state 281 domande di finanziamento pervenute per una richiesta di oltre 20 milioni di investimento. Commercio, servizi e industria sono sin qui i settori più richiesti. Sono invece 634 le domande pervenute sin qui in ambito agricolo: in questo comparto esiste, nell’ambito del Piano di sviluppo rurale, la possibilità di accedere sia a un premio a fondo perduto (sino a 40.000 euro) sia a un prestito garantito.

Con i 70 milioni di euro disponibili, si attiverà un investimento di 112 milioni di euro. Mobilità per completare studi e formazione La Regione Toscana finanzia borse di studio e voucher per giovani in modo da supportare il diritto allo studio, la formazione e la specializzazione. Il contributo medio per ciascuno è di 5mila euro. Queste attività hanno riguardato sin qui 500 giovani. Sono molto soddisfatto per l’impegno della Regione Toscana in materia di occupazione giovanile: “Giovani Sì” è davvero un ottimo esempio di strategia innovativa e mi permetto di invitare il presidente Rossi non solo a fare da apripista fra le Regioni italiane ma a svolgere un ruolo grande anche in Europa per migliorare l’occupazione e diminuire il numero delle persone a rischio”.

Così László Andor – Commissario Europeo a ‘occupazione, affari sociali, integrazione – rispondendo ai primi 5 giovani toscani che gli avevano posto altrettanti quesiti sulle prospettive europee in materia di politiche giovanili. Ed Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, non ha mancato l’occasione per cogliere la palla al balzo. “I suoi riferimenti al ruolo toscano – ha detto rivolto all’eurocommissario ungherese -non ci fanno solo piacere ma ci caricano anche di responsabilità che intendiamo onorare da subito”. Partendo dai dati sconfortanti nel livello europeo su un tasso di disoccupazione che in media è del 22,5% ma in Spagna e Grecia raggiunge punte del 50% (“E’ la sfida principale in almeno 7 Paesi UE, Italia compresa, con il rischio drammatico di perdere un’intera generazione”), il Commissario ha illustrato le ultime iniziative adottate dalla Commissione Europea.

Ha quindi evidenziato il ruolo positivo dei livelli regionali nella concreta attuazione di queste misure. Enrico Rossi, oltre a riassumere le singole tipologie di intervento su “Giovani Sì” (“una scommessa non assistenzialistica, finanziata anche con risorse europee, che può aiutare a rimettere in moto l’economia toscana”) e ad auspicare che per l’occupazione giovanile siano riservate nel periodo 2014-2020 “attenzioni particolari” negli eurofondi, ha lanciato l’idea di utilizzare le possibilità statutarie UE per proporre, da parte di soggetti della società civile (“giovani compresi”), provvedimenti specifici. Il pomeriggio fiorentino con Laszlo Andor (l’incontro si è svolto in un’affollata sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati) è proseguito con un botta e risposta, su aspetti specifici, fra giovani toscani, il Commissario Europeo e il presidente toscano. Non sono mancate due interessanti notizie in diretta dall’UE: a Bruxelles si sta approntando un nuovo strumento per classificare in tutte le lingue d’Europa le qualifiche professionali presenti in ogni Paese aderente; e si sta lavorando, anche con l’economista italiano Tito Boeri, a un nuovo contratto europeo di lavoro a tempo indeterminato.

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