Geotermia, il futuro dell'energia alternativa in Toscana

Se ne è parlato a Firenze nel covegno "La geotermia del XXI secolo" al quale ha partecipato l'assessore regionale all'ambiente e all'energia Anna Rita Bramerini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 marzo 2012 13:54
Geotermia, il futuro dell'energia alternativa in Toscana

Si chiama media entalpia, si traduce: fluidi geotermici a basse temperature, comprese fra 100 e 250 gradi, insufficienti per la produzione di vapore, ma utili per quella di energia elettrica, grazie a un procedimento “a impatto zero sull’ambiente”. Se ne è parlato a Firenze nel covegno "La geotermia del XXI secolo" al quale ha partecipato l'assessore regionale all'ambiente e all'energia Anna Rita Bramerini. "La Toscana - ha detto Bramerini - è una regione dove la coltivazione geotermica a media entalpia può rappresentare una grande opportunità.

Non perdiamo questa occasione perché per noi ha una doppia valenza. Permette di incentivare da un lato la filiera del calore, con lo sviluppo delle migliori tecnologie che consentono in modo ottimale non solo la produzione elettrica ma anche la co-generazione termica; dall'altro, può dare alla Toscana e all'Italia la possibilità di realizzare la componentistica degli impianti, partita che finora è stata appannaggio dei paesi stranieri ma che, grazie alla nostra tradizione e alle nostre conoscenze, possiamo giocare in casa". La produzione geotermoelettrica italiana è una peculiarità specifica della Toscana.

Nel 2010 la Toscana ha prodotto il 31,40% del totale della produzione elettrica complessiva e ben il 77.4 % del totale della produzione elettrica da rinnovabili. L'assessore, sottolineando poi che lo sviluppo della tecnologia della media entalpia a ciclo chiuso può anche offrire nuove strade meno impattanti per lo sfruttamento geotermico più tradizionale a alta entalpia, ha evidenziato come la Toscana, che al momento conta molte richieste di permessi di ricerca, sia il territorio ideale per diventare un laboratorio dove sperimentare i nuovi metodi per sfruttare l'energia del sottosuolo. "Il burden sharing - ha poi aggiunto -, ossia la ripartizione regionale della quota minima di incremento dell'energia prodotta con fonti rinnovabili in vista degli obiettivi europei al 2020, non ci lascia scelta, visto che al 2016 la Toscana deve produrre più del doppio dell'energia che ha prodotto fino al 2010.

E la geotermia, anche a media entalpia, senza dubbio, nel raggiungimento degli obiettivi rappresenta una parte importante. Certo, in questo la politica deve essere supportata dalla scienza e dalla tecnica che, ciascuna nelle sue competenze, sono parti fondamentali nel processo delle scelte. Solo se ognuno farà la sua parte, in un lavoro di rete che veda un forte coinvolgimento del mondo della scienza e della ricerca tecnologica, la Toscana potrà arrivare al 2020 con le carte in regola".

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