Eternit: condannati a 16 anni i due ex vertici

I riflessi in Toscana del processo a Stephan Schmidheiny e Louis Cartier

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2012 19:17
Eternit: condannati a 16 anni i due ex vertici

Condanna per l’amianto killer al Processo Eternit di Torino: 16 anni di carcere ai due manager. Il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis Cartier, accusati di disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche, sono stati condannati per il disastro negli stabilimenti di Casale Monferrato e Cavagnolo. Ai familiari delle vittime 30mila euro di risarcimento. “L’amara vittoria riportata oggi con questa storica sentenza di colpevolezza non può cancellare le migliaia di vittime che l’amianto ha fatto in Italia e nel mondo.

La sentenza conferma la gravità del disastro ambientale e sanitario che ha comportato un danno inenarrabile, non solo vicino allo stabilimento ma in un’area molto vasta che interessa 48 comuni attorno a Casale Monferrato, e agli altri tre stabilimenti italiani, il tutto aggravato dal fatto che il numero dei morti non è calcolabile visto che continuerà a salire anche a distanza di anni.” Commenta Patrizia Fantilli responsabile ufficio legale-legislativo WWF Italia. Il WWF ricorda inoltre che l’ambiento è stato messo al bando in Italia solo dal 1992 e solo dal 1998 sono state individuate le prime aree da bonificare, oltre 20 anni dopo la sua massima diffusione sia negli insediamenti industriali che civili.

Questo lascia una pesantissima eredità tanto che il picco di forme tumorali dovute all’amianto, la letteratura scientifica, lo prevede in Italia tra il 2015 e il 2020 . La speranza del WWF è quindi che questa sentenza acceleri il processo di bonifica di tutto il materiale ancora non smaltito.La sentenza non era affatto scontata visto che la Magistratura torinese si è dovuta scontrare con un gigante a multinazionale come Eternit ma è riuscita ad accertare le responsabilità nel più grande processo, in tema di sicurezza del lavoro e di inquinamento ambientale provocato da amianto mai celebrato in Europa.

Questo dimostra come i pool specializzati, come quello del PM Guariniello, sono importanti per raggiungere l’accertamento della verità e una giusta sentenza. Il WWF è stato parte civile nel processo iniziato nel dicembre 2009 e ha seguito le udienze ogni lunedì per due anni, in particolare con l’avvocato Valentina Stefutti che l’associazione ringrazia per il lunghissimo e tenace lavoro.“La sentenza è storica anche perché riconosce il disastro ambientale e potrà essere usata anche in altri casi” ha dichiarato Stefutti. ' A poche ore dalla sentenza del tribunale di Torino che condanna a 16 anni di reclusione i due massimi dirigenti della Eternit per disasro colposo il nostro primo pensiero va alle vittime e ai loro familiari che dopo decenni di tenace battaglia vedono finalmente riconosciute le responsabilita' penali di chi ha colpevolmente avvelenato territori e comunita'.

Si tratta senz' altro di una sentenza storica che unisce tutela dell'ambiente e della salute umana alla altrettanto irrinunciabile sicurezza sul lavoro'. Così Daniela Sgambellone, membro del direttivo regionale e responsabile comunicazione. "La legge 257/92 (art.10) -prosegue Sgambellone- stabilisce che le Regioni predispongono il censimento degli edifici con presenza di AMIANTO LIBERO O IN MATRICE FRIABILE con priorità per gli edifici pubblici, e che (art.12) presso le ASL sia istituito un registro con la localizzazione di detti edifici.

In attuazione dell’art.20 della Legge 23/3/01 la regione Toscana ha affidato ad ARPAT nel 2006 la realizzazione della mappatura dell’amianto nella regione. Lo scopo era quello di effettuare una fotografia aggiornata e attraverso un particolare algoritmo assegnare ad ogni sito mappato un punteggio indicativo del rischio conseguente alla sua presenza. La fase successiva dovrebbe comportare l’impegno di risorse economiche per la bonifica delle situazioni a maggior rischio. A 17 anni dall’emanazione della legge 257 e sulla base delle conoscenze a disposizione, sarebbe auspicabile che la nostra Regione potesse a questo punto adottare un piano di dismissione totale da questo inquinante, con tempi certi di realizzazione.

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