Alberghi: amaro il bilancio delle feste

Il presidente di Federalberghi Toscana, Paolo Corchia: “Sarà un anno difficile per tutti, tassare le destinazioni rischia di vanificare i buoni risultati raggiunti dal turismo toscano nel 2011”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 gennaio 2012 14:22
Alberghi: amaro il bilancio delle feste

La maggior parte degli albergatori toscani non ha dubbi: dalla Valdelsa alla Valdichiana, dalle città d’arte alla montagna, dalla Versilia alla costa maremmana, gli inequivocabili segnali della crisi evidenziano ancora di più l’assoluta inopportunità dell’introduzione della tassa di soggiorno. Quello delle feste appena trascorse è un bilancio amaro: decisamente poco confortanti i dati dalla montagna pistoiese dove rispetto allo scorso anno si registrano cali del 50% a Natale e del 30% a Capodanno, turisti col contagocce a Siena e in generale flessione nelle altre città d’arte.

Discreta invece la tenuta del settore termale e del benessere : il fatturato del periodo è lo stesso dell’anno precedente. I flussi registrati durante le festività appena trascorse mandano un messaggio chiaro: la congiuntura internazionale si fa cupa, il paese è in sofferenza e il settore vacanze paga un prezzo molto alto. Altre conferme arrivano dalle rilevazioni nazionali. Le recenti stime di Federalberghi nazionale dicono che, quest’anno, sui 46 milioni di italiani rimasti a casa, 24 milioni hanno addotto motivazioni economiche (5 milioni in più rispetto ai 19 del 2011).

L’aumento di fatturato rilevato nelle imprese alberghiere dallo Studio Intesa San Paolo sul 2010 e le positive stime comparse sulle pagine dei quotidiani economici evidenziano che è il + 2,4% di presenze straniere che ha fatto la differenza. In Toscana ciò che di buono c’è stato durante le feste è venuto solo dai soggiorni di breve durata, dalle prenotazioni last-minute per il dopo Epifania (+ 15% secondo FIAVET, la federazione nazionale degli agenti di viaggio) e dalle strutture di fascia alta, parte importante dell’offerta turistica toscana ma certamente non indicativa delle dinamiche generali della domanda e della situazione della maggior parte della strutture alberghiere della nostra regione.

A farla da padrone un po’ ovunque è stato infatti il cosiddetto turismo mordi e fuggi, con in testa le visite alle città d’arte. Le ultime rilevazioni, portano quindi i nodi al pettine e riaprono il dibattito sulla tassa di soggiorno. Fra gli operatori grandi e piccoli aumenta la preoccupazione per le cifre che le diverse tipologie d’albergo dovrebbero esigere, per le disparità che le disomogeneità d’applicazione genera fra i vari comuni e per la perdita di competitività sul mercato internazionale; fra gli enti locali delle città d’arte, dell’area collinare livornese e soprattutto della costa l’impossibilità di applicare la tassa al crescente numero dei turisti giornalieri solleva maggiori dubbi su come garantire il loro contributo alla spesa del territorio.

Il presidente di Federalberghi Toscana, Paolo Corchia, così riassume le questioni attorno alle quali negli ultimi giorni si è nuovamente acceso il dibattito fra operatori del settore ed enti locali. “ Il quadro ha molte ombre : è evidente che sarà un anno difficile per tutti, per questo auspichiamo un confronto più serrato e soluzioni largamente condivise. Tassare le destinazioni rischia di vanificare i segni di ripresa registrati nell’arco dell’ anno 2011 “. “ L’ultimo patto di stabilità, continua Paolo Corchia, ha imposto tagli su infrastrutture e rincari dei trasporti pubblici, la recente manovra – fra IMU e IVA – ha imposto rialzi all’adeguamento dei listini prezzi degli alberghi per il 2012 e il caro carburanti di certo non incentiva gli spostamenti: tassare le destinazioni e il pernottamento - con massimi che in alta stagione potrebbero oscillare da 3 a 5 euro al giorno – significa aggiungere un costo che inibisce la scelta del turista e ostacola la crescita, perché penalizza un settore che alimenta trasversalmente l’economia del territorio e lo danneggia sul piano internazionale”.

“In tal senso , ha concluso il presidente regionale degli albergatori, l’idea di una moratoria per l’anno in corso può essere un’ipotesi da valutare con molta attenzione perché lascia respiro al settore e tempo a tutti per riflettere su più concreti strumenti in grado di continuare a garantire la competitività del nostro sistema turistico. Il turismo culturale è un risorsa fondamentale, ma per valorizzare il sistema nel suo complesso è necessario incrementare gli sforzi per un’offerta integrata e multiprodotto.”

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