Stipendi: la Regione non lo ridurrà agli alti dirigenti

Locci e Staccioli: “Così si evita di affrontare il vero problema”. Rossi a Monti: “Ripristinate il divieto di cumulo con la pensione: in Toscana si è già fatto”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2011 21:36
Stipendi: la Regione non lo ridurrà agli alti dirigenti

Nell’aula del Consiglio regionale oggi si è discusso l’ordine del giorno dei consiglieri Locci e Staccioli che chiedono di mettere un tetto agli stipendi di dirigenti e direttori generali, in modo che non possano superare le indennità del presidente del Consiglio regionale e della giunta. L’ordine del giorno è stato respinto. “Ancora una volta si evita di affrontare il vero problema e si procede mettendoci una pezza”. Lo ha dichiarato Dario Locci (Gruppo Misto) in seguito alla votazione in Aula su ordine del giorno ed emendamento alla Finanziaria 2012 che prevedevano la riduzione degli stipendi dei direttori generali in forze alla Regione Toscana.

Respinti entrambi dalla maggioranza, i due atti hanno incontrato il voto favorevole del Pdl. “Il Presidente Enrico Rossi – continua Locci – ha dichiarato di aver accolto lo spirito dell’ordine del giorno. Ma l’emendamento che ha presentato lo stesso Governatore – continua il presidente del Gruppo Misto – è più riduttivo rispetto al nostro”. L’emendamento in questione, firmato dallo stesso Rossi questa mattina, stabilisce la riduzione del 5% delle indennità dei direttori generali, solo per la parte eccedente i 90mila euro e solo per il comparto sanitario.

“In pratica si tagliano solo gli stipendi dei direttori delle Asl – precisa la consigliera Marina Staccioli, cofirmataria dell’emendamento respinto – mentre noi chiedevamo un provvedimento più ampio, che comprendesse Giunta, Consiglio ed Enti dipendenti dalla Regione. In questo modo il risparmio sarebbe stato di gran lunga superiore”. “Il governo Monti dovrebbe ristabilire nella pubblica amministrazione il divieto di cumulo tra pensione e stipendio, che Berlusconi qualche anno fa ha cancellato – chiede il presidente della Toscana, Enrico Rossi – Sarebbe davvero una bella riforma di equità e giustizia.

La Regione Toscana per i propri direttori generali e per i direttori delle Asl comunque già lo fa”. “Penso che sia giuridicamente impraticabile ridurre di un quarto uno stipendio, come chiedevano i consiglieri, perchè ci sono contratti di lavoro da rispettare – spiega Rossi – Ma sul fronte del contenimento della spesa del personale e delle indennità degli alti dirigenti la Toscana può sicuramente dare il buon esempio”. Il presidente della Toscana ricorda appunto come esista un gentlement’s agreement per cui i direttori generali delle Asl non possono cumulare in Toscana il loro stipendio con un’eventuale pensione.

Se la riscuotono, il loro assegno viene infatti decurtato di pari importo. “Il che – sottolinea Rossi – è un risparmio per l’ente”. Per analogia lo stesso accade per i direttori generali e gli alti incarichi in Regione. Non c’è una norma, ma viene firmato un patto caso per caso. Produttività dimezzata Ma la giunta ha trovato un accordo con i direttori generali dell’ente, cinque, anche per dimezzare dal 2012 la loro indennità di risultato, ovvero il premio legato alla produttività.

Un modo per condividere i sacrifici chiesti a tutti. Da un massimo ipotetico di 27 mila euro lordi, che si aggiungono ai 135 mila di stipendio, si passerebbe a 13.500. “A scalare il provvedimento potrà riguardare anche i dirigenti regionali, con le cui rappresentanze sindacali stiamo cercando un accordo” annota Rossi. Quanto ai direttori generali delle Asl, la giunta ha presentato a nome di Rossi un emendamento per ridurre dal 10 al 5 per cento (e solo oltre i 90 mila euro) il taglio dello stipendio.

“Li avrebbe eccessivamente penalizzati per quanto riguarda le pensione – spiega il presidente – Abbiamo comunque intenzione di estendere anche a loro l’accordo sulla produttività dimezzata e di seguito ai dirigenti, parimenti ai direttori delle altre agenzie regionali”.

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