Sacrifici economici, sindacati a Firenze uniti contro la manovra

"Più tasse e meno servizi? No grazie" questo il motto preparativo. Cgil, Cisl e Uil di Firenze presentano la loro piattaforma in vista del confronto con comuni e Provincia sui bilanci 2012.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 dicembre 2011 13:54
Sacrifici economici, sindacati a Firenze uniti contro la manovra

"Lo stato della finanza degli Enti Locali è in una situazione difficilissima per i tagli ai trasferimenti dallo Stato centrale che si sono susseguiti negli ultimi anni e mesi e che hanno finora vanificato le premesse del federalismo fiscale circa l’autonomia finanziaria di Comuni e Province - così in una nota le sigle sindacali fiorentine di Cgil Cisl e Uil - "In una situazione di questo tipo piomba sulle spalle di lavoratori e pensionati la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, con la rivalutazione degli estimi catastali, l’aumento dell’Iva e delle accise sulla benzina.

Ma i tagli agli enti locali vengono confermati. Lo scenario che si profila rischia di essere del tipo: più tasse e meno servizi. Cgil, Cisl e Uil non possono accettare che il costo di questa situazione venga scaricato dagli enti locali direttamente sui cittadini. Diventa quindi fondamentale condurre un confronto approfondito con i comuni e la Provincia in vista della predisposizione dei bilanci. Perché i sindacati confederali di Firenze non si limitano a dire soltanto ‘no’, ma avanzano richieste e proposte precise, che verranno presentate domani nella sede della Cisl di Firenze, via Carlo del Prete n° 135" A illustrare la piattaforma dei sindacati fiorentini per il confronto con gli enti locali saranno Alessandro Bianchi della segreteria provinciale Cgil, Giovanni Ronchi segretario generale aggiunto della Cisl di Firenze e Arturo Papini, della segreteria provinciale Uil. Solidarietà arriva intanto dalle forze politiche: “Noi di Italia dei Valori, anche in Toscana, saremo in tutte le piazze in occasione degli scioperi dei sindacati del 12 dicembre e il 16 dicembre in occasione dello sciopero generale dei metalmeccanici, per ribadire la nostra contrarietà alla manovra Monti e a difendere i diritti fondamentali dei lavoratori italiani e toscani, dalle Acciaierie Lucchini di Piombino alla Ansaldo Breda, dalla Selex Elsag alla Wass, dalla Piaggio alla Artmec e Galileo Avionica del Gruppo Finmeccanica, che in questi giorni stanno lottando per impedire la perdita di migliaia di posti di lavoro e di fondamentali asset strategici per l’Italia e la nostra regione”.

Lo dichiarano, in una nota congiunta, Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, e Roberto Rizzo, Responsabile Dipartimento Lavoro Idv Toscana. “Pur conoscendo le gravi condizioni in cui versa l’economia del nostro Paese – spiegano Evangelisti e Rizzo – siamo convinti che la manovra presentata ieri alla Camera dal Premier Mario Monti non risponda a quei criteri di equità e giustizia sociale cui dovrebbe ispirarsi il nuovo Governo. Era auspicabile, infatti, che a pagare il risanamento del Paese nel segno del rigore non fossero coloro che la crisi economica non solo non l’hanno generata ma anzi ne sono le prime vittime, i lavoratori, i pensionati, i piccoli imprenditori e le loro famiglie, ma sarebbe stato invece giusto e doveroso chiedere equità partendo dalla lotta all’evasione fiscale e ai privilegi della casta”.

“Il Presidente del Consiglio Monti – aggiungono Evangelisti e Rizzo - aveva promesso una manovra fondata su rigore, sviluppo ed equità. Di questi buoni propositi, purtroppo, è rimasto soltanto il rigore: si va a colpire il ceto medio con la sospensione dell’indicizzazione delle pensioni sopra i 980 euro, senza avere il buon senso di una seria sforbiciata alle pensioni d'oro. Si alza l’età pensionabile con il solo scopo do fare cassa, senza avere la sensibilità e l’attenzione necessarie verso i lavori usuranti, la cassa integrazione e la mobilità.

Inoltre, non si è voluto dimostrare di avere coraggio nell’andare a colpire le transazioni finanziarie o i capitali scudati, soldi che sarebbero stati utili da investire sui giovani, altro capitolo fondamentale per offrire una nuova prospettiva di sviluppo al Paese. Invece, nella manovra non vi è traccia di alcuna politica a favore della fascia più colpita da disoccupazione e precariato”. “Insomma, è una manovra lacrime e sangue, e questo era inevitabile, ma completamente priva di prospettive di crescita, equità e sviluppo”, concludono Evangelisti e Rizzo.

“L’apertura di credito che noi di Italia dei Valori, con senso di responsabilità, abbiamo accordato al Governo Monti con il voto di fiducia, certo, non si è ancora esaurita, ma ci aspettiamo dal Governo un repentino cambio di passo su alcuni temi fondamentali per la crescita del nostro Paese: giustizia sociale, lotta alle rendite, propulsione per il mercato del lavoro”.

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