La Croce di Bernardo Daddi: vicissitudini di un’opera d’arte

Uno studio di Ginevra Utari dedicato a Bernardo Daddi, il grande artista del Trecento fiorentino che fu l'erede di Giotto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2011 17:45
La Croce di Bernardo Daddi: vicissitudini di un’opera d’arte

Nel contesto delle mostre” Le stanze dei tesori. Meraviglie dei collezionisti nei musei di Firenze”, è stato presentato al museo Bardini un volume illustrato dedicato al complesso restauro del monumentale crocifisso di Bernardo Daddi e agli studi che hanno portato alla sua clamorosa identificazione con la croce principale della cattedrale di Santa Maria del Fiore, scomparsa misteriosamente agli inizi del Quattrocento. “La Croce di Bernardo Daddi. Vicissitudini di un’opera d’arte “(edizioni Centro Di, pag.

136, € 18) è stato curato dalla curatrice del museo Bardini Antonella Nesi con saggi di Ginevra Utari, Andrea De Marchi, Nicola MacGregor, Elisabetta Codognato e della stessa Nesi. Il volume si impone soprattutto per l'accurata ricerca condotta dalla giovane storica dell'arte Ginevra Utari che ha avuto l'opportunità di confrontare il suo studio con il lavoro dei restauratori che hanno operato un intervento straordinario sul capolavoro del Daddi. Il lavoro di Ginevra Utari permette uno studio approfondito su un'opera fondamentale del Trecento fiorentino e contribuisce ad arricchire le conoscenze sul Daddi .

La presentazione del volume è stata,infatti, anche l'occasione di una riflessione su Bernardo Daddi che fu uno dei più' prolifici artisti fiorentini e morì quasi sicuramente nel 1348 durante la grande pestilenza. Numerose opere ne attestano il ruolo di primo piano all'indomani della morte di Giotto, quando Firenze gli affido' alcuni lavori significativi,come il polittico per l'altare maggiore di Santa Reparata, e la Madonna di Orsanmichele. La Croce Bardini che appartiene agli anni della maturità', è un crocifisso (metri 4,76 x 4,20) e fu dipinto intorno al 1340 .

E' uno dei principali capolavori del museo Bardini dove, dopo dieci anni di restauri, è stato appena ricollocato nella sua sede originale: il Salone dei Dipinti aperto per la prima volta al pubblico. Alessandro Lazzeri

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