Strage dei Georgofili, condannato il boss, ergastolo per Tagliavia

La Corte d'Assise di Firenze, dopo nove ore di Camera di consiglio, ha condannato all'ergastolo il boss Francesco Tagliavia accusato di aver svolto un ruolo nell'organizzazione degli attentati mafiosi del '93

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2011 19:59
Strage dei Georgofili, condannato il boss, ergastolo per Tagliavia

La Corte d'Assise di Firenze, dopo quasi nove ore di Camera di consiglio, ha condannato all'ergastolo il boss Francesco Tagliavia accusato di aver svolto un ruolo nell'organizzazione degli attentati mafiosi del '93 a Roma, Firenze e Milano. Fra i principali accusatori di Tagliavia i collaboratori di giustizia, Gaspare Spatuzza e Pietro Romeo. Erano le 01:04 del 27 maggio 1993, ci sono voluti quasi venti anni per arrivare alla sentenza che individua uno degli esecutori materiali della strage.

Tagliavia, che ha assistito in diretta dal carcere nel quale è detenuto per scontare altri reati commessi, è stato condannato oggi all'ergastolo, più anni tre di isolamento diurno. Non ci sono state le controrepliche da parte dell'accusa che ha depositato solo delle memorie, le parti civili non potevano intervenire in questa fase e quindi il presidente della Corte, Pisano, ha chiesto semplicemente all'imputato collegato dalla struttura circondariale di Viterbo se intendesse prendere la parola, e l'imputato si è rimesso alla clemenza dei giudici dichiarandosi sino all'ultimo "innocente". Soddisfazione da parte dei parenti delle vittime presenti nell'Aula Bunker del capoluogo toscano.

Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione che da anni tiene viva la memoria e tutela in ogni sede i familiari delle vittime ha detto: "Le notizie che si aspettano portano sempre molta tensione. Oggi ci gratifica che Spatuzza sia attendibile. Ha fatto tanto per finire nel programma di protezione ed i processi precedenti lo supportavano già, oggi ci hanno detto che lui 'è vero' quindi potremmo prima o poi arrivare ai mandanti esterni. Magari non con questi giudici, con altri, ma adesso la speranza c'è. Occorrerebbe una norma adatta a far collaborare i pentiti.

La fatica che ha fatto Spatuzza dimostra che le cose potrebbero essere più semplici per coloro, e credo non siano pochi, che hanno voglia di parlare. Speriamo che la motivazione di questa sentenza cancelli quella bruttissima parola 'Trattativa' relativa ad uno Stato che sarebbe stato disattento e non in grado di tutelare i propri cittadini" "Io ora provo ciò che provano tutti quei familiari che si trovano a veder rinnovato il dolore di quella notte, per arrivare dove? Ancora una volta in un'aula di Tribunale, qui e non altrove, a chiedere solo e solamente giustizia" ha poi concluso. Le dichiarazioni a caldo del Procuratore della Repubblica, Giuseppe Quattrocchi: "Ci inchiniamo, siamo veramente molto soddisfatti.

La sentenza conferma l'impostazione data dal pubblico ministero, fa giustizia su un episodio di assoluta e primaria gravità. Lo Stato è riuscito ancora una volta a rappresentarsi nel suo modo migliore e più forte. L'attendibilità del pentito Spatuzza non apre scenari nuovi, certo quanto accaduto oggi proietterà un risultato efficace sulla base di una verificata, riverificata attendibilità". Quindi si continua ad indagare? "Sulle stragi si continua ad indagare sempre, mandanti interni o esterni che siano" ha concluso. Il Comune di Firenze quale parte civile nel processo ha ricevuto 100mila euro pari alla richiesta dei legali, a rappresentare il sindaco e la città di Firenze, l'Assessore Rosa Maria Di Giorgi: "Siamo soddisfatti, ci siamo costituiti parte civile ed era il minimo che si potesse fare.

Credo che un ulteriore pezzo del puzzle si sia concretizzato anche in relazione all'attendibilità del pentito Spatuzza. Quanto ci è stato riconosciuto è da intendersi come una risorsa per la legalità della nostra città. Servono energie per la formazione e la legalità, legalità sempre. Informerò il sindaco Matteo Renzi dell'esito del processo e credo che saremo uniti nel disporre di quanto oggi ci è stato riconosciuto" di Antonio Lenoci

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