Muore dopo esser svenuto in un silos

Mentre pulisce un tino accusa un malore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2011 14:19
Muore dopo esser svenuto in un silos

Un uomo di 42 anni è morto ieri nell'azienda agricola di Grignano, nell'omonima località nel Comune di Pontassieve. Si trovava all'interno di un tino quando a causa di un' esalazione di anidride carbonica ha perduto i sensi. Marco Bargellini, 42 anni di Rufina, è morto nell'azienda agricola dove lavorava da 25 anni. Rossano Rossi, segretario Cgil Firenze con delega alla sicurezza ha dichiarato: “Ancora una volta siamo di fronte ad una tragedia sul lavoro, ieri Marco Bargellini di Rufina, 42 anni, ha perso la vita mentre stava ispezionando un tino di mosto, probabilmente per aver inalato le esalazioni che stordendolo lo hanno fatto precipitare dentro il tino.

Lascia una moglie e una bambina di 5 anni. Ancora una volta un lavoratore non farà ritorno a casa, una vita spezzata, una famiglia distrutta, continua così questa catena di morti, che sembra impossibile spezzare e troppo simile ad un bollettino di guerra, anzi peggio! Sul versante della sicurezza è stata fatta della strada importante, ma è evidente che il percorso è ancora maledettamente lungo e necessita dell'impegno di tutti i soggetti interessati; primo passo fondamentale la volontà di affrontare il problema per quello che è, senza rifugiarsi nella comoda strada dei fatalismi.

Come recita la nostra Costituzione il lavoro è vita, integrazione, emancipazione, dignità non può essere degradato, troppe volte concepito solo come un costo, perché è da questa impostazione che si crea il terreno favorevole per tragedie come questa. In attesa degli accertamenti dovuti, a nome della CGIL di Firenze esprimo le più sentite condoglianze ai familiari della vittima”. "Nel Bel Paese -attaccano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - si muore di lavoro sepolti vivi sotto una palazzina a Barletta o in un'azienda agricola di Pontassieve".

La vicenda delle morti sul lavoro, degli infortuni e delle malattie professionali "non può essere derubricata a semplice fatalità. Sugli omicidi sul lavoro permane un silenzio abissale e una totale indifferenza. Nella realtà si consuma ancora la vergogna di una strage continua di lavoratori". Presentata una domanda d'attualità. Di seguito il testo. "Si muore ancora troppo di lavoro; per 4 euro l’ora al nero sotto le macerie di una palazzina; o come Marco Bargellini, 42 anni, operaio agricolo, delegato alla sicurezza nell´azienda agricola a Pontassieve.

Purtroppo, Marco Bargellini, operaio esperto da venticinque anni in azienda e morto sul lavoro e per lavoro presso la fattoria agricola di Grignano di Pontassieve. Apprendiamo dalla stampa la dinamica dell’incidente. Da quasi 25 anni, Marco Bargellini, lavorava, era un operaio esperto, stimato, delegato alla sicurezza per i lavoratori e conscio dei rischi che provengono dalle lavorazioni e dalla fermentazione del mosto. La certezza sulle capacità e qualità di Marco non hanno impedito l’ennesima tragedia.

La vicenda delle morti sul lavoro non può essere derubricata, a semplice fatalità. Rifondazione Comunista crede che si debba e si possa fare qualcosa di più. Non basta esortare le imprese affinché si rispettino i protocolli d’intesa o il Testo unico per la sicurezza del lavoro, (Dlgs 81/2008). Mancano investimenti per la formazione specifica e i controlli sono largamente insufficienti. In un paese civile non può succedere che esistono lavoratrici al nero che percepiscono 4 euro l’ora e vengono sepolte vive.

Si scopre poi , sempre dopo, quando le tragedie sono avvenute, che la fabbrica non esiste ai fini fiscali e previdenziali, possibile tutto ciò?".

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